Un anno fa, il Covid-19 ha stravolto le vite di tutti noi, ci ha messo di fronte all’impotenza, alla frustrazione, alla rassegnazione. Non solo. Il Covid-19, la più grande pandemia degli ultimi 100 anni ci ha dato una grossa opportunità: il risveglio digitale. Una sorta di Illuminismo del 2020 che ha portato nuova luce nel caos e nell’oblio della digitalizzazione delle aziende italiane.
Ci ha costretto allo smart working, parola odiatissima dai nostri imprenditori che lo associavano a divano e ozio pagato a loro spese, ci ha costretto a parlare di trasformazione digitale con un ritardo di almeno 10 anni rispetto all’estero, ci ha costretto a cambiare modello di business, a trovare l’alternativa per la sopravvivenza.
In tutto questo le aziende italiane hanno perso la battaglia della cassa integrazione ma hanno vinto quella della digitalizzazione. Un grande passo che può far recuperare molto alle nostre PMI ma che deve essere sfruttato al meglio, come? Lo abbiamo chiesto a Kristian Esser di Menti Locali.
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A distanza da un anno dal primo lockdown, siamo ancora qui a confrontarci con chiusure più o meno generalizzate e con abitudini di vita e di lavoro che fatichiamo ancora a fare nostre. Ecco i nostri suggerimenti per la vostra remote life.
Ciao Kristian, il tuo percorso internazionale nel settore digitale è ricco di innovazione, quale pensi che sia l’ingrediente fondamentale per chi vuole fare impresa oggi e raggiungere obiettivi sfidanti?
Ciao Ilaria, prima di dare una risposta mi sembra giusto fare una fotografia di come vedo gli sviluppi.
I fattori principali che a mio parere saranno fondamentali sono: digitalizzazione del mondo, rivalutazione delle economie locali, trasparenza delle filiere, velocità delle trasformazioni, consapevolezza etica ed ambientale.
Detto questo, penso che le imprese debbano tornare alle radici della loro esistenza, concentrarsi sul nucleo del loro valore ed esprimerlo. Avere il coraggio di diventare di nuovo piccoli mettendo il cliente al centro di un modello ibrido, sia online che offline. Non significa che non possono esistere grandi imprese, ma devono organizzarsi come tante piccole imprese, togliendo il focus sulla estrema espansione creata a scapito del vero contatto tra le persone.
Cosa vuol dire attuare la trasformazione digitale, soprattutto in un Paese come l’Italia?
La trasformazione digitale significa fare uso della digitalizzazione nei processi aziendali e interpersonali al fine di creare un modello di vita più sostenibile, con maggiore distribuzione del valore. Questo implica trasparenza delle informazioni e richiede modelli organizzativi molto meno gerarchici. La trasformazione digitale annulla le distanze e rende possibile lavorare da ovunque. Significa che ogni imprenditore può affidarsi allo specialista migliore per il suo caso, senza dover sostenere costi troppo elevati e tempi di esecuzione allungati dalle necessità di spostamento.
Menti Locali è il tuo ultimo progetto, ci racconti come è nato e quale problema può risolvere concretamente?
Menti Locali è la community per aiutare le imprese ad affrontare la trasformazione digitale, che non è una trasformazione tecnica, ma è soprattutto umana. Implica cambiamenti di percezione e di comportamenti. Io vivo e lavoro ad Amsterdam, ma collaboro molto volentieri con imprese Italiane. Sono convinto che il tessuto imprenditoriale Italiano (oltre 80% PMI) sia un terreno molto fertile per il futuro. L’unica cosa che mancava era potersi connettere facilmente con il resto del mondo. Oggi questo è possibile.
WHY
Siamo ottimisti e crediamo in una economia più responsabile, più equilibrata e soprattutto più umana, dove il lavoro fisico affiancato a quello digitale è parte integrante e appagante della nostra vita.
WHAT
Per affrontare questa trasformazione colleghiamo l’esperienza di specialisti con le esigenze delle imprese. Lavorando insieme online, nella community, abbreviamo sia le distanze che i tempi per risolvere le sfide degli imprenditori Italiani.
HOW
Per poter lavorare insieme a distanza gli specialisti di Menti Locali organizzano e assistono i progetti fornendo gli strumenti necessari. Inoltre in Menti Locali trovi anche percorsi di formazione da seguire online su diversi temi inerenti alla trasformazione digitale. Infine, per conoscersi meglio condividiamo le nostre idee sia nella community centrale aperta a tutti, che negli ‘Smart Office’ privati delle imprese.
Che tipo di aziende e professionisti si avvicinano a Menti Locali, qual è il disagio che vivono oggi?
In Menti Locali diciamo sempre che vogliamo aiutare molto volentieri chi vuole, non chi deve. Affrontare questa transizione tecnologica chiede visione agli imprenditori. Noi li aiutiamo di buon grado a rafforzare la loro visione, ma non vogliamo spendere energia nel dover convincere chi forse non vuole lasciare il ‘vecchio mondo’. Se è così, o sono già troppo in ritardo loro, o non cambieranno mai.
Parlando allora con gli imprenditori che vogliono, essi non troveranno disagi, ma soltanto sfide e opportunità che grazie a Menti Locali possono cogliere ancora meglio.
Quali sono i prossimi passi di Menti Locali?
Siamo in cammino, ma siamo appena partiti. I passi per fortuna li facciamo nella direzione che abbiamo scelto (la nostra missione). In genere si fanno velocemente, talvolta invece bisogna fermarsi un attimo. Vogliamo attirare professionisti Smarty attivi (Smarty è la nostra definizione di professionisti a prova di distanza) e imprenditori che vogliono cogliere le occasioni che si propongono grazie a questo giro di boa epocale. In Menti Locali (vedilo come un ufficio digitale) collaboriamo a sviluppare i progetti necessari. Lo facciamo in Smart Working. A distanza. Oltre alla crescita della community stiamo mettendo molta energia nella Academy che offre piccoli percorsi di formazione per diventare Smarty. Un passo alla volta, ma nella giusta direzione.
Sono online sin dagli inizi. Ho un background di design (Istituto Europeo di Design a Milano) ed ho lavorato freelance per le agenzie pubblicitarie più importanti di Amsterdam. Sono stato docente alla Accademia d’Arti HKU e Creative Director di Tribal DDB. Faccio parte della ‘Board of Inspiration’ della T-Mobile e vengo richiesto da multinazionali come ABN AMRO, CBRE, Generali, Philips per consulenze sul tema della trasformazione tecnologica. Nato in Africa, cresciuto in Italia, ora vivo in Olanda. Ho interventi su BNR Radio ed ogni tanto su Radio24 nel programma 2024.
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