Christian Zorico (162)
Atlante figlio di Giapeto e di Climene fu costretto a mantenere sulle sue spalle l’intera volta celeste per essersi alleato con il padre di Zeus, che guidò la rivolta contro gli dèi dell’Olimpo. Nell’Odissea ci si riferisce ad Atlante con un sospiro più poetico, come uno dei pilastri del cielo. La prima vertebra della colonna cerebrale, Atlante appunto, si rifà a questo personaggio, in quanto dedicata a reggere il cranio proprio come il titano regge la sfera celeste.
E cosi in Italia l’11 aprile abbiamo avuto il debutto del Fondo Atlante. Questo Fondo si propone di aumentare la confidenza nel sistema bancario italiano, tuttavia potrebbe non essere dotato di poteri soprannaturali, sia per la dimensione che per i tempi con cui è arrivato.
Ma guardiamo nello specifico di cosa si tratta e soprattutto proviamo ad identificarne alcune caratteristiche che lo rendono, di fatto, anche un intervento fortemente intrinseco di elementi politici. Insomma un contorno che lo allontana dalla premessa mitologica.
Lo strumento di Quaestio Sgr potrà arrivare a regime a raccogliere circa 5.5 miliardi di euro. Le prime due banche italiane Intesa San Paolo e Unicredit conferiranno fino a 2 miliardi insieme, mentre Cassa Depositi e Prestiti sarä chiamata a contribuire per 500 milioni.
Spazio fino al 30 Aprile per la raccolta ultima a cui parteciperanno altre banche più piccole, SGA (società per il recupero crediti incagliati), enti assicurativi e fondazioni.
Tra i “big”, si sono già tirate fuori Mediobanca e Credem, che godono di due situazioni idialliache in Italia, risultando le migliori del sistema.
Questi i tempi già fissati: una finestra temporale fino al giugno 2017, quindi 14 mesi dal lancio, per intervenire direttamente negli aumenti di capitale di banche che mostrano una situazione patrimoniale non sufficiente. Quanto non espressamente impiegato per questi fini, si aggiungerà al 30% destinato alle cartolarizzazioni dei crediti in sofferenza.
E qui due punti da guardare con la lente di ingrandimento. Innanzitutto i crediti in sofferenza, cita il decreto di approvazione, non possono essere ceduti ad un prezzo più alto del valore iscritto al bilancio, book value. Come a dire che non si possono addirittura fare speculazioni, ulteriori, sui non performing loans. Ma evidentemente già cedere qualcosa di non giustamente svalutato ad un prezzo di bilancio risulta una manna venuta dal cielo. E se Atlante ha il compito di ergere il sistema finanziario italiano, qui già si intravede un esercizio delicato, soprattutto alla luce degli ammontari. Traslando le percentuali del grafico in soldoni, abbiamo che l’ammontare globale dei crediti in sofferenza in Italia ammonta a circa 360 miliardi di euro. Il lettore giudicherà da se l’inappropriatezza dello strumento in essere con le proporzioni del problema italico.
Secondo punto è la somma da destinare agli aumenti di capitali di banche che farebbero fatica a incontrare nuovamente la fiducia degli investitori. Popolare di Vicenza e Veneto Banca saranno chiamate ad effettuare un aumento di capitale per complessivi 2.5 miliardi di euro nelle prossime settimane. La garanzia di sottoscrivere quanto non sottoscritto dal mercato, dovrebbe rappresentare il volano in grado di ridare fiducia al sistema creditizio italiano. Ma è evidente che dopo il fallimento delle 4 realtà italiane e il sapore tutto politico legato alle stesse, il fondo Atlante giunge con evidente ritardo.
Quindi riassumendo: ammontare non proporzionale all’entità del problema e tempistica non efficiente sono le peculiarità di un progetto che nel nome dovrebbe avere mire ben più lungimiranti.
Infine, ricorre il problema politico ancora una volta nel processo di fruizione del fondo stesso. Le banche più in sofferenza sono quelle a carattere regionale, spesso legate al territorio sia per la concessione dei crediti che per i rapporti con le amministrazioni locali. Una società indipendente, Quaestio Capital Management, sarà comunque chiamata a fare delle scelte su quali banche aiutare e su quali NPL comprare. Inoltre sempre di politica si parla, ma con un respiro più europeo: il premier Renzi e il governo Italiano dovranno spiegare il ruolo, pur sempre marginale di Cassa Depositi e Prestiti, dal momento che in Europa è vietata ogni qual forma di aiuto di stato alle società in fallimento.
Insomma Atlante, benvenuto al mondo. Hai davanti a te una bella sfida. In questa occasione ti porgiamo i nostri migliori auguri auspicandoci tu possa crescere in un sistema finanziario più in salute di quello attuale. Si tradurrebbe in maggiore credibilità, divenire calamita per nuovi capitali da parte di investitori più rassicurati. Sarebbe infine il volano per il sistema Italia, appesantito dalla enorme mole di crediti deteriorati.