In questo clima di inizio anno, tante sono le cose che vorremmo fare, i posti che vorremmo visitare, i progetti che vorremmo iniziare. C’è chi ripone tutta questa energia inespressa pianificando un futuro, chi crede fortemente che l’unico tempo possibile sia l’istante presente e chi si lascia cullare dalla nostalgia dei bei tempi andati ormai. A cavalcare il sentiment del “come eravamo” ci pensa Netflix, con un catalogo pieno di cartoni animati d’infanzia, film e serie tv prequel, sequel o remake di prodotti anni ottanta e oltre ed è facile lasciarsi prendere e trasportare, soprattutto da un anno a questa parte.
A chi vuole rivivere l’adolescenza con serie tv produzione anni ’90-2000 che, in questi tempi di incertezza totale, ci calmano e rassicurano, basterà sfogliare il catalogo Netflix per trovare telefilm come Friends, Dawson’s Creek, Gossip Girl, How I Met Your Mother, Una mamma per amica, accanto a numerosi film e cartoni che ci hanno allietato la vita davanti ad uno schermo. Oggi magari gli strumenti e i tempi di fruizione sono diversi, anche noi siamo diversi e il nostro modo di recepire non è più lo stesso. Seguiamo le storie con occhi disincantati, valutiamo i personaggi con metri di giudizio forse più cinici e razionali oppure, se la vita ha realizzato le nostre aspirazioni d’infanzia, magari sorridiamo a quei sogni lontani e apprezziamo la nostra situazione attuale, probabilmente anche più bella di come ce l’aspettavamo.
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Dopo un 2020 così pesante sotto tutti i punti di vista, il 2021 deve rappresentare, per tutti noi, l’alba di un nuovo inizio.
Uno strano corto circuito si innesca in noi, ponendo davanti allo schermo l’io di oggi e l’io di ieri, ma una certezza resta, la necessità di sapere cosa accadrà, l’esigenza di riguardare film che conosciamo a memoria, perché abbiamo bisogno di un lieto fine, di qualcosa di controllabile, di staccare un attimo dall’ansia del futuro, di trovare un luogo dove non c’è rischio, non c’è errore, e potere così finalmente rifugiarci in un posto a noi familiare, dove sappiamo già come andrà a finire.
Per capire i motivi di questa esigenza, che non è uno stato d’animo nostalgico o semplice amore per il vintage, ci viene in aiuto una ricercatrice americana Cristel Russell, professoressa di marketing alla University of Chicago, che ha studiato i motivi che ci spingono a rileggere gli stessi libri, rivedere cose già viste e ascoltare mille volte la stessa canzone.
Il fenomeno prende il nome di Volitional Reconsumption (rifruizione intenzionale) e i comportamenti ad esso legati rispondono a cinque fattori motivazionali: regressivo, progressivo, ricostruttivo, relazionale e riflessivo. Il fattore regressivo è presente nei soggetti che vogliono ritornare emotivamente a momenti del passato; altri, invece, hanno il desiderio di confermare o cambiare le sensazioni lasciate dalla precedente visione o ascolto ed è il fattore progressivo; poi ci sono persone che hanno solo bisogno di rinfrescarsi la memoria cercando sempre nuovi dettagli ed è il fattore ricostruttivo; c’è poi il fattore relazionale ed è quello di chi vuole condividere l’esperienza con altre persone e, infine, c’è chi usa questo rituale di ripetizione per aumentare la propria consapevolezza ed il piacere che gli porta e questo meccanismo risponde al fattore riflessivo.
Da una prima lettura il mio bisogno personale di rivedere film e serie tv risponde a tutti questi fattori, nessun escluso, e probabilmente anche ad una forma molto simile ad un’ossessione, ma questo è un mio problema.
Non è mica colpa mia se guardando e riguardando Dawson’s Creek continuo a sperare che non si perda tutto quel tempo in inutili discorsi cervellotici e si arrivi subito a dire chi ama chi e perché, insomma, alla mia età non si ha tutto questo tempo libero per bramare un lieto fine che so già che sarà lieto, ma anche questo è un mio problema.
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