Lo Specchietto Retrovisore. Confronto Padoan-Castelli sullo spread, tra imbarazzi e realtà.

Blog di mercati e finanza a cura di Christian Zorico (rubrica settimanale)

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Porta a Porta, la trasmissione televisiva è da molti considerata il terzo ramo del Parlamento Italiano, è il luogo in cui va in scena un momento esilarante e al tempo stesso triste non della TV italiana ma della situazione politico sociale in cui il Paese riversa.

L’attuale sottosegretaria all’economia Laura Castelli dinanzi ad uno sbigottito Padoan, ex-ministro dell’Economia, arriva a pronunciare le seguenti parole: “Questo lo dice lei!” E lo fa riferendosi ad un passaggio in cui l’ex-ministro spiega come l’andamento dello spread può influenzare il costo dei finanziamenti per le famiglie e le imprese.

Di per se un’ovvietà che non avrebbe bisogno di contraddittorio, eppure l’espressione poco felice proveniente dal “cuore” della Castelli è proprio volta a mettere in dubbio un parere basato su dati oggettivi. L’importante è instillare un dubbio, anche improbabile nelle menti degli elettori, alimentando l’aria di complotto, di poteri nascosti e oscuri, che in qualche modo hanno influenzato per anni le loro vite.

E no, purtroppo non funziona cosi.

Probabilmente quando in passato Beppe Grillo, anima e collante del M5S aveva introdotto il divieto di andare in televisione agli esponenti del movimento, temeva proprio questo. Temeva quel minimo di contraddittorio che pur essendo sempre più raro nei salotti politici è in grado di mettere a nudo le proprie lacune. Purtroppo giunti al governo, non possono più esimersi dal confronto, anche perché l’abilità della Lega nel rafforzarsi in maniera costante fa leva sia sui canali tradizionali che sul Web. E allora gli esponenti del Movimento 5Stelle non possono permettersi di farsi fagocitare così, senza almeno provare ad arginare il “fenomeno” Salvini.

E allora cara Castelli, che lo spread evidentemente abbia delle ripercussioni sul futuro apparato del credito italiano, non lo dice solo Padoan, che pur le dovrebbe bastare per farle salire un minimo dubbio, questa volta lecito, sulla esattezza delle sue riflessioni.
E non è neanche la Commissione Europea, quell’insieme di rigorosi e intransigenti commissari ben distanti dall’interesse nazionale, a rimarcarle in questa circostanza quale ruolo giochi lo spread nel meccanismo di trasmissione verso il credito.
Pensi, è la nostra Banca Di Italia. E pensi che il dibattito è cosi ampiamente ben condiviso che potrei sostituire il Cara Castelli con il più generico <<Caro Mario Rossi>>.

Però abbiamo la fortuna che molti Mario Rossi del suo elettorato, come degli altri partiti politici, hanno lentamente e giustamente utilizzato l’accesso alle informazioni come metro discriminatore del vero, come termometro per giudicare non solo l’esattezza delle informazioni, ma la serietà di un personaggio politico, di un partito infine.

Qui di seguito il link del “Rapporto sulla stabilità finanziaria” di Novembre 2018 e il chiaro passaggio circa gli effetti dello Spread sul sistema Finanziario e sui cittadini: “L’innalzamento dei rendimenti dei titoli di Stato ha implicazioni dirette e rilevanti anche per le famiglie e per le imprese. Il deprezzamento dei titoli riduce il valore degli investimenti in attività finanziarie, compresi quelli effettuati mediante intermediari quali fondi comuni, compagnie assicurative e fondi pensione. Gli effetti negativi dell’innalzamento dei rendimenti possono inoltre comportare per le banche una restrizione dell’offerta di credito al settore privato. Nella fase di elevata tensione dei mercati del 2010-11 un aumento dello spread di 100 punti base ha determinato nell’arco di un trimestre rialzi dei tassi di interesse pari a circa 70 punti base per i prestiti alle imprese non finanziarie e di 30 punti base per i mutui alle famiglie; le condizioni di fragilità che in quella fase caratterizzavano i bilanci dei principali gruppi bancari e delle imprese italiane amplificarono la trasmissione dell’aumento dello spread. L’incremento dei rendimenti dei titoli pubblici si è inoltre associato in passato a una significativa riduzione del tasso di crescita dei prestiti concessi alle imprese dalle banche italiane. Il costo medio dei nuovi prestiti al settore privato è rimasto stabile nel terzo trimestre di quest’anno; i segnali di irrigidimento delle condizioni di accesso al credito rilevati dalle indagini sulle imprese indicano tuttavia che questo meccanismo di trasmissione potrebbe riattivarsi qualora i rendimenti dovessero persistere su livelli elevati. Il maggiore rischio per il Paese percepito dagli investitori si riflette inoltre sull’andamento del mercato delle obbligazioni private, dove i rendimenti sono aumentati anche per le imprese con maggiore merito di credito”.

E purtroppo sono saliti pari passo anche i rendimenti offerti dalle obbligazioni di banche e assicurazioni, che devono scontare bilanci più deboli per via del deprezzamento dei titoli di Stato in portafoglio. Inoltre l’allargamento degli spread delle banche incorpora in chiave previsionale il timore di dover raccogliere, ai prezzi attuali, ulteriori capitali per sostituire parte degli attuali finanziamenti TLTRO in scadenza nel corso dei prossimi anni.
E parliamo ancora di stretta nell’elargizione dei crediti. Non propriamente quella che andate dichiarando come politica espansiva.

Ecco come funziona: glielo dice il mercato.

 Christian Zorico: LinkedIn Profile

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