Raffaello Castellano (533)
Due sagome, una femminile ed una maschile, poste una accanto all’altra, in tenuta balneare, posano per noi dalla copertina “Vacanze Romane” di luglio di Smart Marketing. Sono due figure strane, intanto perché la scelta compositiva utilizzata dall’artista ha tagliato loro letteralmente la testa, ma c’è qualcos’altro: non riusciamo a coglierlo immediatamente, ma l’estrema crudezza del realismo fotografico che percepiamo, piano, piano, si insinua nella nostra mente, anzi nella nostra memoria.
La foto è sì decisamente moderna, lo sottolineano i costumi alla moda e certe trasparenze osé nella mise della donna, ma l’immagine ci trasmette pure un qualcosa di antico, anzi il termine giusto è smesso, sottolineato dalla gamma cromatica scelta dall’artista (che attinge a piene mani dalla tavolozza dei colori freddi) e da un’atmosfera alquanto antiquata che pervade tutta l’immagine. L’effetto finale sembra quello di una foto dei nostri nonni ritrovata in fondo ad un cassetto, ingiallita dagli anni che, come una capsula del tempo, ci trasporta per un attimo, più o meno lungo, in quella vasta distesa delle nostre vite chiamata nostalgia.
Ma la cosa che più ci intriga di questa fotografia è la scelta dell’artista di ritrarre i modelli senza testa: le due figure ricordano le sagome di cartone dei luna park, quelle che rappresentano dei cow-boy, dei supereroi o più semplicemente l’uomo muscoloso e la donna pin-up. La mancanza delle teste, e quindi di un’identità, pare un invito esplicito dell’artista a proiettare, in senso freudiano, la nostra personalità sulle due sagome, consci della lezione di Jean Baudrillard, quando sosteneva che: “La fotografia è il nostro esorcismo. La società primitiva aveva le maschere, la società borghese gli specchi, noi abbiamo le immagini… Credi di fotografare una scena per puro piacere – in realtà è la scena a voler essere fotografata… Poiché è l’oggetto a vederci, è l’oggetto a sognarci. Il mondo ci riflette, il mondo ci pensa.”
L’opera si chiama Bagna(N)ti e l’artista Natascia Abbattista (classe 1977), di Varese, dove compie i primi studi artistici al liceo artistico “A. Frattini”. A 16 anni si trasferisce in Puglia e si iscrive all’Accademia delle Belle Arti di Bari, dove si laurea in pittura con una tesi sperimentale su “Il mito di Lolita nell’arte contemporanea”.
Si esprime attraverso l’utilizzo di foto , video , immagini e corpo.
Tra le sue personali spiccano “A Broken Frame”, a cura di Antonella Marino, presso la galleria “Le Pleiadi” di Mola di Bari, “Masca”, a cura di Roberto Lacarbonara, presso Il Museo Nuova Era di Bari e “Sante”, sempre a cura di Roberto Lacarbonara, presso la galleria BluOrg a Bari.
L’artista ha firmato inoltre la regia di cortometraggi come “La Passione di Cristian”, “Farida”, “Domani non si Lavora”, “Giovanna D’Ark “, “Night Shoot”, “Gomarro” e “The Signature – L’Ascensore”.
Lavora su diversi set cinematografici, collaborando con registi come Francesco Lopez, Sergio Rubini, Gabriele Salvatores, Ruggiero Di Paola, Marco Tullio Giordana, Giacomo Campiotti, Marco Ponti e altri.
Da sempre interessata dalle tematiche borderline, i suoi scatti sono sempre attorniati da un’atmosfera conturbante; l’artista predilige il non visto e il non immediatamente percepibile, trasfigura sensi e significati, mischia luce ed ombra e gioca con le nostre convinzioni e le nostre paure, invitandoci a riflettere e pensare, attuando l’esorcismo (di cui parlava Baudrillard) delle nostre anime intorpidite da una sovrabbondanza di stimoli.
La fotografia di Natascia Abbattista è immobile, statica, ieratica, fissa e ci fissa, ci scruta e ci interroga, non importa se lo fa da dietro un velo, dall’oscurità, da dietro una maschera o da due figure decollate. Le sue foto non sono misteri, come si potrebbe pensare ad una prima occhiata, ma enigmi che l’artista ci offre affinché noi li risolviamo, affinché si compia il nostro esorcismo.
Mostre, Festival ed Esposizioni recenti:
2016 – Comme le Douchesdansles Motel, Natascia Abbattista incontra Ezio Schiavulli, Teatro Kismet Opera, Bari;
2015 – Noctourniquet, collettiva, Galleria BluOrg, Bari;
2014 – “Sante”, personale, Galleria BluOrg, Bari;
2013 – “Masca”, personale, Museo Nuova Era, Bari;
2013 – ”Ma Chose “, Le safran, Brie Comte Robert, Parigi;
2012 – “Espiare”, allestita negli spazi dell’Ex Convento dei Padri Domenicani di Ruvo di Puglia (BA), rappresenta un inedito progetto collettivo d’arte contemporanea attraverso un processo di coinvolgimento di differenti soggetti autoriali: 13 artisti, 100 comparse, 2 curatori, un regista e il pubblico;
2011 – “Si Ignorano i motivi del gesto”, Palazzo Conti, Locorotondo (Ba);
2011 – presentazione di ” The Signature” presso Il Cineporto di Bari con intervento musicale di Michele Marrulli, percussionista e compositore;
2011 – “Ferro e Sale”, mostra d’arte contemporanea , Spazio MIL Archivio Sacchi, Milano;
2010 – “Maria Farrar”, installazione audio –video con Marika Di Mattia e Loredana Savino, ispirata al racconto “Maria Farrar” di B. Brecht, presso Associazione Culturale “Gravina Sotterranea”, Gravina in Puglia (Ba);
2010 – “Le Notti dello Statere”, rassegna di cinema, Sibari (CS), presentazione del cortometraggio “The Signature – l’ascensore”;
2010 – menzione speciale al Valsusa Film Festival con il cortometraggio “La Passione di Cristian”;
2010 – primo premio al “Festival Fuori dal Comune” (BA) con il cortometraggio “Gomarro”.