Dimmi un po’ di te, come stai? No, non rispondere frettolosamente con un “ma sì dai, bene”… dico davvero, come stai?
Mai come in questo momento storico c’è da chiederlo e chiederselo. C’è da ascoltare ed ascoltarsi.
Abbiamo vissuto un lockdown duro, durissimo. Abbiamo fatto i conti con parole “nuove” come pandemia, infodemia, smart working, ma anche con quelle perdute. Abbiamo purtroppo fatto letteralmente i conti (e non è ancora finita) delle persone contagiate e di quelle che non ce l’hanno fatta. Abbiamo visto immagini che non vorremmo più rivedere (cfr. i furgoni dell’esercito che trasportavano le bare) e abbiamo dovuto ascoltare anche le tesi dei complottisti. Abbiamo vissuto un’estate diversa dal solito, per quanto mi riguarda non meno bella, ma certamente diversa.
E ora? Ora ci sentiamo intimamente frastornati.
Da un lato c’è la spinta della società verso un ritorno alla normalità (quale normalità?) e dall’altro ci siamo noi che cerchiamo di rimettere insieme i pensieri, le emozioni ed anche le paure. Dovremmo essere razionali e freddi, quando invece siamo umani, ossia emotivi e istintivi. Non facile.
Si parla tanto delle conseguenze a livello sanitario ed economico di quello che è successo, meno di quelle che abbiamo vissuto e stiamo vivendo a livello psicologico. Forse ne prenderemo davvero coscienza tra qualche tempo. Per cui, come stai?
Guardiamoci dentro.
La pandemia ancora in corso ed il lockdown appena passato hanno riscritto completamente molte delle nostre consuetudini ed hanno accelerato processi che, se pur già in atto, erano ancora agli albori. Siamo stati catapultati dalla sera alla mattina in un nuovo mondo e dobbiamo riprendere le coordinate. È giusto che sia così e non sentirti l’unico o in difficoltà per questo. Prendiamoci il tempo per capire, senza farci troppo trascinare dal flusso. Attenzione, non rimanendoci fuori, ma cercando di avere la giusta posizione per osservare e valutare. Questo non è il momento delle decisioni avventate e neanche quello di stare completamente fermi; è il tempo della consapevolezza e del lavoro interiore. Lavorando su noi stessi saremo in grado di prepararci alle nuove sfide. Non solo dal punto di vista lavorativo, ma per certi versi anche da quello evoluzionistico.
Scopri il nuovo numero: #ripartItalia
Mai come ora, in questo settembre 2020, un numero come #ripartItalia sembra utile e necessario perché, mai come adesso, in questo nefasto anno bisestile, abbiamo bisogno di fare il punto sulle cose, su noi stessi, sui nostri obbiettivi e sulle nostre vite.
Guardiamo oltre.
Se ci segui ed hai imparato a conoscerci, sai che il nostro numero di settembre è sempre dedicato alle idee per far ripartire l’Italia, #ripartItalia appunto.
Non un numero alto o sui massimi sistemi, ma un numero con un obiettivo specifico. Ecco quello che scrivevo nell’editoriale del settembre 2014:
Questo numero di Smart Marketing (#ripartItalia) è dedicato proprio a loro. A tutte quelle persone che pensano che nel nostro Paese non ci sia più futuro. A tutte quelle persone che non hanno più la forza di credere in un cambio di rotta. A tutte quelle persone che, magari dopo averci provato più volte, hanno deciso di gettare la spugna.
In quell’editoriale facevo riferimento all’alto numero di disoccupati in Italia e all’altrettanto alto (e se non più grave) numero di scoraggiati.
Da allora la situazione è molto cambiata, tutto ha preso una velocità enorme. Il digitale e la rivoluzione tecnologia sono ormai una ovvietà e non temi a cui si guardava come qualcosa di nuovo (per molti ahimè è ancora così), la sostenibilità ha fatto presa sull’opinione pubblica e quindi anche sul mondo produttivo e, ora, la sanità è diventata giustamente centrale, per non dire vitale.
Questi tre macro temi, uniti a quelli relativi alle infrastrutture e all’istruzione e alla formazione, saranno al centro degli investimenti basati sulle risorse messe a disposizione dal recovery fund. Un’occasione unica per rilanciare davvero l’Italia ed il suo sistema economico-produttivo; un’occasione unica per aprire finalmente una nuova stagione di riforme e crescita. Saranno quindi questi i settori che più cresceranno nel prossimo futuro e che si spera riusciranno a trainare anche tutti gli altri. In pratica, se vuoi un consiglio neanche troppo illuminato, strutturati per salire (anche in corsa) su uno di questi vagoni e per agganciare questo treno. Noi, da far nostro, ci prendiamo l’impegno di seguirli e di parlarne per tenerti aggiornato. Per cui continua a seguirci.
Ivan Zorico
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