Jessica Palese (23)
Lezioni obsolete e scarsa attenzione verso l’innovazione.
Questo è il risultato di un’indagine condotta da Skuola.net su un campione di circa 4 mila studenti. In una realtà iperconnessa, con dispositivi tecnologici diventati ormai estensione del corpo umano, scopriamo una scuola italiana che non riesce ad essere al passo con i tempi, che non sa come rivolgersi alla generazione degli smartphone e dei tablet.
Forti lacune si registrano già sull’utilizzo di comuni tool digitali: 2 studenti su 3 raccontano infatti di non aver mai usato app durante le ore di lezione e 8 studenti su 10 dicono di non aver mai creato un blog con i loro insegnanti.
Secondo l’indagine, la conoscenza del mondo digitale non si apprende tra i banchi, infatti 3 ragazzi su 5 raccontanodi aver imparato ad usare gli strumenti tecnologici fuori dagli istituti scolastici. Il 77% degli studenti intervistati dichiara inoltre che sono mancati corsi per migliorare le conoscenze digitali e informatiche.In pochi, dunque, completano il corso di studi sapendo cos’è un programma di coding o Arduino, con ripercussioni sul loro ingresso nel mondo del lavoro 3.0. Gli adolescenti vivono comunque online, e soprattutto sui social, ma non è detto che sappiano starci nel modo giusto, basti pensare ai casi di cyberbullismo e di violenze legati al web.3 studenti su 5 dichiarano che non è mai stato organizzato un incontro sul corretto uso di internet e dei social contro i rischi della rete.
Daniele Grassucci, responsabile della comunicazione del portale Skuola.net, sottolinea come questi dati confermino la scarsa attenzione della scuola italiana verso le nuove tecnologie, neppure per quelle di uso comune. La conseguenza è il ritardo italiano nelle nuove professioni digitali e la difficoltà di reclutamento da parte delle aziende che ormai lavorano in un mondo iperconnesso.
Come sopperire allora a queste lacune tecnologiche?
A fine settembre, il Governo Renzi presenterà un piano nazionale “Scuola digitale” per diffondere le conoscenze informatiche e un corretto uso della rete tra gli studenti italiani. Lo ha annunciato il digital champion italiano Riccardo Luna a Genova durante la firma del primo protocollo d’intesa tra Comune di Genova e Digital Champions Italia. Luna ha sottolineato che sono previsti ingenti fondi affinché le scuole possano dotarsi di strumenti digitali e ogni istituto sarà invitato a scegliere un “campione digitale”, un referente capace di diffondere la cultura digitale tra le giovani menti. Dal Ddl la Buona Scuola,approvato in via definitiva lo scorso luglio, è prevista infatti l’elaborazione di un Piano nazionale per la scuola digitale, con risorse per la didattica e la formazione dei docenti, da strutturare con un finanziamento ad hoc. La riforma prevede un bando di 300 milioni per la costruzione di scuole altamente innovative dal punto di vista architettonico, impiantistico, tecnologico. Scuole “green”, caratterizzate da nuovi ambienti di apprendimento digitali. 90 milioni saranno stanziati per l’innovazione didattica e la creazione di laboratori territoriali, per orientare i giovani al lavoro e contrastare la dispersione. Sul digitale e l’innovazione l’investimento sarà permanente: dopo i primi 90 milioni, ce ne saranno altri 30 all’anno a partire dal 2016.
In arrivo anche la Carta elettronica per l’aggiornamento e la formazione dei docenti, un voucher di 500 euro all’anno da utilizzare per l’aggiornamento professionale attraverso l’acquisto di libri, testi, strumenti digitali, iscrizione a corsi, ingressi a mostre ed eventi culturali. Sarà inoltre creato un Portale unico dei dati della scuola con la pubblicazione di tutte le informazioni relative al sistema di istruzione: bilanci degli istituti, Anagrafe dell’edilizia, Piani dell’offerta formativa, dati dell’Osservatorio tecnologico, curriculum vitae degli insegnanti, incarichi di docenza. Riflettori accesi anche sulle competenze digitali: coding e pensiero computazionale verranno inseriti nel percorso didattico della scuola nella primaria mentre un piano “Digital Makers” verrà inserito nella secondaria.
La scuola italiana, riparte dal digitale.