Per chi non lo sapesse, i Google Glass hanno l’aspetto di un paio di occhiali ma nascondono all’interno di una delle due stanghette un sistema di acquisizione, trasmissione e ricezione di dati visivi via Wi-Fi o Bluetooth . In particolare per i dati in ricezione, il fruitore di questi occhiali può visualizzare immagini, video e testi sul fondo di un prisma di vetro che è posizionato sulla montatura senza che dia limitazioni alla visione normale della realtà. Ed è su questo strumento che la nascente industria della Realtà Aumentata troverà la spinta per generare innumerevoli contenuti specifici di nuova concezione da sovrapporre alla visione del mondo reale da parte dei navigatori Mobile. Nel caso di un arbitraggio con l’ausilio dei Google Glass è l’indossatore degli occhiali che genera contenuti per condividerli con altri navigatori connessi: tecnici sportivi o tifosi. La Bundesliga , lega federale calcistica di Germania e Austria, ne discute seriamente. Vuole fornire agli arbitri onesti uno strumento che generi inconfutabili prove che durante la gara, nel momento in cui si verifichi un fallo, l’arbitro non abbia realmente visto (sarebbe meglio dire inquadrato) l’infrazione commessa da un giocatore. E così, sia i commissari delle federazioni sportive di ogni genere e nazione, che i commentatori sportivi di ogni media, potrebbero avere un’ulteriore prova generata sul campo per vivisezionare le azioni degli sportivi. Ma nel caso in cui l’arbitro abbia “inquadrato” il fallo e non l’abbia realmente rilevato ? Sarebbe comunque colpevole? O le federazioni calcistiche e i tifosi saprebbero distinguere un’omissione voluta da una fallace percezione visiva? A mio parere, in questo caso, l’arbitro potrebbe essere messo con più facilità alla gogna da parte dei tifosi.
Qui di seguito troverete il link al video girato con un paio di Google Glass indossati dall’arbitro durante un’incontro di Arti Marziali
La condivisione in tempo reale della visione soggettiva dell’arbitro, soprattutto per incontri come quelli dei mondiali di calcio, sarebbe anche un’ulteriore contenuto video che le grandi aziende televisive di ogni paese si contenderebbero. Gli spettatori potrebbero così seguire la propria squadra da un’inquadratura mai realizzata prima nella storia delle trasmissioni sportive. E allora perché non andare oltre con l’uso di questi occhiali negli incontri sportivi? Perché non far indossare un paio di occhiali ad ogni giocatore? Così potremmo vivere comodamente a casa nostra ogni prodezza del nostro beniamino sportivo come se stessimo vedendo l’azione dai suoi occhi!
Del resto per la Formula 1 e il Moto G.P. qualcosa di simile accade già. Piattaforme televisive come quella di Sky ci mostrano già soggettive dei piloti sopra le loro autovetture in corsa. Quindi perché non mostrare la soggettiva di un calciatore che gioca e riprende in diretta quello che fa con uno stile di ripresa più vicino a quello di un cameraman di guerra? Potrebbe risultare un’assurdità ad alcuni quest’ultima cosa, ma pensate a quanto gioverebbe al mercato del pallone. Per prima cosa questo moltiplicherebbe l’ammontare dei diritti televisivi che una squadra d’interesse potrebbe ricevere. Immaginate di vedere Balotelli mentre mette a segno un fantastico goal o mentre in modo infantile strattona un giocatore avversario che lo ha marcato troppo stretto in precedenza. Un’inquadratura in più rispetto a quella dell’arbitro potrebbe rilevare le azioni fallose direttamente dallo sguardo dai diretti interessati. Sicuramente trasformare la gara in un complesso Grande Fratello snaturerebbe lo spirito primordiale di fondo di ogni attività sportiva. Ma il colosso di Google preme perché tutti abbiano i propri occhialini. Su questi argomenti ci ritorneremo sicuramente perché le applicazioni, implicazioni e complicazioni sono tante. Provate solo ad immaginare se questo desiderio di voler guardare con gli occhi di qualcun altro si spostasse verso gli oggetti. In questo caso il passo sarebbe verso un’applicazione di una serie di micro-videocamere all’interno degli strumenti sportivi, come ad esempio all’interno di un pallone. L’immagine non sarebbe perfetta ma non sarebbe impossibile utilizzare software per realizzare una discreta stabilizzazione della ripresa. Assurdo e improbabile tutto ciò? Staremo a vedere.
Per le esigenze di alimentazione della videocamera interna al pallone una soluzione già esiste: Soccket Ball è una palla che trasforma l’energia cinetica, applicata su di essa dai giocatori, in energia elettrica. C’è una batteria dentro la palla che più la calci e più si ricarica. E ora potete esclamare come vostro nonno: “… ma dove andremo a finire?”.