Immagini potenti e forze indicibili si agitano dinnanzi ai nostri occhi e ci sgomentano. Un’infinità di percorsi si intrecciano e si aggrovigliano. Un disordine infinito ci lascia interdetti, ma allo stesso tempo ci affascina e ci rapisce. Davanti a noi si aprono orizzonti inesplorati, insospettabili sentieri e nuove frontiere. Ma, come novelli esploratori, come angeli caduti del paradiso, quelli che si addentrano in queste nuove dimensioni perdono i loro riferimenti, le loro coordinate, la ragione, e si trascinano su questa nuova terra come naufraghi, come estranei, come folli ambasciatori di bellezza.
Un caos primigenio, un caleidoscopio di colori, una tagcloud, o meglio una fotocloud, complessa, stordente quasi, ci travolge dalla copertina d’artista di febbraio. Foto, immagini, in qualche caso vere e proprie icone, si susseguono senza soluzione di continuità, senza ordine, senza equilibrio. Il tutto pare essere il risultato di un big bang primordiale che ha scagliato meteore mediatiche, asteroidi sensoriali e pianeti significanti in uno spazio che fino ad un istante prima era un vuoto cosmico.
Ma se c’è una cosa che l’arte ci ha insegnato (lezione che i nostri lettori hanno appreso fin troppo bene) è che, per quanto criptica, astratta, complessa, intricata, minimalista, ermetica, sovrabbondante essa possa essere, l’arte possiede certamente un suo ordine, un suo equilibrio, una sua identità e un messaggio che in qualche modo vuole raggiungerci.
Ma questa volta il messaggio non pare uno, ma molti; siamo letteralmente sommersi da un’infinità di letture possibili, di possibili interpretazioni, di possibili sensi. Più che un messaggio l’artista pare averci proposto un saggio, un testo, o meglio un vero e proprio manifesto della sua maniera di intendere la contemporaneità, la sua cifra stilistica e la missione sociale stessa dell’arte contemporanea.
Il paragone con il manifesto è quanto mai calzante: l’immagine che al centro vede una bambina che piange, che si dispera, è contornata da un corollario di figurine che sono una vera e propria antologia di autentici “maghi della terra”. Riconosciamo scienziati come Einstein, Tesla ed Edison; attori come Nicholson, Totò e Villaggio; innovatori geniali come Jobs e Zuckerberg; personaggi storici importanti come Bowie, il Che, Caravaggio; uomini politici come Trump, Putin e Papa Francesco; addirittura mitici personaggi dei cartoni animati come l’Uomo Tigre, Peter Griffin e Homer e Bart Simpson.
Il manifesto rappresenta una vera e propria lista di personaggi notevoli, un compendio di visioni del mondo e, come tutti i manifesti che si rispettano, l’opera “Story” rappresenta pure una precisa dichiarazione d’intenti, una autentica chiamata alle armi.
Ma chi è l’artista che sta dietro alla realizzazione di questo manifesto? Chi è l’artefice di quest’opera che ricorda, e molto, i manifesti strappati di Mimmo Rotella, anche se, là dove il grande artista calabrese operava un’azione di asporto di materiale per rilevare l’essenza delle cose e dei fatti, qui il nostro artista, Vincenzo Mascoli, classe 1982, di Corato, agisce al contrario, accumulando ed addensando significati possibili su un supporto che a stento riesce a contenerli.
Due maniere assai simili e al contempo estremamente diverse di far emergere la verità dei fatti, l’essenza delle cose, il nocciolo della questione. Due cifre stilistiche separate da oltre 60 anni (i primi decollage di Rotella sono del 1954) e dalla rivoluzione digitale che hanno prodotto i collage di Vincenzo Mascoli, che, nonostante le differenze di tecnica e di stile, pare un figlio illegittimo, un allievo ribelle del grande artista pop calabrese.
Due lauree, una in scenografia e l’altra in pittura, Vincenzo Mascoli comincia ad esporre con regolarità dai primissimi anni del nuovo secolo, in diverse mostre collettive e personali. Da sempre affianca l’attività artistica con quella di scenografo, che lo porta a collaborare con diversi teatri, produzioni e compagnie teatrali. Dal 2012 è Direttore di scena per il Teatro Comunale di Corato.
Ultime mostre:
2012
Public Jubilee, “I volti della notte”, Corato (BA) – Berlino – Londra – Amsterdam – Miami – New York – Milano (in progress);
“Profondamente_Superficiale” evento collaterale: “Andy Warhol. I want to be a machine” Castello Aragonese Otranto;
“Framment_Azione”, Laterza (TA) Palazzo Marchesale.
2013
“Sequenze di Racconto”, 83 Pitti Uomo Immagine Firenze;
“Gutai”, San Francisco Art Istitute;
“Metafisica a Sud”, evento collaterale a De Chirico Castello Aragonese Otranto;
“Ètuttoungioco”, pinacoteca Civica Miani Perotti Cassano;
2014
Artèpop galleria La Bottega dell’Arte Ostuni;
“At Full Blast!”, Acquaviva Bari;
“Aniconica”, Galleria Babylon Roma;
“Stone”, Masseria Torre di Nebbia;
“Artisti in Luce”, Nuovo Padiglione Fiera del Levante Bari;
“Faces Contemporary”, Museo Storico Mosca – V Edizione del Festival dell’Arte Italiana Suggestione di Puglia a Mosca;
2015
“+ x il Nepal”, Teatro Margherita Bari, Fable Miami galleria Opera d’arte;
Anima|le Arte Fiera Padova;
2016
“Come Moscarda in Maschera”, Comune di Putignano evento collaterale Carnevale di Putignano.