Il MEDIMEX è sempre stato una grande festa, piena di luci, gente, colori e tanta musica declinata nella sua più bella ed alta accezione, gli spettacoli dal vivo, ma anche tutto il mondo che ruota e fa capo alle produzioni musicali.
Giorni bellissimi, nei quali ci si poteva perdere tra suoni, mostre, workshop, confronti, presentazioni di libri, e poi gente, una folla festante che si spostava nelle varie location della città prescelta ad ospitare l’evento, perché il MEDIMEX è stato itinerante e, come la musica che abita in tutti i luoghi ma che non appartiene a nessuno, riempiva strade e piazze che quest’anno, a causa delle misure che comportano il distanziamento sociale, sono rimaste vuote e silenziose.
L’evento però, nonostante tutto, continua a vivere ed animare pubblico, addetti ai lavori, curiosi ed appassionati, che hanno dovuto incontrarsi on-line nella solitudine dei propri appartamenti, ma accomunati dal desiderio e dalla voglia di non lasciare che tutto questo muoia, che l’egregio lavoro fatto finora da Puglia Sounds non venga perduto, affrontando con lo stesso entusiasmo il MEDIMEX D, versione digitale, ma non per questo meno interessante, dell’omologo evento dal vivo; largo, quindi, a webinar, incontri, confronti, dibattiti e workshop, tutto rigorosamente in streaming.
MEDIMEX Digital Edition, come l’omologa versione live, anche quest’anno ha esplorato il mondo dell’industria musicale a 360 gradi, con le sue potenzialità ma anche criticità e trasformazioni ancora più marcate a causa del particolare periodo che stiamo vivendo e che ha messo in crisi l’intero comparto.
Mentre dai social si alzava il grido di aiuto per i tanti lavoratori rimasti a casa a causa del blocco dei concerti dal vivo con l’hashtag #iolavoroconlamusica, trend topic del momento, il MEDIMEX D si preoccupava di fornire strumenti necessari ad affrontare questo cambio di paradigma, dal modo di affrontare la comunicazione digitale ai mezzi per aumentare i follower, insieme ai classici workshop altamente professionalizzanti e rivolti agli operatori del settore.
Accanto alla formazione a numero chiuso, ci sono stati gli incontri e le interviste con musicisti ed addetti ai lavori, curati dal critico e giornalista musicale Ernesto Assante, che durante le varie dirette Facebook si è confrontato con ospiti del calibro di Tommaso Paradiso, Clemente Zard di Vivo Concerti, Ghemon, Chiara Santoro di Google Italia, Francesco Sarcina, Claudio Ferrante di Artist First, Diodato, Riccardo Zanotti dei Pinguini Tattici Nucleari e Andrea Rosi di Sony.
Molti i temi trattati e da molteplici punti di vista, dalle etichette indipendenti alle major per cercare di trovare soluzioni e discutere su nuovi modi di fare musica ed intrattenere, analizzando le perdite del mercato dei concerti dal vivo e dell’indotto, che si stima arrivino fino al 90%, ma anche per interrogarsi su come si possa creare business sfruttando i nuovi canali on-line come streaming e social network, mantenendo costante quel rapporto instaurato con i fan durante il lockdown, senza sottovalutare il grande potenziale delle nuove tecnologie che permettono ai musicisti di lavorare a distanza.
Sensazioni, timori, speranze ed esperienze di chi vive di musica e per la musica, di cui ci piace ricordare soprattutto il racconto accorato di Diodato e del variegatissimo mondo dei musicisti pugliesi al quale Assante ha dedicato una interessante lezione.
Quelli stessi musicisti che l’organizzazione del MEDIMEX ha sempre cercato di valorizzare, fornendo una vetrina internazionale prestigiosa, e che rappresentano il fiore all’occhiello di una regione, la Puglia, che ha fondato anche sui grandi eventi musicali e sull’estro originale dei suoi artisti il fulcro di un’offerta turistica già ricca dal punto di vista naturalistico.
La prima Digital Edition del MEDIMEX 2020 chiude i battenti con all’attivo quasi 100 ore di attività in streaming, 1500 utenti che hanno partecipato a workshop e webinar online, 350 mila persone raggiunte sui social network, circa 70 mila visualizzazioni complessive, 130 mila interazioni su Facebook, 140 mila su Instagram e 50 mila su Twitter.
Numeri da capogiro, che dimostrano, laddove ce ne fosse la necessità, l’enorme potenziale derivante dall’utilizzo strategico degli strumenti on-line, in grado di catalizzare l’attenzione di migliaia di utenti ed aprire nuovi mondi e nuovi mercati anche per tutti quei settori altamente creativi come la musica.
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