Si sente sempre più spesso parlare di Tweetpolitics, segno che Twitter nonostante la recente crisi che sta vivendo, sia sempre più usato non solo dalle celebrità ma anche nella comunicazione politica italiana ed internazionale e stia diventando il centro del dibattito pubblico. Possibilità di disintermediazione che ha portato alla capacità di aggregare conversazioni, immediatezza del linguaggio e veloce propagazione dei contenuti ne fanno uno strumento adatto a quella politica che sempre più usa la Rete al fianco dei mass media tradizionali.
Twitter dunque come luogo di osservazione della rappresentazione della politica, ruolo di una narrazione rete-centrica che ha cambiato il rapporto tra politica e cittadini, elemento questo ben rappresentato dal caso del Movimento 5 Stelle.
Potremmo pensare a Twitter come nicchia evolutiva nel panorama dei mass media, come una realtà che rende immediatamente visibili a tutti una molteplicità di sfere pubbliche raccontate con immediatezza grazie all’uso di immagini forti e al linguaggio diretto. Basta un hashtag (pensiamo ai recenti #bastaunsi e #votono del referendum costituzionale) per raccogliere pensieri che uniscono la quotidianità del cittadino e la politica dei grandi nomi italiani, consentendo una auto-rappresentazione della sfera pubblica che non è coinvolta nella mediazione dei mass media.
Proprio in quest’ottica Twitter si fa interessante, al di là del numero di utenti attivi in Italia che sono oggi quasi 5 milioni. Ma che uso fanno i politici di questo strumento? Oggi Twitter viene utilizzato per la gestione in prima persona (anche se spesso dietro ogni politico c’è un ufficio comunicazione che ne segue i profili social) della propria immagine e comunicazione unita alla creazione di una relazione più diretta e informale con i cittadini.
Con Twitter la comunicazione politica di è evoluta in ottica di fare personal branding grazie ad hashtag studiati ad hoc: oltre a quelli dedicati al referendum vorrei ricordare i precedenti #lavoltabuona di Matteo Renzi e #chiedoasilo di Matteo Salvini. Ma è nata anche la possibilità attraverso questo mezzo di ascoltare le richieste dei cittadini, testare temi elettorali, parlare come agenzia stampa ai pubblici connessi ai media.
Pensiamo al profilo Twitter del Presidente del Consiglio, aggiornato con anticipazioni politiche e decisioni e i cui tweet vengono molto spesso ripresi per fare da titoli agli articoli dei principali quotidiani. Twitter quindi anche come fonte informativa della politica e come cassa di risonanza dei messaggi proposti dalla televisione. Da notare come sia Matteo Renzi che Matteo Salvini scrivano dei tweet affermativi (si concludono con un punto esclamativo) per attivare la comunità o lanciano hashtag studiati per costruire visibilità con strategie tipiche delle celebrità della musica e dello spettacolo.
Politica quindi sempre più digitalizzata, con tutti o quasi i rappresentati dei partiti che hanno una presenza su Twitter più o meno attiva, con i migliori esponenti di questo modo di comunicare da ritrovarsi forse proprio in Matteo Renzi o Beppe Grillo.
Ma Twitter può rappresentare un efficace strumento per fare politica anche all’interno delle amministrazioni comunali e regionali, qualora se ne seguano alcune regole di base.
- Attenzione all’avatar che deve comprendere un’immagine ben leggibile e inconfondibile su tutti i profili social.
- Aggiornamento costante, consiglio che per quanto banale spesso viene trascurato per mancanza di tempo portando quindi il profilo a perdere efficienza. Un consiglio in più? Usare i tool per la programmazione come Hootsuite.
- Una voce unica: è importante scrivere tutti i Tweet con lo stesso stile di comunicazione anche se nella realtà sono più persone a occuparsi dell’account.
- Educazione: è vietato nel modo più assoluto essere volgari o postare commenti inappropriati in quanto i follower cercano informazione.
- Sfruttare tutto: Twitter offre molteplici strumenti che vanno al di là del semplice hashtag o condivisione di foto e video ed è bene sfruttare tutte le potenzialità offerte dal mezzo variando le pubblicazioni e alternando la tipologia del contenuto.
Twitter quindi come risorsa fondamentale per fare politica e comunicare rapidamente ai sostenitori durante la campagna territoriale. Seguire questi piccoli consigli permetterà al politico di muoversi in modo sicuro e proficuo e approfittare della sana visibilità che questo social dona naturalmente.