Una vivace immagine ci osserva dalla copertina di agosto del nostro mensile, ad una prima e fugace vista sembra un omaggio alle serigrafie pop di Andy Wahrol, con i suoi colori accesi, quasi solari, da cui è composta. Ma, ad una osservazione solo un pochino più attenta, ci accorgiamo che non si tratta di una serigrafia, ma più di un’immagine termica come quelle che vengono realizzate attraverso quelle telecamere ad infrarosso e che ci sono diventate familiari grazie ai film polizieschi americani oppure ai termometri scanner a cui ci siamo da tempo abituati.
La seconda cosa che salta subito all’occhio dopo questa osservazione più attenta è il soggetto, uno strano individuo con cappello, mantello ed una strana maschera con un grosso becco ricurvo e un paio di occhiali. Tutto l’insieme, ne siamo sicuri, ha qualcosa di familiare, e, ne siamo certi, anche il significato “nascosto” dell’opera avrà a che fare con noi e la nostra contemporaneità.
Come sempre ci accade con l’arte contemporanea, forse sarà il titolo a soccorrere quelli meno perspicaci tra noi a dipanare il significato di quest’opera. Il titolo, “The dress code for summer holidays”, di questo intervento è quanto mai chiarificatore delle intenzioni dell’artista, che ci propone appunto un codice d’abbigliamento per le vacanze estive 2020.
Quello che osserviamo sulla copertina è, quasi certamente, l’immagine termica di uno degli innumerevoli termometri scanner che oramai troviamo a centinaia nelle nostre città e, cosa ancora più interessante, il soggetto ci pare una di quelle maschere del Carnevale di Venezia, sì, quella del Medico della Peste, divenuta tristemente famosa dal XIV secolo in poi, quando la peste bubbonica, la famigerata Morte Nera, giunse in Italia dall’Asia e in capo a poco più di 30 anni falcidiò metà della popolazione Europea.
Quindi, l’artista di questo mese, lo sfuggente POP Invader, gioca con noi, amalgamando, ma meglio sarebbe dire confondendo, simboli, iconografie, storia antica, cronaca contemporanea, e ci confeziona, letteralmente, un vero e proprio “codice d’abbigliamento per l’estate 2020”, come recita ironicamente la traduzione del titolo in inglese della stessa.
Dovremo tutti tornare a vestirci come i medici della peste per poter convivere con la pandemia da Coronavirus?
La risposta dell’artista pare dire di sì, se è vero ciò che ogni giorno osserviamo nelle nostre città, dove la mascherina è diventata un accessorio non solo obbligatorio per legge e necessario per la salute, ma anche il nuovo terreno di sperimentazione di brand e case di moda,che cominciano a proporci mascherine griffate, adatte ad ogni occasione: dalla cena galante alla serata informale, dalla nottata sexy all’avventura metropolitana.
Ed allora, cosa ci suggerisce POP Inavder?
Forse, attraverso il suo irriverente intervento, ci dice che le pandemie, come le mode, sono cicliche e transitorie?
Oppure che non importa quanto siamo evoluti e tecnologici, perché saranno mascherine e distanziamento sociale a debellare questa nuova peste?
Od ancora che probabilmente, in un prossimo futuro, i nostri pronipoti, osservando le immagini di questa epoca, crederanno che la mascherina chirurgica sia una maschera della tradizione carnevalesca o della commedia dell’arte?
Forse vuole dirci una o tutte e tre queste cose, noi non possiamo saperlo con certezza, una cosa però l’avvertiamo con estrema sicurezza: quest’immagine non è stata creata solo per stupirci e farci sorridere, guardando la copertina di POP Invader avvertiamo una strisciante inquietudine che, come un brivido, risale la nostra spina dorsale e arriva alla base del nostro collo, e da lì si insinua nel nostro cervello, quello che vediamo in questa opera è la nostra immagine riflessa, fintamente bardata in una apparente sicurezza, con un insieme di elementi (il cappello, la maschera, gli occhiali ed il mantello) che dovrebbero spaventare il “male oscuro”, la nuova “morte nera”, ma che in realtà finiscono per spaventare solo i nostri interlocutori e noi stessi che ci specchiamo in essa.
POP Invader è uno pseudonimo, un nickname dietro cui si nasconde un artista di cui non sappiamo sesso, età e provenienza, un artista, ma potrebbe essere anche un collettivo, che fa delle vere e proprie sortite artistiche all’interno del web, sottraendo, rubando alle volte, delle immagine esistenti che poi elabora in maniera creativa e sorprendente.
“The dress code for summer holidays”, l’ironica, e al tempo stesso drammatica, Copertina d’Artista di questo mese di Agosto 2020, è la seconda prova di questo artista per il nostro mensile, dopo la bella copertina di un anno fa, dedicata alla moda.
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