Si è conclusa ieri la 𝗠𝗶𝗹𝗮𝗻𝗼 𝗙𝗮𝘀𝗵𝗶𝗼𝗻 𝗪𝗲𝗲𝗸, di cui attendiamo di conoscere i numeri ufficiali. In questo 2024 della definitiva ripresa post-pandemia, secondo quanto stimato dalla Confcommercio, l’indotto generato dovrebbe aggirarsi intorno ai 70 milioni di euro, in crescita del 22% rispetto al dato pre-pandemico del 2019.
Sono state previste 100.000 presenze (+10%), di cui circa 65.000 stranieri. È stato calcolato che lo scontrino medio si attesterà sui 1000 euro. L’impatto positivo interesserà anche i piccoli commercianti: nelle previsioni, in parte già confermate da varie dichiarazioni ufficiali, si parla di un incremento delle vendite di circa il 10%, il tutto senza considerare i ricavi generati dagli eventi collaterali.
MA QUANTO VALE LA MODA IN ITALIA?
Secondo i dati del Fashion Economic Trends, il 2023 si è chiuso con ricavi per oltre 102 miliardi di euro, con un incremento del 4% sull’anno precedente. L’export è salito del 4,2% e il saldo commerciale fra import ed export ha raggiunto i 40 miliardi di euro.
I principali paesi di export sono Francia, Germania ed USA, mentre la crescita più significativa si è registrata in Francia e Giappone, che hanno segnato un +16%.
EPPURE NON È TUTTO ORO QUELLO CHE LUCCICA.
Benché i grandi brand del lusso si stiano orientando verso una produzione e distribuzione sempre più green, la moda rimane uno dei comparti che maggiormente impattano sul pianeta, come ci ricorda il Sole 24 Ore: “Ogni anno la moda utilizza 93 miliardi di metri cubi d’acqua ed è responsabile di una quota significativa di emissioni di gas serra, stimata tra l’8 e il 10% del totale a livello mondiale”.
A questo proposito, particolarmente significativa è stata l’installazione artistica, quasi un’operazione di guerrilla marketing sociale, messa in atto durante la Milano Fashion Week da Cesvi, Factanza Media e Mirror, che hanno esposto un’automobile distrutta da chicchi di grandine enormi con la scritta “Climate change doesn’t exist”.
E tu, cosa pensi della moda, dei suoi numeri e del suo impatto?