L’influencer marketing è ben lontano dall’essere morto. E se volevamo una conferma, eccola qua: secondo l’ultimo report di DeRev sul mercato dell’influencer marketing (società che si occupa di strategia e di comunicazione e marketing su web) si stima che per il 2024 questo settore varrà circa 375 milioni di euro in Italia. (+8% rispetto al 2023).
Un mercato quindi in salute, ma che mostra delle peculiarità: gli influencer che si rivolgono ad un pubblico più limitato godono di maggior fiducia da parte dei loro pubblici e, quindi, anche da parte delle aziende che decidono di utilizzarli all’interno delle loro attività di comunicazione.
Lavorare sulle nicchie sembra essere la chiave del successo (se ti interessa il tema, approfondisci qui). I creator che hanno una fan base verticale, e tutto sommato contenuta, vedono il valore dei loro post crescere percentualmente rispetto al 2023, soprattutto su Instagram, che resta la piattaforma per eccellenza per quanto riguarda la content economy. Le cosiddette celebrity e i mega influencer, invece, subiscono delle importanti flessioni.
Ma i social non sono tutti uguali.
Detto che Instagram è la piattaforma regina per chi decide di fare della creazione di contenuti un lavoro (compensi in media in crescita del +3,64% rispetto al 2023), dal lato opposto troviamo Facebook, che registra una forte battuta d’arresto (anche se continua ad essere un social media molto usato; compensi in media in calo del -47,40% rispetto al 2023), seguito percentualmente da YouTube che però si trova su ben altri (positivi) valori: la piattaforma di Google dedicata alla fruizione dei video è quella in cui un post vale di più (ad esempio un micro influencer può riuscire a guadagnare dai 1,5ek a 3,5ek, più o meno come un medio influencer di TikTok o IG). Bene TikTok, sempre per i creator con una fan base medio-piccola (i compensi salgano dell’11% per i micro influencer).
Insomma, la qualità dei contenuti, la capacità di creare una community forte e la costruzione di una buona reputazione si confermano elementi fondanti per ogni aspirante creatore di contenuti prima, e influencer poi. Il valore del post è una normale conseguenza di questa attività. Probabilmente, negli ultimi tempi, aver invertito questo paradigma deve aver portato fuori rotta alcuni creator. E il mercato ne ha preso atto ristabilendo gli equilibri.
“Guardando al Listino e mettendo a confronto i trend degli ultimi anni, con gli aumenti accentuati dei compensi nel 2021 e nel 2022, e le prime battute d’arresto per alcune categorie nel 2023 – ha spiegato il CEO di DeRev, Roberto Esposito – potrebbe apparire che il calo registrato nel 2024 o le crescite più modeste come quella di Instagram raccontino di un settore in crisi. La contrazione dei prezzi per un singolo contenuto è dovuta a una normalizzazione del mercato che, per altro, avevamo già previsto: per prima cosa, è cresciuto notevolmente il numero di creator con la conseguenza che ci troviamo per la prima volta in un vero e proprio scenario di concorrenza; in secondo luogo, le percentuali medie di riferimento per ogni piattaforma inevitabilmente non rendono conto delle fluttuazioni interne: sono i compensi dei mega influencer e delle celebrity a ridursi maggiormente perché i brand si stanno orientando sempre di più verso creator più piccoli” – ha concluso Esposito.