È l’ultimo articolo prima delle feste natalizie, l’ultimo Specchietto Retrovisore di questo 2017, un anno finanziario che sarà sicuramente ricordato per la volatilità praticamente inesistente sia sull’azionario che sui governativi. Come se tanti anni di “metadone monetario” offerto dalle Banche Centrali non ci avesse ancora abituato a rendimenti così mortificati e valutazioni stellari.
Drogati di performance ogni insignificante correzione (nell’ordine dell’1% molto spesso) è stato motivo per entrare in un mercato che altrimenti sarebbe corso via. E pertanto meglio lanciarsi sul treno anche in corsa pur di non perdere l’opportunità di mettere a profitto i propri risparmi. Teniamo a mente questo treno, ma guardiamo per un attimo gli avvenimenti della settimana appena trascorsa. Partiamo come sempre dal fine ultimo della rubrica, anche perché in questo caso ci aiuta un po’ a riassumere l’anno che si sta concludendo. Certamente ci permette di identificare i temi che ci porteremo al prossimo anno.
In fondo se saliamo su un vagone in corsa sarebbe opportuno sapere con chi si prosegue il nostro viaggio, cosa troveremo nello scompartimento.
E allora, la BCE pur alzando le stime di crescita per l’Eurozona, continua a sostenere l’utilità dell’azione monetaria e ribadisce la necessità di implementazione del piano di acquisti almeno fino al prossimo settembre. Dall’altra parte dell’oceano la Yellen, al suo ultimo speech, dopo aver contestualizzato l’attuale environment che ha portato ad alzare i tassi di riferimento di 25bps, chiarisce che la Federal Reserve è pronta ad effettuare ancora 3 rialzi nel corso del 2018. Tutto questo però, insieme alla Tax Reform da 1.5 triliardi che ormai sembra essere pronta per essere attuata in US, non sembra aver generato la volatilità attesa sui rendimenti dei titoli governativi.
L’azionario ringrazia e trova motivi per un ulteriore spunto al rialzo, ma il flattening della curva insieme ai livelli assoluti del decennale americano, area 2.37%, ci segnala che il mercato pur riconoscendo l’eventualità di un’inflazione più alta, non sembra preoccuparsene strutturalmente. Quasi come se il fenomeno possa risultare come temporaneo.
E allora a questo punto dell’anno, giusto per tornare su quel treno che stiamo prendendo al volo, è davvero cruciale capire quali opportunità reali si possano delineare davanti a noi.
E mi piace in questo frangente valutare un’eventuale investimento in chiave di potenziale downside vs. eventuale upside.
Probabilmente sull’azionario siamo su livelli molto tirati, ma almeno è un’asset class estremamente liquida se comparata al mondo dell’high yield. Sui bond di qualità inferiore inoltre pesa anche il discorso della duration. Pertanto, dinanzi ad un limitato potenziale di performance sui bond governativi, abbiamo la possibilità di subire perdite in conto capitale che difficilmente verrebbero compensate dal flusso cedolare. Dall’altro lato, alle obbligazioni più rischiose forse è meglio preferire l’investimento azionario. Siamo su un vagone più sicuro almeno dal punto di vista delle uscite di sicurezza.
Appuntamento all’anno nuovo con lo Specchietto Retrovisore. Buone vacanze a tutti e auguri per un sereno Natale.
Christian Zorico: LinkedIn Profile