L’ISEE è l’Indicatore della Situazione Economica Equivalente. Serve per standardizzare la misurazione della ricchezza di un nucleo familiare, per ottenere agevolazioni e bonus. Ma siamo sicuri sia davvero così corretto?
Prendiamo in esame due famiglie.
La famiglia Rossetti è composta da un papà che lavora in fabbrica, un operaio non specializzato da 1200 euro mese (22.000 euro lordi annui). La mamma lavora per una cooperativa e arriva a stento a 800 euro mese (13.000 euro lordi annui). Hanno un bimbo piccolo. Dopo anni di sacrifici comprano una casa da 100000 euro con 60000 di mutuo ancora da pagare, una sola auto che ha oltre 20 anni e risparmiano ogni centesimo nella speranza di poterne comprare una nuova. Non si concedono mai una pizza fuori e per le vacanze estive portano qualche giorno il bambino nella piscina del quartiere. Sul conto corrente sono riusciti a raccimolare 12.000 euro
Poi c’è la famiglia Bianconi. Lui, collega di Rossetti (22.000 euro lordi annui). La moglie, impiegata part time, guadagna anche lei 800 euro mese (13000 euro lordi annui). Anche loro hanno un bimbo. Vivono in una bella casa in affitto, hanno un’auto in leasing e tendono a risparmiare poco. Sul conto corrente hanno solo 3.000 euro messi da parte.
Arriviamo ai calcolo:
Famiglia Rossetti: redditi da lavoro dipendente 35.000 euro. Patrimonio calcolato come valore casa 120.000 euro – 60.000 di mutuo residuo. Conti correnti 12.000 euro.
Famiglia Bianconi: redditi da lavoro dipendente 35.000 euro. Sgravi per affitto 7000 euro. Conti correnti 3.000 euro.
Chi avrà l’ISEE più basso?
La famiglia Bianconi.
Perché?
Il valore dell’ISEE considera redditi e patrimonio. La casa di proprietà è patrimonio. Un appartamento in affitto vale uno sgravio di 7000 euro, se l’importo mensile del canone è superiore ai 600 euro circa.
Ai redditi e al patrimonio si somma la giacenza dei conti corrente e il saldo medio (per gli importi che eccedono i 10.000 euro).
Il risultato?
Casa di proprietà e risparmio non portano alle agevolazioni legate all’ISEE che vanno dalla scuola alle spese mediche, ai bonus e assegni familiari. Più soldi si spendono, meno si risparmia, più si ottengono agevolazioni e si grava sulla comunità.
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