Il target ha da sempre interessato gli uffici marketing che cercano di catturare il “cliente tipo” per le loro comunicazioni. E adesso, virus o no, le strategie non sono cambiate.
Se dovessimo dividere in due super macro mega aree potremmo dire che i consumatori si distinguono tra ansiogeni e disinteressati.
I primi sono ancora molto spaventati dal Covid e risultano rassicurati dalle lunghe comunicazioni sulle norme igieniche, dalle informazioni sul distanziamento, dagli spot con gli addetti vendite con la mascherina e dal bisogno di distanziamento sociale.
Gli altri invece, già scettici in pandemia, sembrano infastiditi da queste continue restrizioni e preferiscono comunicazioni che non tengano conto dell’accaduto, quasi a rimembrare i vecchi tempi.
I clienti possono fare la differenza nel favorire oppure ostacolare le aziende. Ed è questo il modo che hanno di rispondere alle loro comunicazioni.
Prima di tutto attraverso il risparmio. La scelta di non acquistare, infatti, è un chiaro segnale della preferenza verso certi beni rispetto ad altri nella scala di valori personale. Secondo i dati del Finacial Times gli italiani nel mese di marzo hanno messo da parte 16,8 miliardi di euro contro i 3,4 miliardi dell’anno precedente.
Dagli studi di Gfk sul lockdown risultano aumentati del 26% i consumi sui beni primari e il 19% degli acquisti on line. Il trend dello shopping in rete sembra aver colpito nel segno tanto che molti negozi hanno deciso di puntare ad una strategia di vendita digitale invece di riaprire con gli store (vedi il gruppo Inditex fatto da Zara & Co che chiude oltre 1000 negozi. E come questa catena ce ne sono tanti altri).
Il consumatore nella fase new normal ha deciso di sdoppiare l’acquisto tra i negozi di prossimità e le multinazionali on line con una attenta scelta delle informazioni, per i beni durevoli e lasciarsi andare agli acquisti compulsivi, per i beni di primaria necessità (Osservatorio Multicanalità 2020 Nielsen).
Non mancano però le frodi, legate spesso alla paura, segnalate dalle Associazioni di tutela dei consumatori. La lista sembra destinata ad allungarsi di giorno in giorno, e non solo per i prodotti sanitari. Primeggiano le pubblicità ingannevoli e le condizioni spacciate per favorevoli che invece erano già previste per contratto.
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La comunicazione è diventata centrale nella vita di tutti noi ed è cambiata molto nell’ultimo periodo a causa dell’epidemia. Abbiamo assistito all’esplosione di nuove piattaforme digitali come Zoom, alla comparsa degli scienziati nei talk show televisivi e ad una comunicazione di brand incentrata su valori diversi rispetto al recente passato.
Dopo un periodo a tinte forti, come quello appena passato, il consumatore si aspetta ancora racconti appassionati, eroi da poemi epici, e perchè no, un po’ di protagonismo. Non passa inosservato qualche “Grazie” detto dalle aziende ai propri clienti che continuano a sceglierle e a farle stare in piedi, nonostante tutto.
Lo studio di Gfk sulla comunicazione in Fase 2 e sulla nuova normalità sottolinea come il consumatore compia scelte etiche ed economiche, rendendo la responsabilità sociale d’impresa un must che fa propendere o meno per l’acquisto di un prodotto.
Così si vedono alcuni supermercati che nel volantino delle offerte propongono solo prodotti italiani, oppure gli hotel che offrono soggiorni gratuiti o scontati per gli operatori impegnati nel Covid. Oppure ancora spot di reti televisive che promuovono la pubblicità su media italiani o su radio locali. L’Italia degli italiani prima di tutto.
Il motto è sempre quello: noi ci siamo, ti siamo vicini, per ripartire.
I media preferiti dagli italiani sono tornati ad essere la TV (+18%) e la rete (+25%) – dati Gfk Eurisko – con una grande richiesta di contenuti informativi e di intrattenimento.
L’entratainment sarà ancora la scelta vincente: dopo tanta chiusura, dalle scuole agli uffici, la voglia di divertirsi e rilassarsi rimane tanta. E il passo successivo è la condivisione, on line sui social, e off line con il contatto personale.
Cosa ci aspettiamo?
Un’estate in relax, con piccoli e grandi sfizi, secondo le possibilità di ognuno. Parola d’ordine: ricominciare a vivere, e a consumare.
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