Dal 5 ottobre nel catalogo Netflix c’è una piacevole commedia romantica, dal titolo “Per lanciarsi dalle stelle”, tratta dall’omonimo romanzo della scrittrice toscana Chiara Parenti. La protagonista di questo film, diretto dal regista torinese Andrea Jublin (candidato agli Oscar 2008 con il suo cortometraggio “Il supplente”), è Sole Santoro, interpretata dall’attrice pugliese Federica Torchetti, una timida e introversa ragazza di 25 anni che vive in un bellissimo paesino della Puglia che però le sta molto stretto. Soffre di disturbo d’ansia generalizzato sin da piccola e ha perso la sua migliore amica Emma, questo il microcosmo di Sole, tra l’amore non espresso per Massimo, il fratello della sua amica, la passione per il disegno e il desiderio di andare a Roma per studiare all’università.
In terapia per cercare di affrontare le sue ansie, grazie all’aiuto di nuove conoscenze, ma soprattutto grazie al ritrovamento di una lettera della sua migliore amica, è incoraggiata a scrivere una lista di tutte le sue più grandi paure, ponendosi l’obiettivo di affrontarle e superarle. Oltre le sue preoccupazioni esiste un mondo meraviglioso in cui Sole potrà iniziare a vivere davvero, a sentirsi sempre più vicina a se stessa e costruire il suo futuro realizzando tutti i suoi sogni. Il tema dell’ansia, soprattutto dei giovani, è argomento molto delicato da trattare, ma questa solare commedia trova la giusta via per raccontare una storia che potrebbe essere di tutti, in qualsiasi città e a qualsiasi età.
Gli attori protagonisti, insieme alla Torchetti, Cristiano Caccamo (Danio), Lorenzo Richelmy (Massimo) e Celeste Savino (Miriam) interpretano i personaggi principali con freschezza e spontaneità, con accanto due grandi attori pugliesi, Anna Ferruzzo e Gianni Ciardo. Girato nella suggestiva Polignano a Mare, ma ambientato in un’altra cittadina pugliese, il film ha una fotografia calda e luminosa, resa tale soprattutto grazie ai meravigliosi scorci naturali della bellissima cittadina barese che ha accolto il set.
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Il lavoro assorbe tanto di noi e allora perché non impiegare il proprio tempo, energie e capacità per un progetto personale? O per un’azienda che sentiamo più vicina sotto l’aspetto valoriale e che riconosce opportunamente quanto valiamo?
Definirlo un film destinato solo ad un pubblico giovane sarebbe molto riduttivo, quale argomento, infatti, ci può essere di più universale del voler cambiare vita, riuscendo ad affrontare sfide che ci paralizzano, per rimettersi in gioco e andare incontro alla nostra vera identità. Ottima idea quella della scrittrice di inserire la lista delle paure da vincere, una per volta con coraggio, d’altronde abbiamo sentito parlare numerose volte di quanto le liste aiutino a focalizzarci sui nostri obiettivi, perché ci aiutano a visualizzarli, a renderli reali, tangibili. Liste di pro e contro, di traguardi da voler raggiungere, di preoccupazioni da sconfiggere, di cose da fare, di desideri da realizzare (di una lunga lista di desideri da scrivere si parla nel libro “Il Mondo dei Desideri” di Igor Sibaldi).
In questo film Sole parla spesso in camera, una sorta di Amélie pugliese, come se noi fossimo il suo specchio, come se parlare allo spettatore fosse un po’ comunicare con la parte più vera di sé.
Impariamo anche noi, dunque, a parlare con lealtà a noi stessi, a guardare in faccia il nostro vero io e a chiedergli cosa vuole davvero, per conoscerci bene, per vivere al meglio e perché no, per cambiare rotta.
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