Slow Tourism: chi va piano va sano e va lontano

Perché piace tanto il turismo lento

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Nell'immagine un ragazzo con zaino in spalla percorre un sentiero di montagna - Smart Marketing
Foto di Hermann Traub da Pixabay.

La vita quotidiana ci mette sempre più sotto pressione, lo stress lavorativo e gli impegni familiari ci pongono spesso nella condizione di voler staccare la spina e ricaricare la batteria. Quale miglior modo se non fare una bella vacanza? Soprattutto in questo periodo, dopo un lungo inverno, alle prime giornate primaverili, si pensa alla vacanza estiva.

Negli ultimi anni, proprio per coniugare la necessità di un’esperienza alternativa, appagante e rigenerante, nello spirito e nella mente, sta prendendo piede il trend dello slow tourism.

Siamo abituati a vivere la vita con il piede sull’acceleratore, ma la vacanza richiede di frenare.

Cos’è lo slow tourism?

Più che una tipologia di vacanza, sarebbe corretto definirlo come una filosofia vacanziera, che si pone come alternativa al turismo di massa. Rappresenta un nuovo modo di viaggiare in risposta alla frenesia della vita contemporanea.

L’espressione, coniata dallo scrittore e sociologo Carlo Petrini, (autore anche della terminologia slow food, in opposizione ai fast food), si fa risalire al 1986.

Si tratta di un tipo di vacanza che privilegia la natura e i luoghi poco affollati, con lo scopo di conoscere tradizioni e costumi locali, e di assaporare intensamente ogni momento del viaggio. La connotazione esperenziale è l’elemento principale che caratterizza il viaggio, che deve arricchire interiormente, e non solo divertire.

Nell'immagine due ciclisti fotografati al tramonto - Smart Marketing
Foto di ???? Mabel Amber, who will one day da Pixabay.

Viaggiare slow vuol dire anche viaggiare in modo sostenibile e consapevole, nel rispetto del patrimonio culturale visitato. Il viaggiatore lento privilegia i mezzi di trasporto pubblici, come il treno, o ancor meglio la bicicletta, che permettono, oltre che di limitare l’inquinamento, di godere del contatto con la natura dei luoghi.

Da non confondere con l’ecoturismo, di cui probabilmente rappresenta una sottocategoria. Nel primo caso si promuovono viaggi responsabili con il fine di sostenere popolazioni ed imprese locali.

Il viaggio lento è un viaggio alla scoperta dei particolari, di ciò che, nei viaggi di massa, spesso viene trascurato. È un viaggio alla scoperta dei luoghi meno turistici, ma non per questo meno belli.

I vantaggi dello slow tourism

Perché scegliere di viaggiare in modalità slow?

La vacanza lenta permette una serie di vantaggi per la persona e per i luoghi stessi: permette di staccare la spina, non solo dalle attività quotidiane, ma da uno stile di vita che per la maggior parte abbiamo interiorizzato. Spinge ad essere consapevoli dei nostri 5 sensi, e, come sottolineavano i filosofi empiristi, ogni conoscenza parte sempre dall’esperienza vissuta attraverso i sensi.

Consente di rispettare la natura, supportare le economie locali, e mantenere vive nel tempo tradizioni, usi e costumi che rischiano di scomparire, mangiati dalla globalizzazione.

Nell'immagine un ragazzo è seduto su una roccia a strapiombo davnti ad un panorama di montagna - Smart Marketing
Foto di M Venter da Pexels.
Tanti tipi di slow tourism

Il viaggio lento può essere legato agli interessi più disparati, per adattarsi alle preferenze di ognuno:

  • Turismo religioso, alla scoperta della spiritualità e della ricerca dei luoghi significativi delle religioni. Probabilmente è la tipologia che affonda le radici nel passato più lontano, e che consente di vivere un’esperienza significativa per chi è credente
  • Zaino in spalla, è la definizione per indicare tutti quei viaggi, a volte lunghi, che vengono effettuati proprio con lo zaino, senza troppi bagagli, all’avventura e utilizzando mezzi di trasporto pubblici. L’esempio più conosciuto di cammino “zaino in spalla” è probabilmente il Cammino di Santiago de Compostela
  • Escursioni, adatte per chi ama fare lunghe passeggiate in ambienti naturali, lontani dalle metropoli
  • Viaggi culinari, dove l’esperienza è legata al consumo di cibi e ingredienti locali, in ristoranti e trattorie specializzati
  • Birdwatching, svolto in riserve naturali e oasi protette alla ricerca di specie animali rare
  • Turismo fluviale, a ridosso di fiumi, torrenti e cascate
  • Cicloturismo, per gli amanti della bicicletta, all’insegna dell’attività fisica in luoghi suggestivi

La ricerca da parte dei viaggiatori di un’esperienza lenta per passare il tempo libero, ha favorito la ristrutturazione e al recupero di molte case nei borghi storici. Molte abitazioni sono state adibite a b&b o airb&b, perché permettono un maggiore coinvolgimento ed un contatto più realistico con i luoghi visitati. Promossi anche gli agriturismi, ideali per chi privilegia l’aspetto natura.

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Mai come in questo periodo, per via della campagna “Open to Meraviglia”, si sente parlare di marketing e turismo. E, quest’ultimo, è certamente uno di quei settori che ha maggiormente subito gli effetti della pandemia e che rappresenta un asset molto importante per il nostro Paese.

Come promuovere lo slow tourism

Come per ogni strategia di marketing, il primo passo è quello di capire chi abbiamo di fronte. Conoscere il target è necessario per confezionare il giusto prodotto.

Nel caso dello slow tourism, il cliente è tendenzialmente di buona cultura, con discrete possibilità economiche. Tra le attività più gettonate dal viaggiatore lento-tipo risultano esserci il cammino e il ciclo-escursionismo.

Un buon prodotto non può non tenere conto delle possibilità di alloggio che il cliente potrebbe opzionare, ed offrire una serie di servizi ad hoc, come mappe e app dei percorsi.

La strategia comunicativa di promozione che più si presta al viaggio in questione è senza dubbio lo storytelling, cosa meglio di un racconto può incuriosire a fare un’esperienza?

Particolarmente utile risulta la pubblicità sui social media, lo strumento più utilizzato nella nostra società e la mailing list. L’email è ancora un ottimo modo per raggiungere e personalizzare il contatto con il cliente. Ancor di più, nella fase di fidelizzazione, ad esempio, mantenendo viva nella mente del viaggiatore la presenza di un luogo già visitato nel quale ritornare.

L’attività vincente e alternativa nella comunicazione dello slow tourism è però il giornalismo, svolto in particolare dai blogger. Un esperto, o un cittadino, sono in grado di raccontare il posto con una potenza e un’attrattiva che, forse, altre forme di comunicazione non possiedono. A conferma del fatto che il passaparola rimane ancora la strategia vincente del marketing.

 

 

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