La “sostenibile” leggerezza dei film di natale con…i soliti vecchi amici

0
30
Nell'immagine dei ragazzi guardano un film al cinema e mangiano dei popcorn - Smart Marketing
Immagine da Freepik.

Come dice il cantautore romano Antonello Venditti, in una celebre strofa di Amici mai: “certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano. Amori indivisibili, indissolubili, inseparabili”.

Sembra proprio la storia infinita, tormentata, piena di colpi di scena e di ritorni improvvisi, del classico film di Natale all’italiana. Se mi dicessero che siamo nel 2008, che Silvio Berlusconi è presidente del Consiglio dei Ministri, che l’Italia del calcio è campione del mondo in carica e che la scelta dei film italiani di Natale in sala è composta dal cinepanettone di Christian De Sica, dall’alternativa del solito grande Leonardo Pieraccioni e dal solito film “monicelliano” o “risiano” di Ferzan Özpetek, credo che nessuno possa trovare il coraggio di contraddirmi.

Eppure di acqua sotto i ponti ne è passata tanta, sedici anni sono passati da allora e di colpo in sala, sembra non essere cambiato nulla. Non può essere soltanto un caso che l’anno del ritorno in massa del pubblico al cinema coincida con il ritorno dei volti storici natalizi degli ultimi 20/40 anni. C’è forse anche un effetto nostalgia a guidare la ripresa del cinema italiano nell’immaginario popolare, capace di sganciare il pubblico dalla tiepida pigrizia di un divano, di una piattaforma digitale e di un cesto di pop-corn, che in fondo può essere sgranocchiato anche fuori dalle mura domestiche.

Non c’è stata nessuna progettualità, è ovvio, ma è bello pensare che il ritorno alla sala “natalizia” di tutti i più grandi artefici dell’epocale successo dei cinepanettoni “desichiani” e dei cinecantuccini “pieraccioniani”, sia stato frutto di una scelta corale. Certo, le formazioni sono per la verità un po’ mischiate, ma fa nulla, i volti sono quelli. Alessandro Siani per esempio, aveva iniziato la sua carriera cinematografica nel 2006, proprio sul set di uno dei classici cinepanettoni post-boldiani, ma con Christian De Sica: Natale a New York, di Neri Parenti. A quell’epoca Leonardo Pieraccioni stava preparando uno dei suoi film più belli, ovvero Una moglie bellissima, che sarebbe uscito in sala nel Natale dell’anno successivo. Qualche anno dopo, a partire dal 2012, il cinepanettone classico iniziava a mostrare la corda e cosi Aurelio De Laurentiis, lo storico produttore del genere, si inventò alcune varianti, aumentando le parti comiche a discapito delle solite situazioni scatologiche che ormai non divertivano più. E allora arrivarono Lillo Petrolo e Claudio Gregori, in arte Lillo & Greg, a coadiuvare Christian De Sica nelle solite avventure natalizie: nacquero dunque Colpi di fulmine e Colpi di fortuna, entrambi di Neri Parenti, entrambi portatori di un linguaggio diverso all’interno dell’infinita saga dei cinepanettoni.

Poi continuarono da soli, con Un Natale stupefacente (2014), Natale col boss (2015) e Natale a Londra- Dio Salvi la Regina (2016). Quindi anche quello di Lillo Petrolo, in coppia con Christian De Sica in Cortina Express (2024), di Eros Puglielli, è a tutti gli effetti un ritorno al film di Natale. Peraltro scoppiettante, perché entrambi, pur spogli dei loro storici partner (Massimo Boldi e Claudio Gregori) dimostrano un insospettabile affiatamento e una grande alchimia di coppia. De Sica è il solito imbroglione di “vanziniana” memoria, Lillo è il solito poveraccio romano che si finge quello che non è. Eppure trascinano meravigliosamente un film, che già nel titolo ci riporta ai fasti dei vecchi cinepanettoni. Il risultato è in sé più elegante, si ride (molto), ma si evitano anche le gag scatologiche dei vecchi tempi. A chiudere il cerchio su una certa operazione “nostalgia” c’è anche Isabella Ferrari, sempre stupenda (anche a 60 anni), che ritrova Christian De Sica a 41 anni di distanza da Sapore di mare (1983), di Carlo ed Enrico Vanzina, e con lui in un ultima bellissima sequenza, va via in Spider verso nuove avventure.

Nell'immagine un ciak è ricoperto dai popcorn - Smart Marketing
Immagine di Racool_studio da Freepik.

Le palme di “Re” del Natale 2024, vanno però ad Alessandro Siani e Leonardo Pieraccioni, che con il loro Io e te dobbiamo parlare, per la regia del primo, stanno riempiendo le sale, come i bei tempi andati: un vero e proprio ritorno al passato. Siani a quando con Il principe abusivo, nel 2013 fu per la prima volta campione di incassi, proprio al suo debutto dietro la macchina da presa; e Pieraccioni ai tempi in cui fu soprannominato il “Golden Boy” del cinema italiano e si laureava pluri-campione di incassi del cine-Natale italiano: I laureati (1995), Il ciclone (1996), Fuochi d’artificio (1997), Il paradiso all’improvviso (2003), Ti amo, in tutte le lingue del mondo (2005), Una moglie bellissima (2007). Questo sarà dunque il settimo Natale degli ultimi trent’anni, con Pieraccioni campione di incassi assoluto, un record mai raggiunto da nessun altro. Peraltro Siani e Pieraccioni dimostrano con l’attuale film in sala, che per un inspiegabile alchimia “naturale” l’accoppiamento di un grande comico napoletano con un grande comico toscano, dà risultati davvero eccellenti.

Lo avevano constatato prima Massimo Troisi e Roberto Benigni, poi Vincenzo Salemme e Giorgio Panariello e quindi Siani e Pieraccioni dimostrano l’efficacia del detto popolare “non c’è due senza tre”. Certo, da un punto di vista storico e critico, appare una bella furbata quella che ha pensato il buon Siani di abbinarsi a Pieraccioni. Pensateci. Quando Totò nel 1955 iniziava a calare cinematograficamente, il suo produttore Gianni Buffardi gli consigliò: “principe, perché non ti abbini con un grande attore, nonché tuo amico come Peppino De Filippo?”. L’idea era quella di rilanciare la propria carriera cinematografica abbinandosi ad un attore di pari valore. L’operazione Siani-Pieraccioni odora di questo: cosa può succedere alle carriere di due grandi comici, un po’ in discesa se li metti insieme? Ovviamente l’effetto fionda. Cioè quello che sta accadendo. Sul lato più pratico Siani è il solito, Pieraccioni invece dimostra di aver fatto un grandissimo lavoro d’attore nell’adattarsi ad una situazione comica che non è quella classica delle sue favole a lieto fine e del suo sottobosco di caratteristi toscani. Qui è l’attore toscano che entra nell’humus ambientale del Siani partenopeo. E’ però azzeccatissima l’idea di inserire la coppia in un contesto, del tipo di Piedipiatti, film del 1991 dove troviamo Renato Pozzetto ed Enrico Montesano in una storia comico-poliziesca molto interessante.

E poi c’è il film di Ferzan Özpetek, ovvero Diamanti, la solita commedia evoluta, impegnata, sofisticata del grande regista italo-turco, che dimostra di aver fatto suoi tutti i dettami dei grandi registi della commedia all’italiana (Luigi Comencini, Mario Monicelli, Dino Risi, Ettore Scola) e di essere in grado come pochi altri, di restituire quella professionalità d’altri tempi, al servizio del suo modo di fare cinema e di una commedia all’italiana moderna e adattati ai tempi attuali.

Insomma, che bello ritrovare tante persone al cinema e che bello ritrovare i soliti cari vecchi nomi, che sono un po’ come i soliti cari vecchi amici: volti familiari che fanno parte di noi, della nostra cultura e del nostro immaginario comune.

Hai letto fino qui? Allora questi contenuti devono essere davvero interessanti!

Iscriviti per restare in contatto con Smart Marketing. Senza perderti nulla!

Non inviamo spam! Leggi la nostra Informativa sulla privacy per avere maggiori informazioni.