Remote life – L’editoriale di Ivan Zorico

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ivan-zorico-01-min“Siamo entrati nella Settimana Santa. Per la seconda volta la viviamo nel contesto della pandemia. L’anno scorso eravamo più scioccati, quest’anno siamo più provati. E la crisi economica è diventata pesante”. Queste sono le parole di Papa Francesco durante l’ultimo Angelus (28 marzo 2021). 

Difficile spiegare con parole più efficaci quello che stiamo vivendo in questo periodo.

L’anno scorso, di questi tempi, abbiamo trovato sfogo nel cantare sui balconi, riscoperto la nostra casa e il gusto del cucinare tutti insieme, ci siamo sentiti vicini tramite una video call… abbiamo resistito, e bene, ad una situazione nuova, sconvolgente. Era il periodo dell’“andrà tutto bene”, e di un inaspettato e ritrovato senso di unione nazionale. Ed anche se ero scettico, intimamente un po’ ci credevo.

Nell’editoriale del numero di marzo del 2020 scrissi che, se davvero le cose fossero andate per il bene, di certo non lo sarebbero andate per pura fortuna, ma perché frutto di un impegno individuale prima e collettivo poi. Per quest’ultimo probabilmente ci vorrà (sempre se avverrà) un po’ più di tempo. Non credo sia possibile tirare le somme oggi: siamo ancora troppi immersi in un presente troppo uguale a se stesso per poter avere la giusta distanza e lucidità per emettere un giudizio sereno. L’emergenza non è ancora finita.

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A distanza da un anno dal primo lockdown, siamo ancora qui a confrontarci con chiusure più o meno generalizzate e con abitudini di vita e di lavoro che fatichiamo ancora a fare nostre. Ecco i nostri suggerimenti per la vostra remote life.

Per quanto riguarda quello individuale sono invece molto più ottimista. Tutti noi abbiamo vissuto una condizione inusuale, e tutti noi abbiamo dovuto fare i conti con dinamiche e pensieri nuovi. In tutto questo tempo ci siamo fermati, abbiamo ascoltato il silenzio, abbiamo attraversato stati d’animo forti e contrastanti. E non è ancora finita. Rispetto ad un anno fa, ci siamo sicuramente conosciuti un po’ di più. Senza dubbio abbiamo riflettuto sulle nostre scelte, sulla vita che vorremmo vivere e su chi vogliamo diventare.

Certo siamo stanchi, sotto tutti i punti di vista. E’ innegabile. E personalmente diffido da chi propina sempre il mito del supereroe. Ma mi sento di dire che tutta questa vita in remoto è comunque stata vita. Non sono dell’avviso che è stato un anno perso, anzi. Per tutta una serie di motivi di certo non mi spingo a dire che non ne avrei fatto a meno (come immagino tutti) ma, se ripenso al me di un anno fa, mi sento accresciuto. So di non essere il solo a pensarla così.

E, ancora una volta, le parole di Papa Francesco all’Angelus mi sembrano rivelatrici: “incontriamo i volti di tanti fratelli e sorelle in difficoltà: non passiamo oltre, lasciamo che il cuore si muova a compassione e avviciniamoci. Sul momento, come il Cireneo, potremo pensare: <<Perché proprio io?>>. Ma poi scopriremo il dono che, senza nostro merito, ci è toccato”.

Buona lettura,

Ivan Zorico

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