Propaganda, fake news e manipolazione. Un viaggio tra realtà e finzione

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Fake news e propaganda

Tra non molto ci saranno le elezioni.
Proprio per questo, da diverso tempo, siamo bombardati da campagne elettorali, proclami, campagne di comunicazione su più media, soprattutto social.

Inutile ricordare che, secondo diverse statistiche, “the donald” ha vinto le presidenziali americane anche, forse soprattutto, grazie ad una lungimirante, e strategica, campagna social.

Se brevemente dovessimo sintetizzare le metodologie, e le strategie, della comunicazione politica (da molti giustamente o meno disprezzata) certamente dovremmo citare tecniche quali:

  • Consistency
  • Concetti facili e slogan facilmente memorabili
  • Comunicazione aspirazionale
  • Uso dei dati – big data
  • Fake news
  • Creazione di modelli predittivi
  • Analisi e scelta dei media (quale media usa principalmente la fetta di popolazione che devo convincere?)
  • Piattaforme tecnologiche sempre più avanzate (bot e non solo)

Tutte tecniche che sono figlie della propaganda. Edward Bernays, anni fa, diede una definizione di propaganda che ancora oggi appare quanto mai contemporanea: Propaganda is the executive arm of the invisible government

Una delle tecniche citate sono le fake news. Ormai argomento noto ai più e molto delicato.

Partiamo da un assunto di base: cosa sono le fake news?
Notizie false, distribuite ad arte in modo anonimo, con un obiettivo specifico.

Per divulgare informazioni politiche in modo capillare e sistematico occorrono tecnologie e piattaforme che consentano l’automatizzazione e, quindi, l’ottimizzazione di tempo e risorse.

E qui, inevitabilmente, il presente si intreccia con il futuro (vero o verosimile).
Se succedesse come del libro di Dave Eggers  “il cerchio”?
Nel romanzo un’unica azienda è monopolista in diversi, quasi tutti, settori merceologici (tech e social media inclusi).
Se quest’azienda proponesse di votare attraverso la sua piattaforma? Cosa succederebbe? La democrazia sarebbe garantita?
Ma andiamo per gradi.

Proviamo ad immaginare quest’azienda descritta del libro.
Uffici in tutto il globo, centinaia di menti giovani e dotate che lavorano per farla crescere sempre di più; in pratica la società più ammirata del pianeta.
La customer experience considerata una degli asset strategici principali, in cui uno dei mantra è: “se non facciamo in modo che quella del cliente sia un’esperienza soddisfacente, comprensiva ed umana, non avremo più clienti”.
In un’azienda simile la mission e la vision si uniscono al suono della parola “communis” che in latino significa comune/pubblico condiviso da tutti o da molti.
Un’azienda che cambierebbe le abitudini dell’80% dei cittadini di tutto il mondo ed in cui tutti i bisogni, le esigenze, i gusti degli utenti vengano utilizzati a scopi pubblicitari.

Vi ricorda qualcosa questa descrizione?
Beh, come detto, non stiamo parlando di un’azienda reale ma di una che, almeno in teoria, non esiste ed è semplicemente romanzata in un libro di successo.

Se questa azienda, come detto, proponesse di votare attraverso la propria piattaforma: cosa succederebbe?
Comprensibile lo scetticismo generale ma, forse, c’è, almeno in parte, una soluzione.

Se in un prossimo futuro un’azienda, forse proprio l’azienda che vi è venuta in mente poco fa, acquisisse tutto questo potere. E se la stessa azienda, cosi come nel libro, inventasse, anzi imponesse, il TRUYOU cioè un unico username in cui c’è tutto:

  • nome vero
  • carte di credito
  • user e password (tutta la nostra vita, tutti i nostri accessi in un unico, e solo, account monitorato e monitorabile)
  • accesso da mobile ma anche da interfaccia retinica

Cosa succederebbe? Niente più:

  • profili fake ed anonimato
  • clonazioni
  • inciviltà nei forum e nelle conversazioni on line
  • fake news (chi metterebbe on line fake news sapendo di essere subito scoperto?)
  • messaggi pubblicitari e spam (le comunicazioni commerciali sarebbero precise, forse perfino gradite)

Profili fake, spam e fake news sono, ad oggi, dei problemi seri.

Problemi confermati dalla ricerca sulle fake news di Trendmicro dal titolo “The Fake News Machine: How Propagandists Abuse the Internet and Manipulate the Public” in cui si evince come sia possibile:

  • Comprare account falsi
  • Orientare l’opinione delle persone
  • Produrre fake news
  • Effettuare un attacco mediatico a un politico, giornalista o persona nota ai più
  • Alterare campagne politiche

Chiaramente tutto ha un costo e, a quanto pare, il costo per orientare una campagna politica pare si aggiri attorno ai 400 mila dollari.
Alterare una campagna elettorale, falsificare i voti e quindi pilotare delle elezioni. Inverosimile, direte.
Senza scendere nel dettaglio di scandali che abbiamo letto ed analizzato, non possiamo non citare una nota serie tv americana, in cui una cospirazione ben organizzata ha falsificato, e pilotato, nientemeno che le elezioni presidenziali americane.
Nome della serie? Scandal (neanche a dirlo).

Appare sempre più evidente, quindi, che l’innovazione e l’imposizione di tecniche quali il TRUYOU ed il fact checking in tempo reale possano, così come nel libro, cambiare internet.

Facciamoci quindi qualche domanda.
Se i politici, per comunicare (o per fare compagna elettorale), fossero costretti a dire la verità perché:

  • sottoposti costantemente a un processo di fact checking
  • costretti a navigare, e comunicare, con il TRUYOU

..cosa succederebbe?
Come vedete il parallelismo, e la linea di confine, tra vita reale e finzione è molto labile.

Non sappiamo cosa succederà in futuro, ma ci auguriamo che la tecnologia possa aiutare, senza manipolare, le scelte ed il libero arbitrio di ognuno di noi, dai politici ai cittadini.

Hai letto fino qui? Allora questi contenuti devono essere davvero interessanti!

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