Natale 2017: cosa ci aspetta al cinema

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Arriva il Natale e come ogni anno l’offerta cinematografica si fa variegata e aperta a tutti i gusti. Mai come quest’anno però, si assiste ad un cambiamento marcato, in cui ai classici cinepanettoni si aggiungono film d’autore, film amari, in un contesto mai verificato, perlomeno dall’avvento del nuovo millennio.

Il primo dato che balza all’occhio è l’assenza dopo 21 anni, del Cinepanettone “apocrifo” della “Medusa” (la quale quest’anno vira sul classico Boldi), che era solita, ormai dal lontano 1996 alternare Aldo, Giovanni & Giacomo negli anni pari e Leonardo Pieraccioni negli anni dispari. E’ proprio l’assenza di quest’ultimo che colpisce, mentre perlomeno il trio comico, a quanto pare però ai ferri corti già da qualche mese, l’anno scorso il loro lo avevano fatto discretamente (Fuga da Reuma-Park).

Quest’anno si rinnova la solita sfida De Sica-Boldi, tra un fake e una notizia reale di riavvicinamento tra i due, ex coppia comica storica del cinema italiano. I due attori si ritroveranno uno contro l’altro e paradossalmente anche contro se stessi, dal 14 dicembre, nella tripletta Poveri ma ricchissimi (Warner Bros.) con De Sica, Natale da chef di Neri Parenti con Boldi (Medusa), e in duetto vintage nel best of dei cinepanettoni di Filmauro, Super vacanze di Natale, film di montaggio curato da Paolo Ruffini.

Quest’ultimo film ha creato non poche polemiche, primo fra tutti perché è un film di montaggio dal costo ovviamente zero, secondo ha ricevuto critiche sonore da parte dei suoi protagonisti storici: De Sica ha dichiarato che De Laurentiis non lo ha neanche messo al corrente preventivamente; Boldi ha intentato una causa giudiziaria per diritti d’immagine, persa però sonoramente in quanto il materiale è di proprietà della Filmauro e quindi nella piena disponibilità della Casa di produzione.

In Super vacanze di Natale dei fili conduttori tematici cuciranno insieme scene da 33 film girati in 35 anni.

Fra gli interpreti, con Boldi e De Sica, si ritroveranno, fra gli altri, Alberto Sordi, Stefania Sandrelli, Massimo Ghini, Sabrina Ferilli, Diego Abatantuono, Michelle Hunziker.
”Dopo 35 anni di successi ci è sembrato bello regalare al pubblico un film unico, che racconti diverse decadi di comicità ma anche di bellezza e cambiamenti nella società” aveva spiegato Luigi De Laurentiis a margine della presentazione del prodotto.

Tuttavia sull’operazione non sono mancate le frecciate: ”Quest’anno vanno di moda i film di Natale riciclati, il nostro invece è inedito” aveva ironizzato Brizzi (regista di Poveri ma ricchissimi) che ora, travolto dallo scandalo molestie sessuali non parteciperà alla promozione del film ed è stato anche cacciato dalla Warner che non produrrà più suoi film. Di questo film però la produzione ha confermato la data d’uscita proprio perché “è il risultato della creatività, del lavoro e della dedizione di centinaia di donne e di uomini di cast e produzione”.

Poveri ma ricchissimi è il seguito di Poveri ma ricchi (remake del successo francese Les Tuche) che pur in un panorama di segno negativo al botteghino, è stato il maggior incasso italiano dello scorso Natale. Con De Sica, ritroviamo Enrico Brignano, Anna Mazzamauro, Lucia Ocone, Lodovica Comello e nuovi innesti come Paolo Rossi e Massimo Ciavarro.

Stavolta La famiglia Tucci, diventata nel primo film straricca grazie alla lotteria, ”si dà alla politica e organizza nel proprio paese, Torresecca, un referendum per una Brexit ciociara” aveva spiegato il regista. Se perlomeno la saga dei Tucci è divertente e comunque solidamente poggiata su un cast istrionico di livello (De Sica-Brignano-Ocone), quello di Natale da chef è il solito cinepanettone scaduto con Massimo Boldi, Enzo Salvi e Biagio Izzo, che ormai davvero ha segnato il tempo: soliti equivoci a sfondo sessuale, solita comicità riscaldata, solita comicità slapstick di basso livello.

Davvero ci si sorprende come un film del genere possa attirare la benché minima attenzione del pubblico del cinematografo. Meglio, decisamente molto meglio, invece la commedia amara, un po’ road-movie, un po’ walzer dei sentimenti di Alessandro Gassmann, dal titolo Il premio, già uscito nelle sale il 6 dicembre scorso. Protagonista uno scrittore famoso, interpretato da uno straordinario Gigi Proietti (davvero il film merita soprattutto per la performance da urlo dell’attore romano) che parte da Roma, accompagnato dai due figli (Gassmann e Anna Foglietta) e dal suo fidato segretario (Rocco Papaleo) per andare a ricevere il Nobel a Copenhagen. ”E’ una storia che mi riguarda venendo anch’io da una famiglia un po’ speciale ma certe dinamiche sono le stesse per tutti” ha spiegato l’attore-regista, che infatti analizza il rapporto ingombrante che un figlio può avere nel corso della sua vita con un padre famoso e celebrato. In questo, nella figura di Gigi Proietti vi si può riconoscere quella di Vittorio Gassman; mentre la presenza di Papaleo sembra quasi una restituzione del favore all’amico, anch’egli attore-regista per averlo chiamato sempre o quasi per i suoi lavori. Oltretutto, Gassman e Papaleo al loro quinto film insieme, stanno ormai per entrare nell’Olimpo delle coppie del cinema italiano.

L’offerta per il periodo natalizio si chiude con un film d’autore e una bella commedia dei sentimenti. Alessandro Borghi e Giovanna Mezzogiorno sono protagonisti in Napoli velata di Ferzan Ozpetek (28 dicembre): ”Racconto – ha detto il regista – i segreti di una città che conosce oro e polvere, una città pagana e sacra allo stesso tempo. E dentro alla cornice del thriller esplode una potente storia d’amore”. Invece Antonio Albanese e Paola Cortellesi, tornano di nuovo come coppia cinematografica nelle sale con Come un gatto in tangenziale, dopo il successo di Mamma o papà del febbraio scorso, ancora diretti da Riccardo Milani, che per la cronaca è il marito della Cortellesi. Dopo i litigi del precedente film, dove i due attori interpretavano una coppia sull’orlo della separazione; questa volta Antonio Albanese e Paola Cortellesi vestono i panni di Giovanni e Monica, due persone idealisticamente opposte, ma entrambi hanno un obiettivo in comune: separare i propri figli, i quali si sono appena fidanzati.

Insomma, riusciranno nei loro intenti, o invece il destino ha altro in serbo per loro? Non spoileriamo il finale, ma è tutto facilmente intuibile, in un trionfo dei sentimenti, che in fondo è parte integrante del “buonismo” natalizio. Non c’è da lamentarsi però, in confronto a tante altre pellicole coeve, questa si poggia su una buona sceneggiatura e su una coppia di attori di eccelso livello, infatti sia Albanese che la Cortellesi, hanno già dimostrato in passato il loro livello assoluto.

Dunque l’offerta cinematografica natalizia si ferma qui. Probabilmente negli scorsi anni non c’era mai stata una tale varietà di pellicole e soprattutto di generi, capaci di cogliere un po’ tutti i gusti, dai più facilotti (che ahimè non fa minimamente bene al cinema) ai più forbiti. C’è anche un’altra nota positiva, non ci sono né Checco Zalone, né Alessandro Siani all’orizzonte; e se non ci fosse stato neppure Boldi, sarebbe stato perfetto. Ma non si può pretendere l’impossibile.

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