C’è chi acquista quasi tutto online, chi non tradirebbe mai il negozio di fiducia, chi va nello store fisico per vedere i prodotti dal vivo ma compra su Amazon, e chi, ancora, fa il giro di tutti i siti e poi preferisce acquistare in un punto vendita classico. Forse vi identificate con uno di questi profili o molto più probabilmente con più di uno; perché le variabili nei processi di acquisto sono tante e ci comportiamo in modo diverso in base alle situazioni o al tipo di acquisto. Una cosa è certa: il digitale ha avuto un grande impatto su di noi, sul nostro modo di fare shopping e sul commercio in generale.
La digitalizzazione sta cambiando il commercio. Questa non è di certo una novità e anche se da anni vediamo che l’e-commerce ha un forte impatto sul commercio tradizionale, non lasciamoci abbindolare da chi dice che il futuro degli acquisti e della vendita è tutto online. E’ vero che i Millennials amano comprare online, ma ciò non vale sempre e in ogni caso. Secondo il report Lanieri Fashion Insights 2018, ad esempio, 1 italiano su 5 ha un approccio omnichannel per quanto riguarda gli acquisti in ambito moda, distribuiti equamente tra store fisici e web.
Un recente studio di Statista ha evidenziato che nei prossimi 3 anni le vendite online avranno un incremento del 72%. E questo cosa comporterà? Dobbiamo davvero prepararci ad una estinzione dei negozi fisici? Ovviamente no, ma ad una evoluzione semmai. I classici punti vendita devono per forza di cose adeguarsi all’innovazione, trovare degli escamotage per sopravvivere, per spiccare o per rispondere alle reali esigenze dei consumatori.
Per approfondire
Considerando innovazione, progresso e digitale…qual è allora la naturale evoluzione degli store tradizionali?
Siamo consapevoli del fatto che non basti avere un sito o dei social ben gestiti e che il progresso va ben più avanti rispetto al semplice esserci e comunicare sul web. Il futuro dei punti vendita potrebbe non essere così orientato alla sola vendita.
Vediamo di scoprirne di più.
Comprare online è decisamente comodo, spesso più conveniente, ci dà la possibilità di confrontare, avere maggiori dettagli sui prodotti, acquistare a tutte le ore e da qualunque luogo e poi…ricevere comodamente a casa. Ci sono però dei passaggi, anche molto importanti per determinati prodotti, che vengono meno nell’esperienza di acquisto online. Qualche esempio?
La possibilità di toccare tessuti e materiali, di provare in caso di abbigliamento, o di assaggiare nel food & beverage, di lasciarsi guidare dai sensi, dagli odori o dalla texture in caso di creme o prodotti beauty …o semplicemente di avere qualcosa subito, da portare a casa senza dover attendere la successiva consegna dopo giorni.
E’ proprio su questi particolari che dovranno lavorare i classici punti vendita, a costo di rivedere anche un po’ le loro caratteristiche e ribaltare l’idea di negozio a cui siamo abituati. Puntare più all’esperienza che alla vendita in loco, più al punto di contatto che al punto di acquisto.
Parliamo di realtà aumentata, di app integrate, di spazi che si trasformano in showroom, di QR code, di luoghi per testare i prodotti e soprattutto di integrazione tra online e offline.
La digitalizzazione sta trasformando non solo il semplice atto di acquisto ma pian piano anche il concept e la struttura dei negozi. Secondo la ricerca “Commerce 2040: Revolutionary Tech Will Boost Consumer Engagement” di Euromonitor, gli store del futuro subiranno una vera e propria trasformazione, con esperienze immersive, schermi interattivi, carrelli virtuali e pagamenti automatici. E se tutto questo ci sembra troppo fantasioso e futuristico, basterà qualche ricerca per renderci conto che di casi che vanno in questa direzione ne abbiamo già diversi. Il futuro è già qui insomma …e presto i punti vendita potrebbero trasformarsi in punti di ritiro o di spettacolarizzazione della merce o in luoghi esperienziali.
Gli esempi più interessanti e particolari provengono, come sempre, per lo più dall’estero e ne abbiamo raccolti alcuni tra i più “inspiring”, quelli che ci hanno colpito durante l’ultimo anno. Esempi di punti vendita hi-tech, ma anche di servizi per facilitare gli acquisti online, spunti che chiariscono quanto tutto stia già cambiando.
Il camerino 2.0 di Amazon e lo specchio Smart
Avete mai pensato di poter provare dei capi prima di acquistarli online? O avete mai desiderato farlo? Oggi, in alcuni paesi, è possibile. Il servizio si chiama “Amazon Prime Wardrobe” ed è disponibile negli USA, in Giappone e recentemente anche in UK. Permette di ricevere a casa gratis e provare fino a 8 articoli prima di acquistare. Dopo la consegna si ha a disposizione una settimana per scegliere, pagare gli articoli selezionati e rispedire quelli che non interessano.
Così si risolve il problema della prova negli acquisti online. Ma non è finita qui, sembra inoltre che Amazon abbia brevettato uno “specchio smart”, cioè un servizio che permette di visualizzare una sorta di proprio clone che prova capi in ambienti virtuali a tema, in grado anche di dare consigli e pareri sull’outfit grazie all’intelligenza virtuale.
L’app IKEA in realtà virtuale
Grazie all’app IKEA Place è possibile vedere i mobili Ikea riprodotti in 3D direttamente nelle stanze in cui vorremmo posizionarli, con la possibilità di condivisione sui social e ovviamente di acquisto diretto tramite lo store. Un esempio applicato di realtà virtuale decisamente utile e che permette di bypassare il punto vendita e avere una visione anche più chiara del risultato dei propri acquisti.
Il temporary concept store di Zara a Londra
Si tratta di un negozio temporary e hi-tech, creato come ausilio agli acquisti online, aperto all’inizio del 2018 a Londra, decisamente non convenzionale perché senza camerini né casse. In questo spazio di 200 mq si può guardare e toccare ogni capo della collezione, ma gli acquisti possono essere fatti soltanto online o nello store tramite tablet, e i capi ritirati dopo qualche ora nello stesso concept store. Tutto ciò grazie a un robot in magazzino capace di gestire fino a 2.400 consegne contemporaneamente. Come se non bastasse, gli specchi presenti nello store sono in realtà degli schermi interattivi dotati di Rfid e integrati con l’app Zara, che danno spunti utili a completare l’outfit con altri capi o accessori disponibili in catalogo.
Il riconoscimento vocale in camerino di H&M
Lo store H&M di Times Square a New York, grazie a un sistema di specchi interattivi e riconoscimento vocale, permette di fare le proprie richieste direttamente allo specchio del camerino: taglie più grandi o più piccole, colori diversi, e persino avere informazioni in più sui prodotti scansionando il QR code dei vari capi.
L’intelligenza artificiale di Amazon Go
Chi non ha mai sognato di poter evitare la fila in cassa al supermercato? Entrare, prendere ciò che serve e andare via direttamente, senza stop, sembra quasi un sogno, eppure ciò è possibile negli store Amazon Go. Punti vendita senza cassa in cui il totale viene addebitato automaticamente sul proprio conto Amazon. Il processo è semplice: basta identificarsi all’ingresso con il proprio codice personale via smartphone e da quel momento in poi delle telecamere molto evolute terranno d’occhio ogni movimento e scelta di prodotti. L’intelligenza artificiale elabora le informazioni e, grazie al sistema elettronico a scaffale, tutto viene registrato e addebitato correttamente.
Al momento i punti vendita Amazon Go sono presenti in USA e Australia e sembra che a breve possano sbarcare anche in Inghilterra, con una previsione di crescita che punta ad aprire tremila punti vendita entro il 2021.
Il virtual shopping in 3D di Walmart
La catena americana Walmart ha brevettato uno store virtuale da visitare tramite degli appositi visori 3D, per muoversi tra reparti e scegliere i prodotti da acquistare e da inserire in un carrello virtuale. I prodotti vengono subito prelevati e spediti da un centro di distribuzione totalmente automatizzato.
L’interactive store Nike Soho
Nike ha aperto nel quartiere di Soho, a New York, uno spazio esperienziale ed interattivo per far provare le sneaker direttamente svolgendo le principali attività sportive: basket, football, jogging e tanto altro. Un nuovo concept a metà tra negozio e centro sportivo, in cui ciò che conta è l’esperienza, brandizzata Nike e completata da schermi digitali e multimediali e teche simili a quelle di un museo che espongono i prodotti. Uno store di 5 piani che spinge a provare l’esperienza unica dei prodotti Nike e ammirarne contemporaneamente le particolarità come fossero opere d’arte.