Quando parliamo di nuove tecnologie e nuovi metodi di comunicazione, il pensiero della maggior parte delle persone va all’Intelligenza Artificiale e alla Realtà Aumentata. Argomenti, questi, che vengono trattati con una frequenza di almeno un articolo alla settimana da fonti attendibili e risonanti nel mondo della comunicazione.
Sono temi caldi, interessanti e allo stesso tempo difficili da comprendere per le persone che fino a poco tempo fa, utilizzavano i social solo come passatempo “sociale” con lo scopo di mettersi in contatto con persone e con un mondo, che grazie all’avvento di internet, ha annullato le distanze geografiche. Lo stesso Forbes, ha rilevato che nei prossimi 12 mesi ci sarà una forte attenzione sullo sviluppo dei “robot” e di tutto quello che ne consegue.
Nulla di nuovo quindi, visto che gli automatismi sono in circolazione da molto tempo, è solo che, grazie alle nuove scoperte in campo tecnologico e comunicativo, in questi giorni, vengono integrati in quasi ogni aspetto della nostra vita quotidiana, senza riuscire a capire quanto spesso li stiamo utilizzando e cosa ancor peggiore quando stiamo interagendo con un computer nella convinzione che sia una persona in carne ed ossa.
Infatti, i bot, sono diventati uno strumento ampiamente utilizzato nella nostra vita quotidiana e ad ora una delle tecnologie di intelligenza artificiale più diffusa. Grazie ai loro software, che diventano di giorno in giorno più complessi e interattivi, sono in grado di completare le attività in modo automatico, senza la necessità dell’intervento umano.
Eliza, Parry, Dr. Sbaitso, Alice, ecc sono solo alcuni nomi dei primi tentativi di chatbot fino ad arrivare a quelli più famosi e riusciti come Siri, Google Now, Alexa e Cortana.
Il “regno” delle chatbot è Telegram, l’app di messaggistica istantanea che più di altre ha accolto questa nuova evoluzione.
E’ solo nell’Aprile 2016 che i bot fanno la loro prima comparsa anche su Facebook. Zuckerberg li ha introdotti nel social più famoso del mondo con una grande novità: la personalizzazione. Infatti questi bot sono costruiti su misura per Messenger. In poco tempo se ne sono registrati oltre 10mila. L’assistente virtuale di Facebook, esegue operazioni realmente complicate come la prenotazioni di viaggi o ristoranti partendo da una semplice chat di richiesta. I robot di messaggistica istantanea sono efficienti poiché sono sempre disponibili e riescono a mettere il clienti a proprio agio. Quando qualcuno ha bisogno di ordinare del cibo, può mandare il messaggero e farlo. Anche le pagine informative utilizzano i robot come mezzo per fornire notizie, distribuire i loro contenuti e attirare l’attenzione dell’utente. Ed è proprio questo lo scopo ultimo dei più innovativi chatbot che si sono diffusi negli ultimi tempi su un altro social molto utilizzato: Instagram.
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Rinunciando completamente alle relazioni e all’interazione tra utenti, i chatbot più diffusi su Instagram sono quelli che permettono di fare follow/unfollow. Questa tecnica prevede che l’utente medio non appena vede il “follow” ovvero il nuovo seguace, si incuriosisca e vada a curiosare nel profilo dell’utente che lo ha appena seguito, possibilmente ricambiando il “segui”. Dopo qualche giorno, il profilo che aveva inizialmente seguito passa all’azione di “disseguire” – unfollow – i vari account che ha seguito, così da mantenere un numero basso di persone seguite; alla fine di questo processo nel più dei casi quel profilo ha guadagnato un nuovo follower, o forse qualcosa in più.
Le opportunità di sviluppo date dalle nuove tecnologie sono davvero tante, e anche le piccole aziende sono chiamate a rispondere in maniera positiva a questi cambiamenti e reinventarsi in chiave tecnologica. I chatbot stanno cambiando drasticamente la maniera con la quale computer e persone interagiscono. Se per il momento siamo abituati ad utilizzare tastiera e mouse, ad esempio, in futuro sempre più spesso parleremo con i nostri PC. Le cosiddette user experience saranno non solo più comode ma anche più divertenti ma soprattutto veloci grazie alla rete e alla viralità dei social.
Tra i pro da considerare vi è ovviamente l’aumento delle interazioni (seppur automatizzata) con i clienti, favorendone la profilazione dell’audience e, quindi, la sempre maggiore specializzazione e personalizzazione dell’offerta. Ma oltre ai già citati benefici nel marketing e nell’assistenza pre e post-vendita dell’ecommerce, i chatbot presentano anche alcuni limiti se volessimo per una volta soffermarci sul significato di “umano”.
In base a quanto scritto finora, possiamo facilmente capire che i ChatBot in un futuro non troppo lontano avranno un impatto sempre maggiore sulle nostre vite e sul nostro modo di comunicare ed interagire.
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