Vi ricordate il film Sesso & Potere del 1997 diretto da Barry Levinson?
Il titolo originale, “Wag the Dog” (letteralmente scuoti il cane), era anche il titolo di un album e di una canzone del 1998 di Mark Knopfler, autore della colonna sonora.
Il film mi è tornato in mente in questi giorni di guerra, non solo militare, ma anche mediatica e propagandistica a cui stiamo assistendo fra la Russia e l’Ucraina.
Credo che il film, tratto dal romanzo American Hero di Larry Beinhart, anche se non è uno dei migliori di Barry Levinson andrebbe rivisto oggi, perché mette in scena il potere che ha la politica di influenzare cinicamente, attraverso i media, l’opinione pubblica.
Al centro di tutto c’è uno scandalo sessuale che ha coinvolto il presidente degli Stati Uniti, che a pochi giorni dalle elezioni viene accusato di molestie ed abusi da parte di una giovane ragazza scout mentre era in gita alla Casa Bianca.
Per distogliere l’attenzione dei media e dell’opinione pubblica da questo scandalo, lo spregiudicato spin doctor Conrad Brean (un bravissimo Robert De Niro), insieme al suo staff di addetti alle pubbliche relazioni, decide di ingaggiare un produttore di Hollywood, Stanley Motss (uno spumeggiante Dustin Hoffman), per organizzare la messa in scena di una finta guerra contro l’Albania.
Le scene più incredibili e, in un certo modo, scioccanti sono quelle in cui il teatro di guerra viene ricreato all’interno di uno studio cinematografico con l’ausilio del blue screen e della computer grafica che, ricordiamolo, nel 1998 era ancora agli inizi.
Riflettevo proprio su questo quando ho rivisto il film nei giorni scorsi: quanto sia facile, disponendo di risorse economiche e tecnologie adeguate, confezionare delle realtà “alternative” da dare in pasto all’opinione pubblica.
All’epoca non si parlava ancora di fake news, ma Sesso & Potere di Levinson è davvero profetico nell’illustrare cosa possa fare il potere quando vuole distogliere la nostra attenzione, confondere la realtà o addirittura inventare un’altra verità.
Ma il film fu profetico anche per un altro motivo: a pochi mesi dall’uscita del film nelle sale statunitensi, l’allora amministrazione americana fu sconvolta dallo scandalo del Sexgate che travolse l’allora presidente Bill Clinton a causa della sua relazione extraconiugale con la stagista Monica Lewinsky.
Nel pieno di questo scandalo il presidente fronteggiò anche una crisi geopolitica dovuta ad alcuni attentati alle ambasciate statunitensi in Africa che lo costrinsero ad ordinare un’immediata risposta militare.
Quando si dice che la realtà supera, e di molto, la fantasia degli artisti.
Sesso & Potere resta emblematico per il fatto che nel film sia uno stato democratico al centro di questo inganno, figuriamoci cosa possa fare (e sta già facendo) uno stato autocratico e simil-dittatoriale come ad esempio la Russia, la cui triste cronaca di questi giorni sta ampiamente dimostrando.
La propaganda ha da sempre impiegato sia armi sottili come stiletti che grosse come i missili al solo scopo di influenzare l’opinione pubblica, e se prima dovevamo guardarci solo dalla stampa, dalla TV e dal cinema, oggi sono i social ed il web i nuovi teatri di guerra dove si gioca la partita per catturare, allo stesso tempo, la nostra attenzione e la nostra distrazione.
A noi “spettatori” resta solo l’arma dell’approfondimento per cercare di fronteggiare questo gigantesco spettacolo dell’infotainment.
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