Lo Specchietto Retrovisore – 17/07/2016

0
2292


Christian Zorico (162)

 

 

Immagine3Quattro giornate positive consecutive nella stessa settimana non si vedevano, per l’indice S&P, dal lontano novembre 2014. Ed il filotto completo stava per riuscire se non fosse stato per il ritracciamento avvenuto in chiusura di mercato sulle notizie che provenivano dalla Turchia.

Un attentato tra i più sanguinosi e assurdi a Nizza non è bastato per creare instabilità sui mercati. Da subito la price action di venerdì mostrava quanta forza avesse in serbo ancora l’asset class azionaria. Nella giornata di venerdì, inoltre, i dati provenienti dall’America hanno fatto da volano e fatto segnare nuovi massimi di sempre al Dow Jones. In particolare le vendite al dettaglio più forti delle attese (+0.5% nel mese di giugno quelle al netto di auto, gasoline e materiali di costruzione) rendono sempre più robusta l’idea che il GDP annualizato nel secondo trimestre possa stabilizzarsi tra il 2.5% e il 3%. A supporto dell’inflazione i dati sui prezzi al consumo confermano un trend in atto. Bene anche la produzione industriale, trainata dagli autoveicoli, +0.6% mese su mese rispetto ad un incremento previsto dello 0.3%. Solo l’indice di confidenza dei consumatori è risultato più basso delle attese, sicuramente influenzato dalla portata dell’evento Brexit.

Il famigerato camion utilizzato nell'attentato a Nizza del 14 luglio scorso.
Il famigerato camion utilizzato nell’attentato a Nizza del 14 luglio scorso.

Guardando i risultati aziendali durante la settimana, da miopi diremmo di essere felici per quanto hanno riportato gli istituiti bancari in US eppure, da osservatori minimamente più attenti, notiamo subito che le stime al ribasso avvenute nelle ultime settimane, proprio come da tempo avviene prima della stagione degli utili, ha evidentemente fatto apparire risultati positivi, quelli che altrimenti avremmo considerato mediocri.

E proprio su questo vorrei fare un paio di considerazioni. Cerchiamo da sempre opportunità di investimento. Quasi in maniera spasmodica ricerchiamo rendimento o, tradotto con parole che certi sapientoni della domenica usano per arricchire discorsi finanziari, andiamo a ricercare l’asset class più cheap. Abbiamo avuto qualche segnale durante la settimana che i governativi in effetti non siano poi così a buon mercato. Un po’ di dati positivi (soprattutto sul lato inflazione) ed il rientro graduale del tema Brexit (che ricordiamolo genererà incertezza ancora per qualche tempo) hanno portato il Treasury a rendere circa l’1.56% e il Bund  tedesco a chiudere la settimana in territorio leggermente positivo, 0.003%.

Un uomo in piedi davanti al carro armato dell'esercito turco vicino all'aeroporto Ataturk di Istanbul.
Un uomo in piedi davanti al carro armato dell’esercito turco vicino all’aeroporto Ataturk di Istanbul.

Ma anche l’equity che continuano a definire più cheap rispetto ai bond potrebbe non rivelarsi tale. È evidente che il dividendo promesso dall’asset class azionaria al momento è superiore a quanto offerto dai governativi (in US 2.12% contro l’1.6%) ma bisogna anche osservare che il price earnings dell’S&P è al momento superiore a 20 volte. Stiamo dando un prezzo all’azionario simile ad un bond trentennale, con un rischio duration enorme in questo contesto di rendimenti ai minimi storici e previsione degli utlili non esaltanti. E nello specifico riflettiamo sul fatto che gli indici restano trainati proprio dai settori più difensivi (Utlities, Telecom e Consumer Staples), segno evidente che l’investitore continua a parcheggiare i propri averi nel modo più conservativo possibile. Al tempo stesso in questo environment viene ancora lasciato spazio per sognare livelli più alti. Una normalizzazione dei tassi in US porterebbe settori che hanno sofferto come i finanziari a sovraperformare. Ma di fatto assisteremmo all’ennesima rotazione settoriale, in atto da quasi due anni.

Quello che mi piace ribadire in questa sede è che il premio al rischio per un investitore azionario non è adeguatamente pagato. Se infatti i rendimenti governativi ormai sono schiacciati verso il basso dall’intervento delle banche centrali e non comunicano più i fondamentali dell’economia, anche l’equity potrebbe non essere veritiero. Certamente i flussi in entrata saranno un catalyst importante per l’asset class, ma preferisco guardare nuovamente (già fatto ad inizio anno) a qualcosa che non incorpori alcun rischio: la volatilità ai minimi storici al momento sembra incarnare proprio l’asset class più economica. Se è pur vero che occorre pagare un premio, un carry negativo per essere “lunghi volatilità”, ritengo sia lo strumento ideale per coprirsi da eventuali shock, tipici di un mercato estivo caratterizzato solitamente da una liquidità inferiore rispetto alla normalità.Ricchezza, Azioni e partecipazioni, Mercato, Moneta, Certificato azionario, Borsa Valori, Guadagnare soldi, Finanza

Nel prossimo numero dello “Specchietto Retrovisore” cercheremo di osservare più da vicino il mondo dei corporate bond. Ovviamente daremo ancora spazio alle notizie della settimana, ma andremo ad aggiungere un tassello alle potenziali classi di investimento, in modo da poter navigare in maniera più informata questa estate.

Hai letto fino qui? Allora questi contenuti devono essere davvero interessanti!

Iscriviti per restare in contatto con Smart Marketing. Senza perderti nulla!

Non inviamo spam! Leggi la nostra Informativa sulla privacy per avere maggiori informazioni.