Politically (s)correct: quando essere è offendere

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Politically (s)correct: quando essere è offendere

Fin da piccola mi hanno insegnato che non si può piacere a tutti, e con questa convinzione sono sopravvissuta alla frustrazione delle inimicizie e delle disarmonie che sono sempre esistite nei rapporti sociali.

Oggi però sembra che il non piacere a tutti sia diventato un disvalore, per le persone e per le aziende, e avere un’opinione diversa diventi un problema.

Tutti rivendicano diritti, ma chi avrà mai degli obblighi?

E in una società che diventa ogni giorno più complessa e variegata siamo liberi di pensare a cosa sia giusto o cosa sia sbagliato?

Il dibattito sulla libertà è un tema tanto caro quanto sofferto soprattutto nel recente passato. E nel tempo, nel tentativo di essere più liberi, abbiamo perso via via libertà di pensiero, di parola, di opinione, di movimento.

Di solito la libertà del singolo, si scontra con la libertà di qualcun altro. Così se un soggetto vuole essere libero di viaggiare contromano in autostrada, non può, perché la sua libertà danneggia gli altri. E se questo esempio è ovvio e paradossale, non lo è se lo caliamo nelle scelte sociali, lessicali, sanitarie.

Le minoranze da tutelare sono così tante che diventa impossibile seguirle tutte.

Ognuno pretende. E nessuno è disposto a cedere. E’ la guerra del più forte, di chi ha più appoggi politici o economici o semplicemente urla di più.

Partiamo dai numeri.

  • I ragazzi che subiscono bullismo nelle scuole sono circa il 50%
  • Le persone in sovrappeso sono il 31,5%, quelle obese sono il 10,8% (ricerca dell’Istituto Superiode della Sanità triennio 2016-2019 ricerca PASSI). – circa il 42,3% del totale.
  • Il 32,7% delle persone tra i 15 e i 64 anni ha fatto uso di cannabis. (Dati del 2017 dell’Osservatorio Europeo sulle Droghe e Dipendenze)
  • Poi ci sono le persone straniere che ammontano al 9% dei residenti (fonte ISTAT)
  • Il 6,9% della popolazione italiana ha fatto uso di cocaina (dati 2020 dell’Ossrvatorio Euripeo sulle droghe e dipendenze)
  • I soggetti con problemi di alcolismo sono il 6,3% della popolazione. (Ricerca ISS – PASSI)
  • Il 6% della popolazione soffre di sintomi depressivi. (Dati ISS – PASSI)
  • Circa l’8% ha problemi di udito e in percentuale inferiore sono i sordomuti
  • Il 6,7% della popolazione è vegetariano (rapporto Eurispes)
  • Le persone LGBT in Italia (ricerca dell’OCSE del 2019) sono circa il 2,7% della popolazione
  • Il 2,6% della popolazione è vegana (Rapporto Vegan Italia Osservatorio VeganOk)
  • Le persone affette da celiachia sono circa l’1% (Fonte ISS – PASSI)

Se in una steak house servono solo braciole al sangue è un’azienda che sta offendendo i vegani?

E se nell’hotel non accetto animali, o bambini, stanno discriminando? Oppure se l’azienda offre servizi di portierato notturno e non assumo donne, non si rispettano le quote rosa o è a loro tutela?

E non sarà che l’UE vuole istituire la zona rosso scuro per non doverla chiamare bordeaux, che poi è rosso scuro, per non offendere la città francese? E faremo la fine dei Moretti al cioccolato definiti razzisti e delle Abissine rigate che hanno un sapore di destra?

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Dopo un 2020 così pesante sotto tutti i punti di vista, il 2021 deve rappresentare, per tutti noi, l’alba di un nuovo inizio.

Il Covid ha accentuato ancora di più le differenze di trattamento, che, talvolta, vanno a penalizzare anche chi appartiene alla maggioranza. Fumare è universalmente riconosciuto come dannoso per la salute, ma se una persona mentre fa una passeggiata decide di accendersi una sigaretta può togliere la mascherina e soffiare fuori il fumo. Al contrario se una persona ha fatto una corsa per raggiungere la fermata dell’autobus e, per riprendere fiato, toglie la mascherina è additata come untore irresponsabile.

La società moderna, nell’ottica del politicamente corretto, premia il disvalore, le minoranze più piccole, spesso solo nella forma e non nella sostanza, dimenticandosi spesso della maggioranza o delle minoranze più cospicue.

La tutela talvolta è più terminologica che pratica.

Un operatore ecologico è più tutelato sotto il profilo lavorativo di uno spazzino? Un obeso è più sano di una persona grassa? E ancora di più per altre categorie dove un errore terminologico porta ad andare in tribunale.

Le disuguaglianze sono state evidenti in questi mesi, ma rispetto alla solidarietà, hanno acuito ancora di più l’egoismo. Dove finirà la nostra libertà nell’istruzione, nel lavoro, nella sanità, nell’essere e nel poter dire ciò ciascuno è e pensa in modo calmo ed educato senza preoccuparsi che, chi la pensa diversamente, si senta leso?

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