Una splendida fanciulla ci osserva dalla Copertina di questo numero di fine d’anno del nostro magazine. Ha un fascino magnetico ed etereo allo stesso tempo, il suo sguardo fiero, quasi sprezzante, ci trafigge come le spine della rosa che tiene nella mano e che le copre metà del viso. L’opera di questo mese, lo capiamo subito, è una questione di sguardi.
A prima vista, sembrerebbe che l’artista Francesca Vivacqua abbia voluto fare un omaggio alla sua prima Copertina d’Artista realizzata per il nostro mensile, nel marzo 2015, dal titolo “Angeli sotto un cielo di ruggine”. Allora la sua bambina, una vera e propria Greta Thunberg ante litteram, denunciava la situazione ambientale a Taranto, città d’origine dell’artista. Oggi, con questo nuovo intervento, quella bambina è cresciuta, è diventata una giovane donna, ed il suo impegno politico ed ambientale si è fatto maturo, risoluto e molto più radicale.
Eppure c’è dell’altro, la paletta dei colori usati dall’artista sono tenui pastelli e la tecnica è un ispirato e lieve acquerello, ma il risultato nel suo insieme ricorda la grande pittura italiana del Botticelli. La scelta del soggetto innanzitutto sembra la rivisitazione in chiave contemporanea della Primavera del grande maestro fiorentino, soprattutto per i personaggi di Flora e Venere, che sembrano i modelli ideali cui si è ispirata la Vivacqua.
La ragazza che ci osserva con in mano una rosa ha in sé la grazia e la bellezza di Venere, ma pure la compostezza e la severità di Flora, il tutto amalgamato nella figura di una ragazza forte, coraggiosa ed emancipata dei nostri giorni. Ma ci sono altri elementi che concorrono ad aggiungere un’aura mistica e sacrale all’immagine: la fanciulla sembra emergere da uno sfondo dominato da un arco, un arco che richiama le volte di una basilica ma dipinge, o meglio incornicia, quasi un’aureola intorno alla ragazza. Insomma, a guardare quest’opera, si coglie un profondo senso di spiritualità, tanto che intuiamo che il messaggio che la ragazza ci vuole comunicare è universale, importante e forse urgente.
Forse ci aiuterà il titolo, come spesso accade, a dipanare il significato di quest’opera. “Hope is to see over”, ossia “La speranza è vedere oltre”, è quello scelto dall’artista, ed allora tutto diventa più chiaro. Questa donna che ci osserva ci dice che dobbiamo andare oltre le nostre consuetudini, oltre i nostri preconcetti e soprattutto oltre le nostre convinzioni, un messaggio quanto mai urgente e puntuale in un anno in cui abbiamo scoperto che la natura, vilipesa e umiliata, si è, attraverso un virus, rivoltata contro di noi e ci ha lanciato un monito che non possiamo più ignorare.
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È indubbio che quest’anno passerà alla storia come l’anno della pandemia. Così come indubbio che quest’anno ha portato malessere sociale, psichico ed economico.
Ma dobbiamo sforzarci di cogliere un bagliore di luce anche in un anno così buio.
Ed allora il guardare oltre diventa non solo un esercizio necessario, ma una vera pratica di sopravvivenza, perché, se questa volta non impariamo la lezione che la pandemia, e la storia, ci sta impartendo, allora è altamente probabile che per la prossima lezione ci saranno molti meno studenti, almeno fra noi umani.
Allora, come mi sentite dire spesso, l’arte diventa la maestra più importante delle nostre vite, perché, quando è al meglio, come nell’opera della Vivacqua, allora ci offre non solo un giudizio severo sul nostro operato, ma “va oltre” e ci dice che la “speranza” è guardare oltre il problema, oltre la paura, oltre l’attimo presente, un messaggio che piacerebbe a Marcel Proust, che alla fine della sua Recherche scrisse:
“La vera scoperta non consiste nel trovare nuovi mondi,
ma nel vederli con nuovi occhi”
Francesca Vivacqua (Classe 1971), figlia d’arte, ha sempre avuto la predisposizione per il disegno e le discipline pittoriche. Ha conseguito la maturità al Liceo artistico Lisippo (Taranto) ed in seguito ha frequentato l’Accademia di Belle Arti (Bari). Nel corso degli anni ha sperimentato varie tecniche: pastello su carta, acquerello, acrilico ed olio su tela, senza porre limiti alla sua ricerca artistica. Opera nell’ambito del “figurativo”, ponendo particolare attenzione al “ritratto”, che per lei è l’ideale specchio dell’anima, in cui gli occhi svelano tutte le emozioni interiori.
Attualmente insegna “tecniche pittoriche” tradizionali alla scuola di fumetto Grafite di Bari. Lavora per privati e gallerie d’arte ed esegue anche decorazioni d’interni (trompe l’oeil). Ha preso parte a numerose esposizioni d’arte. Attualmente, alcune sue opere sono in permanenza alla Galleria “La Cornice” di Taranto.
Per informazioni e per contattare l’artista:
Pagina Facebook – “Francesca Vivacqua”, e-mail – f.2vivacqua@gmail.com
Ultime mostre:
2016
Collettiva “News – Cover. Notizie, Immagini e Visioni ai tempi dell’Infotainment” 1° Edizione, Smart Marketing – Mensile di Comunicazione, Marketing e Social Media, Momart Gallery – Matera, Chiesa Sant’Andrea degli Armeni – Taranto, Laboratorio Urbano Mediterraneo – San Giorgio Jonico (TA), Laboratorio Urbano San Marzano di San Giuseppe (TA).
2017
Collettiva d’arte sull’Auto/Ritratto: “Amo Eva?”, Donna a Sud, Università degli studi “Aldo Moro” Taranto;
Collettiva d’arte “Storie di sguardi”, Laboratorio Urbano Mediterraneo, San Giorgio Jonico (TA);
Collettiva d’arte “ArtAva”, Castello D’Ajala, Carosino (TA);
Manuscripta Festival: “Ilvarum Yaga” – 100 matite contro la strega rossa, Palazzo Ducale, Martina Franca (TA).
2019
Personale “Lo spirito della natura”, Cucchevesce – Festival della civetta, Palagianello (TA).
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