Simply the best – L’editoriale di Raffaello Castellano

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Raffaello Castellano3,810,225,678 utenti di internet nel mondo.
123,213,060,517 e-mail inviate oggi.
2,877,577,716 ricerche effettuate su google oggi.
351,870,586 tweet inviati oggi.
3,222,479,240 video visualizzati su Youtube oggi.
36,689,182 foto caricate su Instagram oggi.
275,402 computer venduti oggi.
2,176,030 smartphone venduti oggi.
254,790 tablet venduti oggi.

Queste l’istantanea scattata oggi, 29 dicembre 2017, alle 12:25, dal sito Internet Live Stats, che da anni si occupa di monitorare l’attività della rete delle reti in tempo reale.

Gli elementi che saltano immediatamente alla nostra attenzione sono i quasi 4 miliardi di utenti di internet nel mondo, le quasi 3 miliardi di ricerche effettuate su Google, gli oltre 2 milioni di smartphone venduti a fronte dei soli 275 mila computer acquistati, segno ancora più evidente di come la navigazione in internet sia sempre più mobile.

Questa istantanea, o se preferite selfie, è la foto di gruppo della nostra società globale, liquida ed iperconnessa che quotidianamente abitiamo.

Nessuno è escluso da questo selfie, nessuno, neanche il più rintanato asceta, il più solitario monaco buddista, il più selvaggio eremita: anche loro fanno parte di questa foto di famiglia.

internetlivestats-1Lo diciamo ogni anno, ad ogni Natale,ma anche ad ogni evento di livello nazionale (Mondiali di Calcio, Olimpiadi, Super Bowl, etc.), che questo sarà l’anno, il Natale/evento più social di sempre!

Tutti i giorni spostiamo sempre più in alto l’asticella dei nostri primati virtuali e segniamo nuovi record nel tabellone delle nostre vite di internauti.

Nessuna religione, nessuna ideologia, nessun partito politico, nessuna società segreta, ha fatto tanti adepti quanti ne ha fatti, in poco meno di 30 anni, nostra signora “internet”; altro che religione, se Marx fosse vivo oggi direbbe che “Internet è l’oppio dei popoli”!

Non me ne vogliate, lo so di essere il direttore responsabile di una rivista on-line, ma credo francamente e fermamente che tutti noi stiamo esagerando. Le nostre vite virtuali stanno soppiantando, o meglio assorbendo, le nostre vite reali: lavoriamo sul web, litighiamo sul web, esprimiamo il nostro parere sul web, siamo perseguitati e perseguitiamo sul web, ci incontriamo sul web, ci separiamo sul web, addirittura scopiamo e ci suicidiamo sul web. Tutto ciò che prima richiedeva, oltre che l’intenzione, uno sforzo fisico, una volontà, il metterci la faccia e l’assumerci la responsabilità, oggi lo facciamo con pochi click sul nostro smartphone, magari seduti sul divano.

La domanda è: “Quanto può durare tutto questo?”

La storia ci ha insegnato, almeno a chi ha voglia di imparare, che nulla dura per sempre. I cavalli parevano insostituibili come mezzo di locomozione, poi nell’’800 arrivarono prima il treno e poi, verso la fine, l’automobile. La stampa e la radio erano il non plus ultra dell’innovazione tecnologica, eppure alla fine dell’’800 arrivò il cinema che divenne il vero “occhio e sguardo del ‘900”, come ha ben detto Francesco Casetti. Il cinema e la televisione infine parevano davvero lo zenit della nostra tecnologia, ma a metà del ‘900 arrivarono i primi computer ed il Mondo non fu più lo stesso.

La storia ci insegna che ogni nuova tecnologia, ogni nuovo progresso, distrugge quello precedente.

internetlivestats-2Ora, io non so dire, e chi mai potrebbe, quale sarà la tecnologia che soppianterà l’“Homo interneticus”, come lo ha saggiamente definito lo scrittore e critico dei mass media Lee Siegel, ma di sicuro so che accadrà, e noi, che fino ad allora avremo riversato le nostre intere esistenze nei nostri profili social, nei nostri cloud, nei nostri hard disk, semplicemente verremo formattati, cancellati, disconnessi.

Ma una speranza c’è ed è quella di non scordarci che internet, il web, i social, sono strumenti e non fini, sono attrezzi e non simulacri, sono utensili e non dei.

Dappertutto si avverte un desiderio di concretezza, un bisogno impellente di disconnettersi dal mondo virtuale, anche solo temporaneamente, per riconnettersi “davvero” ed autenticamente con gli altri, il mondo, i nostri valori, le nostre emozioni.

Allora cosa rimane? Cosa dobbiamo salvare di un anno, il 2017, così strabordante di numeri?

Come d’abitudine il nostro numero di Dicembre è intitolato “Simply the Best”, ed al solito i nostri collaboratori ci guideranno nella torre di Babele del web, parlandoci delle novità in campo di social media (Zarzana), del meglio del cinema italiano 2017 (Palattella), delle migliori uscite editoriali professionali (Guerrasio), della formazione d’eccellenza nelle professioni del web (Skarabot), del valore economico del web (il direttore editoriale Zorico) e del nostro essere sempre più multitasking e comunque appassionati e bisognosi di storie (Alvino).

Dal canto suo, l’artista di questo mese, Rosaria Piccione, ci invita a varcare il tempo e lo spazio per abbracciare il nostro pianeta gemello Kepler 186f, visto che la nostra Terra, a causa della nostra bulimica voracità, forse non ci basta più.

Il mio augurio per questo anno che finisce, per questo scampolo di feste che rimangono e, soprattutto, per l’anno nuovo, è di ricordare che internet è sì una chiave che ci apre le porte del futuro, ma può essere anche una catena che ci imprigiona e condanna ad un destino immobile, virtuale e sostanzialmente falso.

Perché, come canta il compositore e musicista Moby in uno dei suoi singoli più recenti: “Are You Lost In The World Like Me?”, ovvero “Ti sei perso nel mondo come me?”: tutti noi possiamo accedere a qualunque informazione, foto, notizia, video, ma ciò non toglie che ci siamo persi e probabilmente vaghiamo senza una meta.

Raffaello Castellano

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