Dimmi se questa situazione non è vera.
Ogni giorno, ogni settimana, ti proponi di fare delle cose. Cose per te importanti come leggere un libro, passare più tempo con i tuoi cari, dedicarti alla tua salute fisica e mentale, etc. Puntualmente, però, queste cose importanti vengono messe in secondo piano da una serie di attività meno rilevanti come guardare ininterrottamente una serie tv, scrollare uno dei tanti feed social o impegni secondari.
Difficilmente se ponessimo la domanda “Cosa è importante per te?” ci verrebbe risposto fare “binge watching” o passare ore con lo smartphone in mano. Eppure, spesso sono proprio quest’ultime a ricoprire lo spazio maggiore nelle nostre giornate.
Tempo, attenzione ed energie che dedichiamo a qualcosa di superfluo e di non primario. E che proprio noi stessi giudichiamo come tali. Suona strano se detto ad alta voce, vero?
Dovremmo quindi organizzare le nostre giornate mettendo dei paletti fissi intorno ai quali far ruotare tutto il resto. Mi viene in mente un’immagine, forse un po’ abusata ma sempre valida: uno scoglio in mezzo al mare che viene investito dalle onde in ogni direzione; lo scoglio, invece di essere trascinato, resta fermo, immobile e mantiene la sua posizione. Ecco noi dovremmo essere (e agire) come lo scoglio. Ogni giorno ci sono attività che vorrebbero trascinarci via da quello che è per noi è fondamentale e che ci fa (e farebbe) stare bene e noi dovremmo essere inamovibili proprio come lo scoglio.
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Se è vero che siamo animali sociali, è pur vero che abbiamo esigenze individuali. La società – la collettività – ha i suoi movimenti, i suoi tempi. E noi, come singoli, dobbiamo cercare di trovare il nostro spazio. Non troppo ai margini per non sentirci isolati, non troppo esposti per non sentirci travolti.
Quindi, se ad esempio dalle 7 alle 8 di sera abbiamo il desiderio di dedicarci ai nostri cari, quell’ora deve diventare sacra, intoccabile. Se abbiamo deciso che il sabato mattina lo vogliamo dedicare allo svolgimento di un’attività sportiva o all’imparare una nuova competenza, dovremo fare in modo che questa cosa non sia negoziabile. E ma se mi squilla il telefono che faccio non rispondo? No, non rispondi… richiamerai dopo aver terminato quello che per te è importante fare.
Una critica che potrebbe arrivare in riferimento a quest’ultimo esempio è “Non credi che sia un atteggiamento egoistico?”. La mia risposta sarebbe no, lo definirei “prendersi cura di sé”.