Quel che resta della stampa

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Quel che resta della stampa

Addio carta stampata.

Secondo il 20° Rapporto sulla comunicazione del Censis – I media e la libertà” – la televisione, la radio e internet sono i media più utilizzati dagli italiani.

In particolare, la cara e vecchia TV raccoglie il pubblico più ampio con il 94,1% degli italiani, la radio raggiunge il 79,1% di ascoltatori (forte della sua naturale capacità di poter seguita in mobilità), e internet è praticamente usato da tutti (90,1%), con i social network che registrano una crescita del +3,3%, rispetto all’anno precedente, arrivando all’85,3%.

La carta stampata, come detto, non se la passa benissimo per usare eufemismo.

Nel 2024 i quotidiani cartacei hanno registrato il picco minimo di lettori con il 21,7% (-45,3% dal 2007). I settimanali non stanno messi troppo meglio: numero lettori al 18,2%, -2,2% rispetto all’anno precedente. Stabili i mensili con il 16,9% di lettori. 

Meglio i media digitali.

L’informazione è un bene prezioso per gli italiani: per il 75,5% è imprescindibile. 

Si legge dal Rapporto del Censis: “[…] Oggi le prime cinque fonti di informazione più utilizzate dagli italiani sono: i telegiornali (47,7%), Facebook (36,4%), i motori di ricerca su internet (23,3%), le televisioni all news (18,9%) e i siti web di informazione (17,2%). Appena sotto questa classifica troviamo Instagram (16,7%), YouTube (15,5%) e TikTok (14,4%). Sebbene il 50,7% degli italiani reputi che tv, radio e quotidiani non siano più così imprescindibili, il restante 49,3% non li considera superflui”.

E il futuro?

Ma il vero tema riguarda i giovani: il 70,3% riporta un rifiuto nei confronti dei media tradizionali. Ossia, i lettori, gli ascoltatori e fruitori di notizie di domani.

E qui dovrebbe scattare l’allarme. Anche se, a dire il vero, l’allarme è scattato già anni fa ma evidentemente l’avranno silenziato e si saranno girati dall’altra parte. 

Perché mentre i media digitali, le piattaforme social, le nuove modalità di comunicazione (come i podcast) prendevano sempre più spazio, la risposta del mondo dell’informazione è stata: “rinvia di 5 minuti”.

Chissà per quanto potrà reggere questa strategia(?).

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