Un raggio di luce filtrato forse da un’imposta socchiusa taglia in due l’interno di un appartamento. Nella stanza, il salone probabilmente, incombe un’unica monocromatica atmosfera, che più che un unico colore sembra la rappresentazione grafica di un’emozione.
Su di un divano vediamo una ragazza seduta con le gambe rannicchiate, come se sentisse freddo o fosse impaurita, il suo sguardo è fisso sia sul vuoto che opprime la stanza che su di noi che osserviamo la scena. Davanti a lei un tavolo con alcuni pacchi regalo, sulla destra intravediamo i rami di un albero di Natale, per il resto si vede una libreria, qualche quadro alle pareti e niente più.
Che questo Natale 2020 sia diverso da tutti gli altri lo capiamo subito guardando la copertina di questo numero, opera di Alice Marchi, giovanissima e talentuosa artista e fumettista di Milano.
Ad una prima occhiata, infatti, l’opera ci trasmette una sensazione di strisciante ansia, una certa crescente inquietudine e il presentimento di un’insostenibile solitudine. A confermare questo mix di emozioni collabora anche la postura e l’espressione della ragazza sul divano: è rannicchiata su sé stessa, come abbiamo già detto, e il suo sguardo, orbo, perché metà viso è coperto da una ciocca di capelli, ci rivela l’unico occhio con il trucco leggermente sbavato, sicuramente ha pianto e le lacrime, adesso, hanno lasciato il posto all’angoscia, che ghermisce sia lei che noi che osserviamo quest’opera.
Dovremmo concludere che l’opera di questo mese conferma tutte quelle sensazioni che dal marzo scorso il Covid-19 ha lasciato nei nostri animi, paura, spaesamento, ansia e incertezza sul futuro???
Possibile che l’arte non ci dia un qualche conforto, non ci soccorra in questa che è una delle ore più buie della nostra storia???
Sono sicuro che né io né i lettori, che seguono da quasi 7 anni questa rubrica, possiamo credere a questo, ed in effetti quello che davvero salta all’occhio nella copertina di questo numero, quello che davvero “domina” la composizione è quell’incredibile, tagliente e tenace raggio di luce, che ottunde la nostra percezione dello sfondo, della scena, e rapisce ogni nostra attenzione.
Scopri il nuovo numero: Il Natale che verrà
Che natale sarà? Difficile dirlo o anche solo immaginarlo. Per tanti sarà un Natale senza un parente o un amico, per altri un Natale segnato dall’incertezza economica e la paura del futuro, per tutti (crediamo) sarà un Natale dove riscoprire un contatto intimo con se stessi e con gli altri.
La luce divide l’immagine a metà: parte dal soffitto, taglia il fiocco su di una ghirlanda natalizia e il buio profondo che emerge da una porta alle spalle della ragazza e prosegue illuminando, è proprio il caso di dirlo, i pacchi regalo disposti sul tavolo. È una luce viva, vibrante, quasi reale, che ricorda le grandi opere fiamminghe, e, ne siamo certi, rappresenta la luce del futuro, del cambiamento, della speranza. Nonostante l’atmosfera dell’opera sia cupa, come cupi sono i tempi che attraversiamo, la luce, ossia la speranza, di un nuovo giorno entra e si fa largo, prima ancora che nelle nostre case, nei nostri occhi e nei nostri cuori, e adesso non è neppure più la, direbbe il poeta Rilke, e già nel sangue.
Non so se Alice Marchi conosca o abbia mai sentito il grande cantautore Leonard Cohen, ma a me, quando ho visto la prima volta quest’opera, mi è venuta in mente, prepotentemente, una sua famosa citazione, che sono sicuro non dispiacerà neanche alla Marchi: “C’è una crepa in ogni cosa. Ed è da lì che entra la luce”. Già, perché credo che la sua opera sia la rappresentazione ideale delle parole di Cohen.
Alice Marchi ci dice, anzi ci illustra (perché lei sa che un’immagine vale mille parole), che anche le nostre tenebre, quelle della pandemia, quelle del Covid-19, quelle di questo strano ed assurdo Natale, saranno squarciate e dissipate dalla luce della speranza, perché noi non ci arrenderemo e continueremo a sperare in un nuovo e radioso domani. È questo il messaggio che, credo, filtra e ci abbaglia da questa copertina, ne sono quasi certo, anche perché l’artista ha deciso di chiamare l’opera con lo stesso nome del numero: “Il Natale che verrà”, dando concretezza anche a questo titolo ed alle speranze di questa particolare uscita di novembre del nostro magazine che, credo, mai come ora abbia necessità di uno sguardo fresco e speranzoso sul futuro.
In quel raggio di luce c’è tutta la freschezza, la spontaneità ed il coraggio di una ragazza di 22 anni che, nonostante tutto, vuole continuare a sperare in un futuro migliore, un futuro che è il suo, ma anche il nostro, ma che appartiene soprattutto alla sua generazione. Una generazione, ricordiamolo, privata quest’anno di tutto, anche della scuola, della socialità, della giovinezza, ma che si ostina a credere che il domani sarà migliore, una grande lezione di speranza di cui noi più adulti avevamo un disperato bisogno.
Quindi raccogliamo questo invito e completiamo quest’opera di Alice Marchi con quell’unico elemento di cui davvero si avverte l’assenza nell’immagine di copertina, come nelle nostre vite: la famiglia, che sarà l’unica costante che deve accompagnarci nella complicata equazione di questo Natale 2020, sicuri che come novelli ed aspiranti matematici riusciremo a risolverla.
Alice Marchi nasce a Milano nel 1998. Diplomata al liceo artistico, studia Scenografia presso l’Accademia di Belle Arti di Brera, dove frequenta il corso di fumetto biografico tenuto da Paolo Castaldi presso la Scuola Superiore di Arte Applicata del Castello Sforzesco. Nel 2019 illustra i racconti “Quando non conta” e “Lettere che ho scritto e bruciato” di Salvatore Vivenzio, pubblicati online, e partecipa alla rubrica di illustrazioni “Immagina lo Spazio Bianco” per l’omonimo sito. Sempre nel 2019, durante il Lucca Comics, pubblica “Underwater”, la sua prima storia a fumetti, edita da ALT! comics. Attiva sui social, pubblica online molti dei suoi lavori, principalmente disegni, illustrazioni e brevi storie a fumetti. Nel 2020 pubblica online “Blulockdown”, una breve storia a fumetti ispirata ai pensieri e alle sensazioni vissute nel periodo di quarantena. Partecipa inoltre all’esposizione Solitudini in Mostra/Arte in Quarantena presso il Tempio del Futuro Perduto di Milano, una collettiva che raccoglie opere realizzate durante il lockdown da artisti di tutta Europa.
Per contattare l’artista Alice Marchi: profilo Instagram, Behance (portfolio), bluealice@outlook.it (e-mail).
Ti è piaciuto? Cosa ne pensi? Faccelo sapere nei commenti. Rispondiamo sempre.
Resta aggiornato sulle nostre pubblicazioni e sulle ultime novità dal mondo del marketing e della comunicazione.