Ivan Zorico (348)
Come recita la descrizione presente all’interno del sito internet ufficiale dell’AIS (Associazione Italiana Sommelier), questa associazione ha ormai alle spalle ben 50 anni di storia. Una storia fatta di promozione, educazione e divulgazione della cultura enogastronomica, espressa nella realizzazione di molteplici attività: degustazioni guidate, progetti editoriali, seminari a tema, cene, gite presso aziende vinicole in Italia e nel mondo, nonché congressi anche a carattere internazionale. Inoltre, accanto a queste attività, per valorizzare la figura professionale del Sommelier (unitamente alla cultura del vino), e per dare una vera opportunità lavorativa a chi vuole intraprendere questa professione, l’AIS organizza un percorso didattico strutturato in tre livelli, per offrire al corsista una formazione tecnica-culturale, utile per affrontare il mercato del lavoro con le giuste competenze.
Ma, non volendo fermarci solo a quanto riportato sui mezzi di comunicazione dell’Associazione e, soprattutto, per conoscere più da vicino i progetti in itinere e per osservare, da un punto di vista privilegiato, lo stato di salute del settore enogastronomico italiano, abbiamo intervistato il Presidente Antonello Maietta che, entusiasta, ha risposto alle nostre domande.
È notizia di qualche settimana fa che l’Italia è divenuta, con 48,8 milioni d’ettolitri di vino raccolti, il primo produttore di vino al mondo. Come commenta il sorpasso ai cugini francesi?
Sono già diversi anni che Italia e Francia competono spalla a spalla per il primato della produzione di vino nel mondo. Sicuramente il dato è incoraggiante per tutto il comparto vinicolo e speriamo che sia un segnale benaugurante anche per una piena ripresa di tutta l’economia nazionale. Noi naturalmente auspichiamo che, oltre alla quantità, resti sempre elevata anche la qualità dei nostri vini, perché il vero confronto con i cugini d’oltralpe si gioca soprattutto a questo livello. Di certo da parte dell’Associazione Italiana Sommelier c’è tutto l’impegno a divulgare con professionalità i prodotti del grande vigneto italiano.
Il settore vitivinicolo italiano è costituito, oltre che da grandi etichette, anche da tanti piccoli produttori. Che ruolo ritiene ricoprano quest’ultimi nel mercato?
Il mercato del vino è una realtà molto articolata in cui è possibile anche per le cantine di dimensione più ridotta ritagliarsi spazi significativi, agendo con intelligenza e lungimiranza. I numerosi piccoli produttori italiani rappresentano un aspetto fondamentale della nostra tradizione e molti di loro ultimamente hanno trovato terreno favorevole in molti marcati esteri. Nella guida Vitae 2015 e nell’edizione 2016, che sarà presentata a Milano il prossimo 13 novembre, i nostri degustatori hanno recensito parecchie piccole cantine non solo in base a un’ottica prettamente qualitativa, ma guardando anche cosa c’è dietro a una bottiglia, valutandone il peso sociale sul territorio.
Quali iniziative mettete in campo, anche in termini di comunicazione e marketing, per promuovere l’AIS e, più in generale, la cultura enogastronomica?
L’Associazione Italiana Sommelier organizza numerosissime iniziative per promuovere la cultura del cibo e del vino di qualità. I corsi di qualifica professionale sono da cinquant’anni il nostro biglietto da visita. Le oltre 160 Delegazioni presenti su tutto il territorio nazionale danno vita inoltre a una serie di degustazioni ed eventi di vario tipo che sarebbe difficile quantificare. A partire dal 2011 poi abbiamo ideato una manifestazione a cui teniamo in particolar modo: la Giornata Nazionale della Cultura del Vino e dell’Olio. Ogni anno alla metà di maggio in ogni regione d’Italia i nostri Sommelier dedicano un giorno per parlare e riflettere sul vino e sull’olio extravergine d’oliva e sullo straordinario patrimonio culturale che questi due prodotti rappresentano per il nostro paese. Produttori, medici, enologi, storici ed altri esperti incontrano appassionati, addetti ai lavori e tutti i Soci AIS per discutere e approfondire aspetti legati al settore vinicolo e a quello oleario.
Il Sommelier è ammantato da un’aurea quasi magica. E’ capace di conoscere e narrare la storia di un vino e della terra dal quale nasce. Ma quali sono le reali possibilità lavorative per chi volesse iniziare oggi questa professione?
Le competenze di un Sommelier nella ristorazione moderna danno la possibilità di spaziare in un raggio di azione professionalmente molto ampio. Oltre alla figura tradizionale del Sommelier che in sala orienta e consiglia le scelte dei clienti, esistono numerose altre figure richieste dal mercato del lavoro. Wine bar, enoteche e punti vendita della grande distribuzione organizzata, per esempio, offrono notevoli possibilità di impiego a chi frequenta i nostri corsi e si specializza in questo settore. Non è raro inoltre che ruoli legati al marketing e alla comunicazione in aziende vinicole richiedano profili di cui i Sommelier sono in possesso. Negli ultimi anni, poi, abbiamo costatato che i più intraprendenti, disposti a mettersi in gioco e ad affrontare qualche sacrificio, trovano numerose opportunità all’estero. Dall’Europa all’Asia, dal continente americano all’Australia, i Sommelier di scuola italiana sono apprezzati ovunque per l’approccio di pensare al vino sempre in un’ottica di abbinamento con il piatto che sta in tavola.
Il più l’abbiamo detto. Riassumendo: il settore vitivinicolo italiano, e più in generale quello enogastronomico, sta vivendo un periodo felice; le piccole aziende stanno raggiungendo ottimi risultati (grazie anche all’export); a livello occupazionale vi sono ottime opportunità.
Quello che forse ancora manca da dire, o da sapere, ve lo lasciamo scoprire sorseggiando un buon bicchiere di vino. Perché, come ha detto Stephen Fry (attore, scrittore, comico, autore televisivo, regista, sceneggiatore e attivista britannico), “Il vino può essere un insegnante migliore dell’inchiostro”.