Una mano tesa è alla deriva. Cerca di richiamare la nostra attenzione suonando un campanello. Ma l’allarme e la richiesta d’aiuto forse resteranno inascoltate. La campana suona per questo povero naufrago, ma a sentire bene suona anche per noi.
È un’immagine alquanto strana quella che capeggia sulla Copertina d’Artista di questo numero del nostro magazine. Uno strano essere formato da gambe umane e, al posto del resto del corpo, una mano gigante che suona una campanella. Un ibrido, anzi una mutazione, forse figlia dei tempi moderni, nei quali gli smartphone stanno rendendo, di fatto, la digitazione, eseguita appunto con la mano, predominante rispetto ad altre funzioni, rendendo tutto il resto dei nostri corpi, se non proprio superflui, quanto meno trascurabili. I biologi evoluzionisti e gli antropologi ci dicono che fu proprio lo sviluppo di una mano con pollice opponibile, insieme ad altri fattori, a favorire lo sviluppo quantitativo e qualitativo del nostro cervello. Senza una mano complessa, insomma, il nostro cervello sarebbe molto meno potente, creativo ed intelligente.
Sia come sia, la visione dell’immagine di questa Copertina d’Artista a me ha suscitato altre riflessioni, forse meno scontate, ma che si sono imposte alla mia attenzione da subito e in maniera ridondante. Quindi non posso fare a meno di condividerle con i nostri lettori. L’opera mi ricorda i famosi versi del poeta, religioso e saggista inglese John Donne:
“Nessun uomo è un’isola, completo in se stesso; ogni uomo è un pezzo del continente, una parte del tutto. Se anche solo una zolla venisse lavata via dal mare, l’Europa ne sarebbe diminuita, come se le mancasse un promontorio, come se venisse a mancare una dimora di amici tuoi, o la tua stessa casa. La morte di qualsiasi uomo mi sminuisce, perché io sono parte dell’umanità. E dunque non chiedere mai per chi suona la campana: suona per te.”
Ravviso diversi elementi di contatto tra l’immagine e la poesia di John Donne: tanto per cominciare questo strano essere è posto su una piattaforma, ma potrebbe essere una zattera che galleggia su di una distesa d’acqua che potrebbe essere il mare; l’essere è nudo come certi naufraghi, e suona una campana, che è sì un simbolo natalizio (questo numero del nostro mensile si intitola “Il Natale che verrà”), ma è pure uno strumento usato da sempre per avvertire dei pericoli e di situazioni di emergenza. Come spesso accade, quando le opere, come in questo caso, sono stratificate e dense di simboli e significati, è il titolo che ci tira d’impaccio e ci chiarisce qualche dubbio: l’opera si intitola “Only the music is at sea level” (Solo la musica è a livello del mare) e forse definisce, almeno in parte, la comunione d’intenti fra il nostro artista e John Donne.
Quindi cosa vuole dirci l’artista di questo numero di Smart Marketing, al secolo Domenico Velletri (classe 1973)?
Forse la sua è una critica a questo Natale 2019, nel quale, presi e persi come siamo dalle promozioni delle grandi catene di distribuzione e dai colossi dell’e-commerce, stiamo dimenticando i naufragi giornalieri, e le morti, che avvengono nei nostri mari, che le centinaia di migranti sono altrettante “mani” tese che ci chiedono aiuto, che la morte di ogni migrante diminuisce la nostra umanità, e non solo la nostra, ma anche quella dell’Italia e dell’Europa, che, come dice John Donne, ne saranno diminuite e mutilate.
Insomma, lo strano essere che va alla deriva su di una zattera e suona la campana ci ricorda solo che è Natale?
O che il pericolo è reale e che ogni morte ci rende meno umani, come ci ricorda John Donne alla fine della poesia: “… La morte di qualsiasi uomo mi sminuisce, perché io sono parte dell’umanità. E dunque non chiedere mai per chi suona la campana: suona per te”?
Ed allora forse Domenico Velletri rincara la dose, dicendoci che se fingiamo di non sentire la campana rimarrà “solo la musica – e la sua eco – al livello del mare”.
Non so se la mia interpretazione sia quella giusta, o sia solo una di quelle possibili, ma come ci ricorda un altro celebre poeta, Rainer Maria Rilke: “una volta realizzata, l’opera non è più dell’artista, ma appartiene all’umanità, all’eternità ed alla storia”; e mi piace pensare che Domenico Velletri abbia voluto richiamare la nostra attenzione sul vero significato del Natale, su quei sentimenti di comunione, integrazione e amore per il prossimo che questa festa porta con sé e che spesso e volentieri dimentichiamo.
Domenico Velletri è nato a Bisceglie in provincia di Bari. Artista a tutto tondo o, TONDODOMI (Domenico a tutto tondo) come a lui piace definirsi, dopo un diploma di Decorazione Pittorica conseguito nel 1992 presso l’Istituto “Pino Pascali” di Bari, frequenta prima la sezione di Grafica Editoriale e Pubblicitaria dell’Istituto Europeo di Design di Pescara, poi nel 1995 consegue un secondo diploma di Grafica Editoriale e Pubblicitaria a Modugno (BA). Artista eclettico, sperimenta tutti i campi dell’arte, dalla grafica alla pittura, dall’animazione alla scultura, dalla scenografia all’illustrazione, collaborando con agenzie pubblicitarie, programmi televisivi, enti ecclesiastici e compagnie teatrali. Diverse le docenze in istituti professionali, scolastici e presso associazioni.
Un suo altorilievo in bronzo di Aldo Moro è affisso dal 2016 sulla strada omonima di Bisceglie dedicata al grande statista.
Iconico ed ironico, l’artista è molto attivo sui social, il suo profilo Instagram, sul quale pubblica tutte le sue opere, conta quasi 15mila follower.
L’opera “Only the music is at sea level” fa parte della serie “5ENSES”, realizzata con la penna a sfera. Il primo nucleo di questa opere ha visto nel 2016 un’importante mostra personale presso il prestigioso “Palazzo Tupputi – Laboratorio Urbano” di Bisceglie.
Ultime mostre:
2016
“International Musical Art”, Palazzo Ducale, Martina Franca (TA);
“5ENSES – Metamorfosi romantica nel tratto a sfera”, personale, Palazzo Tupputi, Bisceglie (BA).
2014
“Sinfonie d’Autunno”, Arsensum, Trani;
“Trani d’amore”, Palazzo Palmieri, Trani;
“Notte dei Musei di Cremona”, Museo Civico Ala Ponzone, Cremona;
“Esposizione di Pittura”, Fuori Salone Milano, Super Studio Più, Milano;
“A Cena con l’Autore”, personale, Bisceglie.