Poveri ma ricchi – il Film

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poveri ma ricchi- locandinaLa classica sfida del Natale italiano quest’anno ha un netto vincitore il quale risponde al nome di De Sica. Sì, proprio lui, ancora e sempre Christian, da 30 anni uomo e attore del Natale italico per eccellenza. “Poveri ma ricchi” è la dimostrazione, oseremmo dire finalmente, che Christian De Sica quando è utilizzato al meglio delle proprie potenzialità, è sempre il comico italiano più grande degli ultimi 20/30 anni. Non ce n’è per nessuno, ma deve avere un buon soggetto dietro di sé. E quest’anno il solido soggetto dietro, c’è tutto. Il merito di questa efficace struttura narrativa è dato dal film francese cui è tratta la pellicola italiana, ovvero “Les touche”, enorme successo in terra di Francia.

Ricorrendo agli estremi patrimoniali, Fausto Brizzi, il regista, mette in scena una commedia in cui i poveri diventano ricchi, conoscono i ricchi veri e, anche se i soldi proprio schifo non fanno, forse era meglio quando si stava peggio. L’adattamento italiano di Poveri ma ricchi mantiene il cognome dei protagonisti italianizzato in Tucci e il look del capofamiglia interpretato da Christian De Sica. Al fondo c’è la spocchia contro i provinciali della cintura romana, ma è una spocchia ben indirizzata a scopo comico e molto meno greve del solito, ed è controbilanciata da una grande tenerezza nei confronti di questi scombinati animati da buone intenzioni e da un affetto palpabile. Quel che più conta, si ride tanto, a pioggia, ritrovando l’umorismo “etnico” della commedia all’italiana e trapiantandolo in una contemporaneità di cui si raccontano i limiti più che le lusinghe. Forse perché siamo tutti un po’ diventati come i Tucci, cioè privi di benessere ma desiderosi della nostra fetta di felicità, possiamo riconoscerci in loro e allo stesso tempo sorridere della loro cafonaggine.

Più di tutto funziona la squadra di attori comici italiani finalmente serviti da una trama degna di questo nome e da dialoghi veramente spiritosi e non del tutto scollati dalla realtà: dai cognati Christian De Sica ed Enrico Brignano all’ottima Lucia Ocone e la divina Anna Mazzamauro, dal mitico Bebo Storti allo spassoso Giobbe Covatta al commovente Ubaldo Pantani, maggiordomo che rimanda all’adorabile Coleman di Una poltrona per due. Anche Poveri ma ricchi rischia di diventare un cult natalizio, ma all’italiana e in quota cinepanettone: un panettone ben lievitato e zeppo di canditi che lascia un buon sapore in bocca. Un sapore da commedia all’italiana, quasi d’altri tempi. Infatti Brizzi parla di un’Italia in cui la ricchezza si tende a nasconderla perché in generale attira sospetto, malevolenza e invidia. La denuncia sociale di quello che siamo, è questa la commedia all’italiana che ritorna, dopo anni, forse decenni di oblìo. Il motivo principale della fuga dei Tucci, che dalla provincia di Roma traslocano nella ricca Milano pensando di trovare il loro nuovo habitat, è proprio la maldicenza e l’invidia della gente. L’anonimato non dura perché chi si arricchisce di sdegno perisce. I veri ricchi guardano la cafonaggine di questi zoticoni con disgusto, anche perché secondo il regista la moda attuale di chi può permettersi la bella vita è basso profilo e salutismo.Poveri ma ricchi

Poveri ma ricchi omaggia i tanti Vacanze di Natale degli anni 80 e 90, di cui negli anni 2000 lo stesso Brizzi e il co-sceneggiatore Marco Martani presero in eredità scrivendone i copioni. Il film riprende quella comicità fatta di situazioni, cliché e bravi interpreti. De Sica è sempre esilarante e finalmente è un capo-famiglia con la testa sulle spalle, come lo è Brignano, ma a strappare applausi è soprattutto Lucia Ocone la cui cafoneria è davvero di lusso. Netto vincitore del Natale 2016, surclassata la concorrenza, con un prodotto meglio del solito, che Cinepanettone non è, bensì commedia all’italiana a tutti gli effetti. Proprio come ha voluto sottolineare Christian De Sica, non a torto, durante la conferenza stampa di presentazione del film.

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