Anche quest’anno vi propongo un libro al mese, forse due, per raccontare chi siamo, da dove veniamo, dove vorremmo andare e come ci vogliamo arrivare. Perché la lettura può essere svago, intrattenimento, ma anche un valido esercizio per imparare a pensare e sviluppare una certa idea del mondo.
Un libro al mese, in piccole schede, in poche battute, per decidere se vale la pena comprarlo e soprattutto leggerlo. Perché la lettura, come diceva Woody Allen, è anche un esercizio di legittima difesa.
Nel gennaio del 2011, negli studi televisivi del programma Jeopardy!, a Culver City in California, si consumò quella che sarebbe diventata una pietra miliare nello sviluppo delle Intelligenze Artificiali.
Il team guidato da David Gondek, che aveva sviluppato l’Intelligenza Artificiale Watson per l’IBM, stava per esordire in diretta televisiva contro i due campioni umani più importanti del programma, Ken Jennings e Bard Rutter. Il primo deteneva il record per il maggior numero di puntate vinte con 74 puntate consecutive; il secondo era il concorrente che aveva vinto più soldi in tutta la storia del programma, ben 5 milioni di dollari. Erano veramente i due avversari più temibili che Watson potesse incontrare.
Dal canto suo Watson rappresentava l’apice dello sviluppo dell’Intelligenza Artificiale di IBM fino a quel momento e poteva contare su un software ed un hardware davvero impressionanti.
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Le reti neurali, il machine learning e il deep learning, hanno permesso alle intelligenze artificiali negli ultimi 20-25 anni di diventare più efficienti e performanti di noi umani in svariati, ma specifici, campi o compiti. Saremo mai sostituiti dalle macchine?
Il software si chiamava DeepQA (da Question Answering, letteralmente risposta alla domanda) ed era stato sviluppato sulla base di tecnologie relative all’elaborazione del linguaggio naturale, al recupero delle informazioni, alla rappresentazione delle conoscenze, al ragionamento automatico e soprattutto all’apprendimento automatico o machine learning, di cui all’epoca rappresentava uno dei risultati migliori.
L’hardware era altrettanto impressionante: watson disponeva di 90 server IBM Power 750, ciascuno con 8 core, inoltre poteva contare su 16 Terabyte di memoria RAM, che gli consentivano di acquisire e conservare in memoria più di 200 milioni di pagine e processare l’equivalente di 1 milione di libri al secondo.
Il racconto di questa epica sfida insieme a tutta la scienza e tecnologia sottese è al centro del libro “L’Intelligenza Artificiale & le Reti Neurali – Come IBM ha simulato il cervello umano al computer”, 5° volume de “La Matematica che trasforma il Mondo”, pubblicazione a volumi per le edicole dell’editore RBA.
L’Intelligenza Artificiale & le Reti Neurali
Come IBM ha simulato il cervello umano al computer
Autore: Ignasi Belda Reig e Sergio Parra Castillo
Editore: RBA
Anno: 6 novembre 2020
Pagine: 142
Isbn: NO
Prezzo: € 9,99
(Ordinabile online sul sito dell’editore)
Un libro che ci introduce in quelli che sono i settori dell’AI che stanno cercando di simulare e superare il cervello e l’intelligenza umana non solo in compiti specifici, ma anche in compiti complessi come la partecipazione ad un quiz di cultura generale.
Perché dovremmo leggere “L’Intelligenza Artificiale & le Reti Neurali – Come IBM ha simulato il cervello umano al computer”?
Il libro ci racconta attraverso una storia realmente accaduta cosa ha portato le AI agli incredibili sviluppi di oggi, spiegando concetti come reti neurali, l’apprendimento supervisionato, il deep learning, l’apprendimento non supervisionato, l’ottimizzazione numerica, la logica booleana, il machine learning e tutta la matematica insita in questi termini.
Il libro è un’ottima introduzione per comprendere come ragionano ed operano le Intelligenze Artificiali e benché sia un manuale tecnico, nello spirito della collana “La Matematica che trasforma il Mondo” (di cui ho già parlato in un altro articolo), la narrazione è avvincente come quella di un romanzo.
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