L’ansia e il successo di Inside Out 2: ci voleva un film per parlare di quello che stiamo vivendo?

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In soli 6 giorni di programmazione in Italia, “Inside Out 2” ha incassato oltre 18 milioni di euro con più di 2 milioni di spettatori, lasciandosi nettamente alle spalle “Bad Boys – Ride or Die”, il quarto episodio della saga dei 2 detective di Miami interpretati da Will Smith e Martin Lawrence, che in una decina di giorni ha incassato poco più di un milione e mezzo di euro (Fonte: Cinetel.it).

Il successo di Inside Out 2 può avere vari punti di osservazione: la lunga attesa rispetto al primo film (ben 9 anni); un pubblico eterogeneo (film d’animazione che tiene insieme grandi, piccoli e adolescenti) ed una generale sana curiosità rispetto ai film d’animazione della Pixar, che ci ha sempre abituati ad assistere a delle opere di pregio.

Ma, al netto di tutto questo, c’è dell’altro; c’è un racconto che parla di noi. La storia di una ragazzina alle prese con l’adolescenza e le emozioni che si porta dietro: non più solo quelle primarie (come nella prima pellicola), ma anche quelle secondarie come imbarazzo e ansia. Emozioni oggi più che mai attuali e con le quali gli adolescenti hanno a che fare tutti i giorni e i loro genitori devono farne i conti. Sarà quindi anche per questo, per il riconoscimento di qualcosa che tocca da vicino, che questo film ha richiamato nelle sale così tante persone.

Secondo l’ultima indagine di Telefono Azzurro, infatti, in Italia 1 adolescente su 5 soffre di ansia e il 75% degli studenti avverte sempre o spesso stress a causa delle pressioni a scuola (Fonte: Rainews.it).

E se allarghiamo un po’ lo sguardo, ci accorgiamo che stress e ansia coinvolgono anche i più grandi: nell’ultimo anno quasi 2 milioni e mezzo hanno presentato un disturbo d’ansia e nel corso della propria vita più di 8 milioni e mezzo di adulti hanno sofferto di un qualche disturbo mentale in Italia (Fonte: Istituto Superiore di Sanità). 

Un tema che, se ci facciamo caso, è ben rappresentato nelle tante pubblicità di prodotti che passano in televisione per contrastare ansia, stress e per dormire meglio. Oltre agli autori di “Inside Out 2”, anche i produttori di farmaci et similia sembrano quindi sapere quale sia il tema del momento. 

Magari un film che parla alla nostra parte emotiva può aiutarci a prendere coscienza di un problema che razionalmente le fredde evidenze delle ricerche non ci fanno percepire come dovremmo. 

D’altronde siamo fatti di emozioni e forse è proprio a queste che dovremmo dedicare maggiore ascolto.

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