Se dovessimo riassumere e spiegare in un’unica parola cosa si intende per lusso, di certo la parola unicità potrebbe essere quella giusta.
Il mondo del lusso è sempre stato legato al tema dello status symbol, dell’esclusività e dell’estremo ed elevato valore, simbolico e non. Semplificando, bastava sostanzialmente creare l’idea di privilegio attorno al bene o servizio di lusso per aver compiuto un buon lavoro di comunicazione e marketing.
Ma negli ultimi tempi, complice anche l’avvento di nuovi consumatori sul mercato globale – i millennials – e delle nuove tecnologie – il web e i social network –, alla parola lusso si sono affiancati anche altri appellativi: fiducia e trasparenza del brand, ricercatezza dei materiali e della manifattura e innovazione.
A questo nuovo pubblico di consumatori, che risulta essere sempre più rilevante per le aziende del lusso, non basta più avere un prodotto fine a se stesso. Quello che oggi chiedono, e si aspettano, è che i brand siano credibili.
Un lavoro di comunicazione in linea con le aspettative è quindi d’obbligo: storytelling e content marketing su tutti. E le aziende del lusso, che certo non stanno a guardare e sanno cogliere i segnali del mercato, se ne sono accorte. A dimostrazione di quanto detto si può fare riferimento agli accresciuti investimenti in comunicazione compiuti negli ultimi anni proprio sul web: le risorse allocate sulle campagne sui social network sono arrivate al 12% nel 2016. Nel 2012 erano lo 0% dell’intero budget destinato alla comunicazione e al marketing.
Sappiamo che il mondo del lusso è da molti definito il mondo del superfluo e per questo viene osteggiato o magari, celatamente, anche guardato con invidia. Certo, anch’io concordo con il dire che alcuni eccessi del mondo del lusso possano sembrare stridenti, soprattutto in rapporto alla condizione non proprio rosea nella quale tutti viviamo e con la quale quotidianamente ci confrontiamo. Ma, ad una analisi più attenta, possiamo anche guardare un’altra faccia della medaglia.
Questa industria è in grado di generare un fatturato di 1.200 miliardi di euro (dati al 2017) e delle 100 Top aziende per fatturato nel mondo, 29 sono italiane. In Italia, tutto il comparto del lusso, vale 88 miliardi di euro. E questo fatturato è generato da 67 mila aziende italiane che sono costituite, ovviamente, da lavoratori: quasi 600 mila persone. E, quindi, se vediamo l’intera situazione con gli occhi di quest’ultimi, il mondo del lusso appare tutt’altro che superfluo. E non mi sento francamente di dire diversamente.
Cambiare il punto di vista, come sempre, aiuta ad avere una visione di insieme più organica.
Buona lettura e, dato il periodo, auguri di buona Pasqua… o “anche a te e famiglia” se preferite :).
Ivan Zorico