Un’immagine piena di brio ed ironia fa bella mostra di sè sulla copertina di questo numero di Smart Marketing. Vediamo una bella ragazza che risponde al telefono, seduta ad una scrivania, in quello che sembra a tutti gli effetti un ufficio. Ma subito qualcosa in quest’immagine ci incuriosisce: l’abbigliamento, gli accessori indossati dalla donna, la sua acconciatura, ma anche l’arredamento e gli strumenti ed apparecchi presenti sul tavolo ci fanno capire che siamo all’incirca negli anni ’60 del secolo scorso, e che quella che vediamo è probabilmente una collaboratrice aziendale, una segretaria, al lavoro in una azienda.
L’artista di questo mese decide di affrontare il tema Tutto è Comunicazione ambientando la sua opera in un recente passato, in quei mitici anni ‘60 contraddistinti da una crescita economica, da un ottimismo nel futuro e da un progresso tecnologico senza precedenti. La ricostruzione post bellica cominciata alla fine della 2* Guerra Mondiale e proseguita per tutti gli anni ’50 faceva correre le economie mondiali, ma soprattutto quelle europee, con la Germania e l’Italia in testa a tutte, tanto che nel caso delle economie tedesche e italiane si parlerà di boom economico e addirittura miracolo.
Tutto nell’immagine di copertina di questo numero ci parla di progresso tecnologico ed anche ottimismo: oltre al telefono a filo, che per primo accorciò le distanze globali, vediamo una macchina da scrivere e nella cornice ovale alle spalle della ragazza vediamo una foto o, forse, il riflesso di uno specchio, nella quale la stessa ragazza sta scattando una foto con una fotocamera portatile. La conversazione che la donna sembra avere al telefono, vista la postura e l’espressione del viso, ci pare avvenga con un’amica più che con un cliente o un fornitore, magari in un momento di pausa dall’orario di lavoro.
Una cosa è certa, in quest’opera tutto ci parla di comunicazione: quella telefonica, quella fotografica, quella scritta del taccuino e della macchina da scrivere, quella non verbale del corpo e delle espressioni del viso della protagonista. Antonella Zito, l’artista di questo numero, è riuscita a condensare tanti modi di comunicare in un’immagine che è anche un omaggio alle riviste di moda degli anni ’60 e all’arte Pop.
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Non esistono fatti, ma solo interpretazioni. La nostra vita, la società e il nostro mondo è permeato dalla comunicazione. Conoscerla ci aiuta a comprenderla e ad essere più consapevoli.
Antonella Zito è una nostra vecchia conoscenza, sua è la Copertina d’Artista “Pop Politique” dell’aprile 2016, e vale la pena ricordare che le sue fotografie, come in questo caso, sono messe in scena fortemente elaborate che l’artista realizza attraverso la realizzazione di set altamente progettati e all’uso di modelli e modelle, ma meglio sarebbe dire attori, abbigliati di tutto punto che mettono in scena una realtà che, dopo successive rielaborazioni fisiche e grafiche, diventa allo stesso tempo artefatta e vera, surreale e reale, finta eppure autentica.
L’artista fotografa scene e situazioni fortemente elaborate che noi spettatori sappiamo essere delle messinscene, ma che, cariche di simbolismo e di messaggi, ci restituiscono una realtà più vera del reale, una realtà 2.0, potremmo dire.
Come già scrissi a proposito della sua prima Copertina d’Artista, Antonella Zito: “condensa una serie di categorie contrastanti: realtà e finzione, verità e menzogna, documentario e fiction; capiamo, con non poco stupore, che la foto realizzata dall’artista è, sì, uno scampolo di mondo colto in flagrante, ma che questo set è pure una messa in scena estremamente elaborata. Insomma, non è la realtà e basta, ma è uno stadio evolutivo della realtà, successivo, superiore, la fotografia è decisamente surreale”.
Antonella Zito (classe 1988), è nata Francavilla Fontana (BR), ma attualmente vive ed opera ad Amsterdam. Grafica pubblicitaria, fotografa e video maker, come molti altri artisti della sua generazione padroneggia con estrema naturalezza media, tecniche, strumenti e materiali differenti.
Il suo stile e le sue tematiche si ispirano alla psicologia e a tutto ciò che parte dal singolo individuo, per giungere alla società e all’ambiente. Le sue foto appartengono al genere della “Staged Photography” in cui, attraverso la cura del minimo dettaglio, si ricreano situazioni vissute, ambienti e personaggi raccontati con un approccio introspettivo, ribaltato verso l’esterno.Anche i suoi lavori di video arte si basano sugli stessi principi della fotografia, in cui spesso reale e surreale si fondono.
Suoi lavori sono stati esposti e proiettati in gallerie, fondazioni, musei e festival in Italia ed Europa.
Per informazioni e per contattare l’artista: www.antonellazito.it
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