Per il quarto anno consecutivo, anche nel 2024 voglio proporvi un libro al mese, forse due, per raccontare chi siamo, da dove veniamo, dove vorremmo andare e come ci vogliamo arrivare. Perché la lettura può essere svago, intrattenimento, ma anche un valido esercizio per imparare a pensare e sviluppare una certa idea del mondo.
Un libro al mese, in piccole schede, in poche battute, per decidere se vale la pena comprarlo e soprattutto leggerlo. Perché la lettura, come diceva Woody Allen, è anche un esercizio di legittima difesa.
Cosa succederebbe se un giorno entrassimo in contatto con un’intelligenza aliena?
Quali sarebbero i problemi etici, sociali e culturali che dovremmo affrontare per comunicare, comprendere ed interagire con queste intelligenze?
Benché a queste domande abbiano cercato di rispondere una vasta letteratura scientifica ed una ancora più vasta narrativa fantascientifica, in realtà l’incontro con un’intelligenza aliena sarebbe un evento dalle conseguenze davvero rivoluzionarie, imprevedibili e senza dubbio epocali.
Eppure da novembre 2022, ossia da quando OpenaAI ha lanciato ChatGPT, è successa una cosa simile: i chatbot e le AI generative basate su modelli linguistici conversazionali, tipo ChatGPT o Gemini, sono la cosa più simile al primo incontro con una “intelligenza aliena” che l’umanità abbia sperimentato.
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E’ davvero troppo facile trovare nei commenti un certo grado di violenza, opinioni sprezzanti e sentenze passate in giudicato dal tribunale dei social. Tutto può essere scritto, sembra non ci siano limiti.
Ma di chi è la responsabilità?
Infatti le conversazioni sempre più naturali che riusciamo ad avere con queste Intelligenze Artificiali sono, seppur con tutte le differenze del caso, i primi dialoghi che abbiamo con intelligenze di tipo non umano.
Sono dei veri e propri “incontri molto ravvicinati” con intelligenze aliene nel senso etimologico del termine, dal latino alienus, «altrui, straniero, estraneo».
Parte da questa considerazione profonda e piena di implicazioni etiche, sociali e filosofiche l’interessante libro “L’Intelligenza Artificiale di Dostoevskij” del prof. Luca Mari, uscito di recente, anche in edicola, per le edizioni de Il Sole 24 Ore.
L’autore, Ordinario di Misure Elettriche ed Elettroniche presso la Scuola di Ingegneria Industriale dell’Università Cattaneo – LIUC di Castellanza (VA) e docente titolare dei corsi di Analisi dei Dati Sperimentali e Statistica, Progettazione per Sistemi Dinamici e Digital Thinking, inizia spiegandoci la “sostanziale differenza” che sussiste fra sistemi software programmati e sistemi software addestrati; perché solo comprendendo questa basilare e seminale distinzione possiamo, almeno in parte, capire questa rivoluzione tecnologica, sociale ed etica innescata dalle AI Generative.
L’intelligenza artificiale di Dostoevskij
Riflessioni sul futuro, la conoscenza, la responsabilità umana
Autore: Luca Mari
Editore: Il Sole 24 Ore
Anno: gennaio 2024
Pagine: 117
Isbn: 9791254842447
Prezzo: € 16,90
Scritto con un deciso piglio divulgativo, “L’Intelligenza Artificiale di Dostoevskij” ci spiega l’importanza che un’adeguata formazione, educazione e responsabilità dovrebbero avere quando ci approcciamo a queste nuove tecnologie. Perché queste AI Generative ci mettono sì a disposizione un grande potere, ma, come è stato detto, “da un grande potere derivano anche grandi responsabilità”. È nelle nostre mani la decisione di imparare a usare questo potere per diventare persone migliori e contribuire a migliorare la nostra società.
Perché dovremmo leggere “L’Intelligenza Artificiale di Dostoevskij” di Luca Mari?
In un volume di appena 140 pagine Luca Mari affronta sia questioni tecniche che filosofiche intorno al successo e alla diffusione delle AI Generative, il tutto in un tono divulgativo e a tratti anche ironico, che sembra più una lezione che un vero e proprio saggio e che, ponendo al lettore domande intelligenti, lo sprona a riflettere su questioni che sembrano scontate ma che non lo sono affatto.