Un mosaico di immagini variegate e colorate fa bella mostra di sé sulla Copertina d’Artista di Ottobre 2021 del nostro magazine.
Sedice caselle, ognuna contenente un’opera, di altrettanti artisti, anzi di street artist, che da settembre ad ottobre di quest’anno hanno cambiato con la loro sensibilità, il loro estro e la loro arte il volto di Taranto, una città che ha deciso di rinascere attraverso la bellezza.
Tutto questo si chiama Progetto T.R.U.St., un acronimo che sta per Taranto Regeneration Urban and Street, che in sostanza si struttura come un festival permanente di arte urbana, con il fine di promuovere le arti contemporanee e di riqualificare, valorizzare e sviluppare inedite potenzialità territoriali.
Il Progetto T.R.U.St. è stato ideato e realizzato dall’APS Rublanum e dall’Associazione Mangrovie in collaborazione con l’Amministrazione Comunale di Taranto (Assessorato allo Sviluppo Economico, Turismo e Marketing Territoriale) e con il sostegno della Regione Puglia, che ha portato a Taranto 16 street artist di fama internazionale che hanno realizzato altrettante opere monumentali in diversi quartieri e zone della città: Salinella (6 opere), Tramontone (3), Paolo VI (4), Taranto Centro (1), Sottopassaggio Via Ancona (1) e Isola Madre (1).
La direzione artistica del progetto è stata di Giacomo Marinaro (Gulìa Urbana e APS Rublanum), mentre quella organizzativa ha visto lo stesso Giacomo Marinaro insieme a Matteo Falbo e Andrea Falbo dell’APS Rublanum e Mario Pagnottella dell’Associazione Mangrovie.
Un progetto di rigenerazione urbana, quello del T.R.U.St., giunto alla 2° edizione dopo la prima del 2020, ma che mai, fino ad ora, aveva visto un numero così alto di artisti internazionali (ben 16), vere stelle della street art, invitati tutti insieme a realizzare i loro progetti.
Gli street artist invitati sono: Tony Gallo, Stereal, Slim Safont, Psiko, Nico Skolp, Marta Lapeña, Lidia Cao, Kraser, Jorit, Helen Bur, Elisa Capdevila, Carlitops, Mr. Blob, Belin, Attorrep e 3ttman.
Noi di Smart Marketing vi proponiamo un veloce tour per le vie cittadine, partendo dal quartiere Tramontone per giungere alla Salinella e fino a Paolo VI, passando per la Città Vecchia per poi tornare nel centro umbertino di Taranto.
Quella che vedrete, dalla vostra vettura, è una vera galleria a cielo aperto, monumentale, diffusa, meravigliosa e gratuita.
Cominciamo: una delle prime opere ad essere realizzate è stata “Giorgio” di Jorit, che nel suo inconfondibile stile, a Tramontone, su di una grande facciata nei pressi dell’ASL locale, raffigura il volto di Giorgio Di Ponzio, vittima di un tumore a soli 15 anni, la cui storia è tragicamente legata allo stabilimento siderurgico ex Ilva. Un volto, con i tipici graffi dell’artista, che ci osserva con aria serena, ma che pure sembra interrogarci sul nostro senso civico e sulle nostre responsabilità.
Scopri il nuovo numero: “Street marketing”
In un mondo sempre più connesso e dove le persone sono sempre più assuefatte ai messaggi pubblicitari, lo street marketing può esprimere tutto il suo valore e dare ai brand una visibilità inaspettata, anche per mezzo delle piattaforme social.
Sempre a Tramontone, Belin si ispira ad una de “Le Bagnanti” di Picasso, reinterpretandola secondo i dettami del post-neocubismo nel quale l’artista spagnolo è particolarmente a suo agio.
Poco distante troviamo il giardino, magico e coloratissimo, realizzato da 3ttman, che mescola con grande maestria le foreste solo immaginate da Henri Rousseau con quelle viste e stravolte da Henri Matisse.
Attraversando il sottopasso di via Ancona, affrescato con le geometriche partiture di colori primari di Carlitops, che echeggiano l’astrattismo più puro, veniamo in contatto con l’opera più estesa del Progetto T.R.U.St., che attraverso un paesaggio tropicale contornato di palme e forme esotiche ci trasporta nel quartiere Salinella, dove ci attendono ben 6 opere.
Le prime che vediamo sono 3 ed affrescano le tre pareti adiacenti di altrettanti palazzi.
Per prima scorgiamo la natura morta con gatto dipinta da Elisa Capdevila, che con lievità e poesia ritrae in delicati toni e semitoni pastello un altro degli abitanti più diffusi della zona.
Subito a fianco, Attorrep ci presenta il suo ragazzo che apre le tende di una finestra dischiusa su un nuovo futuro, un futuro astratto e ancora indefinito nella forma, ma che sembra splendere pieno di speranza e bellezza.
A chiudere la fila troviamo la rappresentazione moderna della favola di cappuccetto rosso: Lidia Cao ritrae con uno stile quasi fumettistico una ragazzina che con gli occhi chiusi pare voglia allontanare i demoni della sua vita, ma i toni tenui, i delicati pastelli e l’assenza del rosso non devono trarci in inganno, perché, anche se il sole sembra baciare il volto di questa giovane, alle sue spalle l’ombra assume i contorni di un poco rassicurante lupo.
Girando per il quartiere Salinella ci imbattiamo nella bellissima parete realizzata da Tony Gallo, che con la sua opera “Evaluna e l’elefante” ci racconta una favola moderna, solo all’apparenza semplice e delicata. Nel suo paesaggio da fiaba, l’artista ritrae una scena di gioco su di una giostrina; tutto sembrerebbe facile, eppure alcuni elementi stridono, la bambina sull’altalena solleva l’enorme elefante di fronte a lei che pare indossare una tuta NBC ed una maschera antigas. Insomma, il messaggio pare essere che il futuro è dei bambini, che devono imparare a sollevare i grossi pesi (leggi problemi) che affliggono la città.
Poco lontano su una grande parete troviamo la splendida natura morta con specchio di Marta Lapeña, che ci regala un’opera dai tratti iperrealisti: la sua alzatina ricolma di limoni ed arance che si riflette in uno specchio come nei celebri dipinti olandesi del ‘600 è realizzata con grande maestria e certosino perfezionismo.
D’un tratto, prima di lasciare il quartiere Salinella, siamo catapultati nel bosco incantato dell’artista tarantino Mr. Blob. L’opera ambientalista pare omaggiare sia la terra di mezzo di tolkieniana memoria sia i giardini lisergici di Hieronymus Bosch. L’artista ci racconta la storia di un’ape intrappolata che cerca di sfuggire alla sua prigione attraverso l’aiuto di altri animali, il tutto racchiuso in una forma a cuore che forse rappresenta l’amore della natura e la speranza per il domani.
Arrivati nella Città Vecchia, dobbiamo sapere dove andare per cercare l’unica opera orizzontale e calpestabile del Progetto T.R.U.St., infatti nel cortile della Chiesa Rettoriana San Giuseppe, sul pavimento del campo da basket, ci accolgono le geometrie astratte di Nico Skolp, che pare essersi ispirato al De Stijl di Piet Mondrian, Theo van Doesburg e Hans Richter, realizzando un’opera dal grande equilibrio formale e dall’impatto leggero che pare un’ideale e coloratissima passerella fra la terra ed il mare.
Un altro quartiere cittadino dove il Progetto T.R.U.St. ha realizzato diversi interventi è Paolo VI, a poco meno di 10 km da Taranto: qui sono 4 gli artisti che hanno operato.
Per primo ci accoglie il maestoso murale di Slim Safont, che ritrae un soggetto semplice ed immediatamente riconoscibile, un pescatore sulla sua barca, mestiere antico e profondamente radicato nell’identità e cultura della città dei due mari. L’opera, realizzata con un notevole gusto impressionista, ricorda a tutti, compreso il quartiere Paolo VI, che forse la via del mare può essere, ancora oggi, una delle alternative possibili all’industria siderurgica.
Poco distante troviamo l’interessante lavoro dell’artista Helen Bur, che ritrae una ragazza accovacciata che gioca con la vernice rossa di un barattolo. L’opera è un omaggio dalla doppia natura: da una parte è dedicata dall’artista alla sua collega Elisa Capdevilla, di cui riprende le fattezze, dall’altra le mani sporche di vernice rossa non possono che ricordare il sangue delle tante vittime di tumore di questo quartiere ferito a morte dalla fabbrica poco distante.
Ancora scioccati per l’opera di Helen Bur, arriviamo alla parete dipinta da Stereal, che con la dolcezza del suo soggetto ci riconcilia con la vita e l’amore. L’artista ha infatti ritratto una giovane mamma che allatta il suo bambino (un abitante del quartiere); la madre è realizzata senza testa, affinché qualunque donna possa rispecchiarsi in essa, ed il bambino, unico elemento colorato in un’opera in bianco e nero, è dipinto in rosso e blu, i colori ufficiali di Taranto. Chissà, forse l’artista ha voluto rappresentare una Taranto neonata che viene allattata dalla bellezza e dall’amore dell’arte.
Ma è su di un’altra parte del quartiere che troviamo una delle opere più interessanti del Progetto T.R.U.St.: l’artista torinese Psiko realizza quello che a tutti gli effetti sembra lo schermo di un televisore o di un computer, l’effetto “black mirror” è accentuato dalla cornice nera che delimita tutto il dipinto. Nel suo riconoscibile stile decostruzionista l’artista ci mostra diverse figure che si sovrappongono ed amalgamano in seguito ad un breve ed improvviso glitch, uno sbalzo elettrico che impedisce di sintonizzarsi al meglio con i programmi, metafora elettronica perfetta per auspicare il riavvio di tutto il sistema o, quantomeno, un provvidenziale switch.
Tornando in città, passato il ponte girevole, ci accoglie la Taranto Umbertina e l’ultima e controversa (ma poi perchè?) opera del Progetto T.R.U.St., il gigantesco Nettuno, realizzato dall’artista Kraser, la più “alta” opera al mondo con affaccio sul mare. La ricerca dell’artista, spagnolo di nascita ma milanese di adozione, ha voluto omaggiare le origini fondanti della città di Taranto, con quel Taras figlio di Nettuno che rappresenta il padre spirituale della città dei due mari. Dicevamo “opera controversa”, per realizzarla infatti Kraser si è ispirato alla statua bronzea del Giambologna che campeggia sulla omonima fontana della città di Bologna, e secondo alcuni detrattori l’artista avrebbe potuto prendere spunto da riferimenti più autoctoni.
A me personalmente piace ricordare che la libertà e la creatività dell’arte e degli artisti sono sacrosante e che l’essere troppo didascalici non ha mai premiato l’arte, né ieri e ancora di meno oggi.
In ultimo noi di Smart Marketing vogliamo ringraziare altri due artisti che hanno contribuito alla realizzazione della Copertina d’Artista di questo numero, che è stata possibile grazie alle splendide fotografie di Cosimo Calabrese e all’impeccabile grafica di Iacopo Munno.
Insomma, e per concludere, noi di Smart Marketing siamo rimasti così profondamente colpiti dal Progetto T.R.U.St. e dalla eco mediatica nazionale ed internazionale che ha suscitato che abbiamo deciso di ispirarci per l’uscita di ottobre del nostro magazine proprio alla street art e abbiamo intitolato il 90° numero della nostra rivista “Street marketing”, cercando, come piace a noi, di trovare connessioni non lineari fra arte, marketing, rigenerazione urbana e street marketing.
Quindi abbiamo dedicato l’intero numero al Progetto T.R.U.St. ed alla street art in generale, non solo con questo articolo, ma anche con quelli dei nostri contributor, con una bella video intervista a Giacomo Marinaro e con il mio editoriale.
Vi invitiamo a sfogliare virtualmente le nostre pagine e, se ne avrete la possibilità, a venire a scoprire il Progetto T.R.U.St. dal vivo con i vostri occhi. Siamo sicuri che rimarrete conquistati dal nuovo e coloratissimo skyline di Taranto.
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