Una guerriera ci trafigge con il suo sguardo dalla Copertina d’Artista di questo numero. La nostra eroina sembra uscita da un manga giapponese, o dai dipinti dalla famosa artista Margaret Keane, infatti ciò che subito ci colpisce sono i suoi grandi occhi, languidi eppure fieri, un po’ tristi, ma anche risoluti, che penetrano in noi e non ci lasciano scampo.
Non sappiamo che battaglia abbia combattuto o stia ancora combattendo, nè a quale quale causa abbia sacrificato il suo cuore, tutto ciò che possiamo azzardare sono delle ipotesi cogliendo gli innumerevoli indizi di cui è composta la scena, veri e propri simboli che l’artista Ajnos (al secolo Sonja Fersini) ha generosamente disseminato per aiutarci a vedere e non solo a guardare la sua opera.
Innanzitutto, dopo i grandi occhi, ciò che si imprime alla nostra attenzione è la lunga freccia che trafigge la nostra eroina, l’ha colpita alle spalle e sembra conficcata nel suo cuore, ma non vediamo né sangue né ferite evidenti.
Poi, ci sarebbe l’abbigliamento: l’armatura, soprattutto l’elmo, sembra un misto fra una corazza medioevale e quella di un guerriero disegnato da Moebius.
Per non parlare del Martin pecatore, che non solo sta appollaiato sull’elmo, ma pare che abbia adibito una parte di esso al suo nido, o meglio alla sua gabbia dorata.
Infine ci sarebbe l’elemento più misterioso di tutti, la ciambella glassata che la guerriera regge in una mano ed è anch’essa infilzata dalla freccia.
A completare e complicare la nostra interpretazione, sul viso della ragazza leggiamo un tatuaggio che riporta la scritta: “I’m Fine Thanks” (Sto bene, grazie).
Io credo che la nostra giovane guerriera sia la rappresentazione simbolica della femminilità e dalla devozione alla persona amata. Io credo che la nostra eroina sia una moderna Alcione, eroina della mitologia greca, figlia di Eolo e di Enarete e sposa del pescatore Ceice.
Il mito racconta che Alcione e Ceice, profondamente innamorati, si chiamassero fra loro con i nomignoli di Zeus ed Hera. Ma il re degli dei si indignò per questo affronto e scatenò una tempesta mentre Ceice era per mare, facendolo annegare. Alcione, saputo della morte del suo amato sposo, per disperazione si gettò nelle acque per raggiungerlo. Ma gli dei, colpiti dal gesto d’amore, ne ebbero pietà e la trasformarono in un Martin pescatore (il cui nome scientifico è appunto Alcedinidae Rafinesque).
Alla luce di questo mito, allora, gli altri elementi acquisiscono significato, adesso capiamo l’espressione languida eppure risoluta della guerriera, adesso comprendiamo che la freccia che ha trafitto il suo cuore ci parla di sacrificio e perdita. adesso sappiamo che il Martin pescatore è un simbolo di rinascita e riscatto.
Tutto in questa immagine ci parla di coraggio, di vittoria, di superamento del dolore, tutto ci dice che questa donna guerriera supererà il suo dolore, sconfiggerà le sue paure e vincerà le sue battaglie. Il tutto senza sacrificare la sua bellezza né tantomeno la sua dolcezza e se qualcuno, distratto o superficiale, le chiederà come va, lei risponderà: “I’m Fine Thanks” (Sto bene, grazie).
Scopri il nuovo numero: “Il Natale che verrà”
Che Natale sarà? Senza fare giri di parole, sarà un Natale “nuovo”. Nuovo perché, dopo due anni di pandemia, siamo noi ad essere persone nuove. Persone con nuovi bisogni, nuovi desideri e nuovi pensieri.
La Copertina d’Artista di questo Natale che verrà ci parla, a pochi giorni dalla Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne, di riscatto femminile ed anche di un amore che sfida gli dei e non teme la morte. Una cosa, quest’ultima, che dovremmo riscoprire in questo strano Natale 2021, ancora una volta pieno di insidie e incertezze sul futuro. La nostra artista sembra dirci, d’accordo con Martin Luther King, che se non abbiamo ancora scoperto qualcosa per cui morire, vuol dire che non abbiamo ancora iniziato a vivere.
Ajnos, al secolo Sonia Fersini, è nata a Zurigo nel 1975 ma è di origini pugliesi. Fin da piccola coltiva un’innata passione per il disegno e l’arte; artista autodidatta, sviluppa grande padronanza del disegno, che diviene anche una valvola di sfogo per i propri moti interiori.
Rientrata in Italia all’età di nove anni, ha subíto il fascino dei contrasti del Sud ed ha sviluppato la sua creatività in totale autonomia per sfuggire alla mentalità del luogo ed al conflitto col padre.
Dopo gli studi in architettura di interni ha continuato a cercare una sua personale prospettiva artistica per tentare di guarire da una grave perdita personale.
In una prima fase pittorica, ispirata dalla Pop Art, dal 2007 espone soggetti ironici legati alla cultura consumistica.
Parallelamente alla professione di artista, intraprende quella di visagista e truccatrice, sviluppando una forte sensibilità ed empatia nei confronti del mondo femminile, con particolare attenzione al volto.
Asimmetrie, imperfezioni, lineamenti affilati, occhi giganteschi e tormentati sono i tratti somatici comuni nei volti delle sue donne bambine.
Occhi giganteschi da cui affiora la consapevolezza della potente forza creatrice e rigeneratrice insita nella natura femminile.
Grandi occhi languidi e fieri che ricordano sia i personaggi dei manga giapponesi che i bambini dagli occhi grandi dipinti dalla famosa artista Margaret Keane.
Nell’ultimo anno il suo lavoro si è basato sul legame inesorabile tra fiaba e vita reale.
Ultime mostre
2019
Rassegna annuale d’arte contemporanea “DONNE NELL’ARTE”, Studio artistico “Dentro l’Arte”, Novara.
2020
Mostra collettiva “GENI COMUNI”, Museo del Presente, Cosenza.
2021
Progetto “BE**PART” – Mostra collettiva internazionale, Studio artistico “Atelier Montez”, Roma;
Collettiva d’arte internazionale “IT’S ONLY A DREAM”,Galleria d’arte “Musk and Amber”, Tunisi;
Mostra “ARTE NEL VENTO”, Festival “Castel dei Mondi”, Andria;
Pubblicazione dell’opera «Lupus in fabula» su «Agenda degli Artisti 2022», curata da Storica Libreria Bocca, Milano;
Partecipazione alla fiera d’arte contemporanea «Arte in Nuvola» con la galleria «Spazio Cima», Roma.
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