Chi, come me, segue il MEDIMEX da tanti anni conosce bene l’aria e l’energia che si respirano durante le giornate dell’International Festival & Music Conference: musica, condivisione, formazione, arte, cultura, promozione del territorio e dei talenti che esprime, soprattutto da quando la location principale della manifestazione si è spostata a Taranto.
Taranto, città dai panorami mozzafiato e dalle molteplici contraddizioni, con tante anime differenti, tante quante la musica ne riesce ad esprimere, sembra essere l’approdo naturale di un Festival che mette insieme amatori ed addetti ai lavori, appassionati e specialisti, multimediale e tradizionale, fisico e digitale, riunendoli in una grande community che cresce di anno in anno, seguendo e rendendo vivo ogni appuntamento tra showcase, incontri d’autore, mostre, film, libri, workshop e talk.
Dopo la scorsa edizione interamente in streaming, il MEDIMEX è tornato quest’anno in forma ibrida, in parte in presenza ed in parte on-line, grazie anche al supporto della piattaforma tecnologica WYTH™, nata con l’obiettivo di aiutare aziende, festival, musei, scuole e organizzatori di eventi a costruire location ibride esclusive e personalizzate, in cui fisico e digitale convergono in un’esperienza totalmente integrata.
La piattaforma WYTH™, pensata per dare un’esperienza più immersiva all’utente, non si limita allo streaming HD degli eventi, ma prevede la possibilità di networking tra gli iscritti, che possono interagire con gli altri partecipanti e con gli speaker, ma anche inserire gli eventi a cui si è interessati nella propria agenda e fissare appuntamenti ed incontri con i professionisti.
Un bel salto di qualità dal punto di vista tecnologico, che apre il Festival al mondo e lo rende più interattivo ed ancor più internazionale: basti pensare che gli appuntamenti in streaming sono stati seguiti, oltre che in Italia, nel Regno Unito, in Germania, Ucraina, USA, Irlanda, Francia, Portogallo, Spagna e persino in Cina, con oltre 20mila visite uniche al sito web medimex.it.
Risultati che lasciano immaginare ed auspicare che la forma ibrida sia la soluzione migliore, per questo e per altri festival, per non rinunciare all’incontro ed al confronto in presenza, ma allargandolo al grande popolo del web, che costituisce il fondamento della grande community che si identifica in questo evento di riferimento per tutto il panorama musicale internazionale.
Se così non fosse, non si spiegherebbe il grandissimo successo di pubblico non solo per gli eventi mainstream, come i numerosissimi showcase e talk con i musicisti più affermati del panorama come Laurie Anderson, Ligabue, Negramaro, Joe Talbot, Malika Ayane, Mahmood, Coma_Cose, Willie Peyote, Gaia, Gemello, Aiello, Motta e Speranza (solo per citarne alcuni), ma anche il grandissimo successo degli eventi riservati alla formazione ed agli addetti ai lavori, con oltre 1500 utenti iscritti alla piattaforma per partecipare alle attività professionali e scuole di musica.
Del resto, il fine principale con il quale il MEDIMEX fu creato da Puglia Sounds (il programma della Regione Puglia per lo sviluppo del sistema musicale regionale), attuato dal Teatro Pubblico Pugliese, è sempre stato quello di offrire strumenti professionali atti a far crescere le eccellenze della regione, valorizzandole all’interno di una vetrina prestigiosa ed autorevole che facesse da cassa di risonanza per il comparto musicale pugliese a livello internazionale.
Crescita che non può passare soltanto dalle oltre 80mila interazioni e 10mila menzioni sui Social, che hanno registrato oltre 50mila account, raggiunti con copertura giornaliera di oltre 220mila utenti, ma che passano soprattutto dalla formazione e dallo sviluppo delle competenze dei musicisti e di tutte le figure professionali legate al comparto musicale che, per forza di cose, devono adeguarsi e prontamente formarsi ad un mercato che sta cambiando paradigma velocemente.
Questa edizione del MEDIMEX, più delle altre, infatti, pone l’attenzione sul futuro del comparto musicale, sui nuovi mercati, reali e virtuali, e sui nuovi modi di fruire la musica, ma pone anche l’accento su quello che la musica è stata fino ad ora, e se da un lato omaggia la città che lo ospita di un’opera tridimensionale, 3D WAVES, di Hermes Mangialardo – video mapping sulla facciata del Castello Aragonese a cura di Valentina Iacovelli, dedicato alla new wave che vide Taranto protagonista, negli anni ’80, di concerti di musicisti del calibro di Bauhaus, Simple Minds, New Order, Siouxsie & The Banshees, Style Council, Christian Death e Nina Hagen (periodo d’oro documentato anche dalla mostra fotografica “Pictures of you” a cura di Marcello Nitti, Franzi Baroni, Arturo Russo e Roberto Pastore) – dall’altro dimostra il respiro internazionale dell’iniziativa con un’altra mostra fotografica che racconta la storia musicale e culturale della città di Manchester e l’avventura dei Joy Division (KevinCummins: Joy Division and Beyond), che sarà visitabile al MarTA (museo archeologico di Taranto) fino al 23 gennaio 2022.
Il MEDIMEX si pone, così, come un ponte, un tramite tra quello che la musica ci ha regalato e quello che ancora deve venire, tenendo insieme storia e modernità, così come la città che lo ha ospitato tiene legate le sue innumerevoli anime con un ponte che unisce l’Isola madre, la parte più antica di Taranto, al Borgo Umbertino che si spalanca alla parte più moderna.
Il MEDIMEX si è appena concluso, ma già si parla dell’edizione del 2022 che vedrebbe Taranto protagonista di un live dell’artista internazionale St. Vincent, fissato per il 12 giugno del prossimo anno e che potrebbe segnare la ripartenza definitiva del comparto musicale pugliese.
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