Ivan Zorico (353)
Il 25 novembre si celebra la “Giornata Internazionale contro la Violenza sulle Donne” istituita dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite nel 1999. Così dice Ban Ki-moon (Segretario Generale delle Nazioni Unite): “La violenza contro donne e ragazze è una violazione dei diritti umani, una pandemia pubblica e un serio ostacolo allo sviluppo sostenibile. Impone costi immensi a famiglie, comunità ed economie. Il mondo non si può permettere di pagare questo prezzo.”
A livello mondiale si reputa che nell’arco dell’intera vita il numero di donne vittima di violenza o di tentativo delle stessa sia pari ad una donna su tre. In Italia, secondo i dati in possesso da zeroviolenza.it sono 6 mln e 788 mila le donne che hanno subito violenza, fisica o sessuale, nella propria vita.
Violenza sulle donne che ahimè va sommata ad un’altra grande nefandezza umana, anzi quasi totalmente maschile (la mano omicida appartiene ad un “uomo” nel 92,5% dei casi). Da inizio anno, sempre in Italia, si contano 116 donne uccise da mariti, fidanzati, compagni o altri familiari: 62 donne sono state uccise al nord, 23 donne sono state uccise al centro Italia e 31 donne sono state uccise al sud; l’età media delle vittime è di 50,8 anni.
Un vero e proprio dramma. Numeri, che seppure in lieve diminuzione rispetto all’anno precedente (128 donne uccise nel 2015), ci raccontano una tragica realtà.
Per sensibilizzare il Paese a dire definitivamente basta a questa offesa e per accendere i riflettori su un problema purtroppo ancora sottovalutato, è stata organizzata a Roma (sabato 26 novembre) una manifestazione che partirà da Piazza della Repubblica per raggiungere Piazza San Giovanni.
L’invito è quello di partecipare numerosi. E se non potrete partecipare, parlatene con chi vi sta accanto, sui vostri profili social o dove e con chi volete. Ma parlatene. Parliamone tutti. Per dire a gran voce: “io sto con le donne, io sono contro la violenza”.