Una strana immagine fa da copertina al nostro magazine questo mese. Si tratta di una macchina assemblata con diversi pezzi, un curioso Frankenstein composto da una caffettiera moka, una maschera antigas, la sezione trasversale ed esplosa di un motore a scoppio e la motrice di un camion. La cosa sorprendente è che, per quanto bizzarra, questa macchina impossibile ha una sua compiutezza stilistica, una sua logica intrinseca, una sua elegante complessità.
Più la guardiamo e più ci rendiamo conto che deve avere sicuramente un suo funzionamento, una sua ragion d’essere, un suo perché. Ma, cosa mai possono avere a che fare tra loro elementi così eterogenei?
Proviamo ad analizzarli uno ad uno, forse ne verremo a capo.
L’elemento predominante è la caffettiera moka, che conosciamo fin troppo bene, la vediamo ed adoperiamo almeno due volte al giorno. Sappiamo che è un simbolo dell’italianità, cosa c’è di più italiano del caffè fatto con la moka?
Il secondo elemento che salta all’occhio è la maschera antigas che fa da base alla caffettiera: in periodo da epidemia di Coronavirus, questo elemento ci è fin troppo familiare. La maschera che vediamo però è una di quelle militari, denominate Anti – NBC (Nucleare Biologica Chimica), pensate per quegli scenari di guerra dove vengono usati agenti patogeni, chimici e radioattivi.
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Questo particolare momento necessita di una azione collettiva che vada oltre il semplice ottimismo che da solo non basta, anche se comunque aiuta. Solo insieme si può uscire da questa situazione.
Il terzo elemento degno di nota è la motrice del camion che sorregge e trasporta tutti gli altri elementi. Un camion normale che ricorda le motrici degli autotreni.
Infine, l’ultimo elemento, la sezione trasversale ed esplosa (ossia aperta su di un lato per vedere gli elementi interni ed il funzionamento degli stessi) di un motore a scoppio. Simbolo della mobilità, della motricità e della potenza.
L’opera e gli elementi che la compongono sembrano il progetto per un assemblage artistico come quelli molto in voga degli anni ’60 e ’70 del secolo scorso. Ma l’opera richiama anche i giochi della nostra infanzia, quando smontavamo (in realtà rompevamo) i nostri giocattoli e ci divertivamo ad rassembrarli con grande fantasia, creando giochi e scenari tutti nuovi dove farli muovere ed agire.
Ed è proprio l’elemento fanciullesco che emerge prepotente nell’opera che ha anche un titolo ironico e divertito, “Un Caffè e si riparte”, realizzata, nonostante gli elementi meccanici che la compongono, con grande sensibilità e delicatezza da Riccardo Antonelli, l’artista di questo mese.
Nell’opera, l’Antonelli ha profuso in una sintesi sublime tanti elementi della più stringente quotidianità: la maschera antigas che ci parla di rischio contagio da Coronavirus; la caffettiera moka che ci parla di Made in Italy, di Italia; il motore a scoppio che ci parla di trasformazione, energia, calore e movimento; il camion che ci parla di strade da percorrere, ripartenze, viaggi.
Insomma, l’artista ci parla di tutti quegli elementi che saranno decisivi per far ripartire questo nostro Paese ad emergenza finita, e ne inserisce un altro: questa macchina impossibile, questo giocattolo Frankenstein ci dice che per ripartire avremo bisogno anche di creatività, gioco e spensieratezza.
Avremo bisogno di riscoprire questo strano Mondo post Coronavirus con gli occhi sorpresi e gioiosi propri dei bambini, o degli artisti, perché è solo ripensando il nostro rapporto con gli altri, la malattia, la tecnologia, la natura ed il mondo che eviteremo che succedano altre crisi come quella che stiamo vivendo.
Riccardo Antonelli nasce nel 1976 a Città di Castello (PG). Vive e lavora a Sansepolcro (AR). Diplomato all’istituti statale d’arte “G.Giovagnoli” di Sansepolcro, porta avanti la sua ricerca influenzato inizialmente dagli artisti impressionisti. Nel primo periodo si concentra sul ritratto e sul paesaggio. In seguito inizia una ricerca che si amplia fino alla scultura e alle installazioni, anche in relazione alle residenze artistiche, in Italia e all’estero, che ha vissuto.
Le contaminazioni e le passate esperienze lavorative hanno fortemente influenzato la sua cifra stilistica e il suo lavoro incentrato sulla costruzione di meccanismi surreali che raccontano suggestioni e tematiche varie. Particolarmente importanti nel suo percorso le presenze alla Biennale di Firenze nel 2009, Biennale di Roma nel 2014 e la collaborazione con il Ministero dei Trasporti nel 2011, quando viene chiamato a realizzare un’opera per la campagna nazionale sulla sicurezza stradale.
Ultime mostre e residenze:
2019
Innesti, Palazzo Alberti, Sansepolcro;
2°Piano Art Residence, Z.N.S. Project, Palagiano (Taranto).
2018
Mutatio, Auditorium Santa Chiara, Sansepolcro;
Artcevia International Art Festival, Arcevia;
Ritratti Contemporanei, Aurum, Pescara;
Biennale di Frosinone e Anagni;
Percorsi D’Arte 2018, Villa Magherini Graziani;
Antonelli, Tuscher, Cortona;
Ritratto a Mano 4.0, Caramanico Terme;
Artist Residence, Velden am Wörthersee, Austria.
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