Se un tempo gli annunci di lavoro venivano pubblicati sui giornali, oggi il metodo è sicuramente diverso a causa del passaggio dalla carta stampata al digitale. Anche nell’ambito della ricerca e selezione del personale si cerca di sfruttare al massimo le potenzialità offerte dal web.
Secondo la definizione di Adecco, il social recruiting si basa “sull’utilizzo dei social network per trovare, coinvolgere e costruire relazioni con potenziali candidati, con l’obiettivo di introdurli nel proprio network e reclutarli”.
Per l’ufficio risorse umane, i social rappresentano una vetrina, attraverso la quale possono essere verificate le competenze dei candidati.
Come diventare un candidato interessante per le aziende
Sempre più frequentemente le aziende lanciano un’occhiata ai social media prima di assumere un candidato, per avere una prima immagine di quest’ultimo. È una buona idea quella di considerare le pagine personali dei social network come una sorta di “biglietto da visita”, sistemato ad hoc, per offrire la migliore immagine professionale di sé stessi.
Buona norma è aggiungere una foto profilo professionale, aggiornare la propria biografia con esperienze professionali, studi e hobby, aggiungere eventuali referenze, e avere una buona presenza (ma non eccessiva) sui social stessi.
Le aziende apprezzano coloro che partecipano alle discussioni attraverso un confronto costruttivo, rispettando la netiquette, ma soprattutto, che dimostrino coerenza tra i contenuti pubblicati e le informazioni inserite nel CV. Attenzione al linguaggio utilizzato, evitare (in generale) volgarità e hate speech e non trattare temi sensibili, come la politica e la religione. È consigliabile, inoltre, prestare attenzione ad utilizzare il linguaggio adeguato al tipo di social: su Twitter più conciso, su LinkedIn più professionale e formale, su Facebook e Instagram, invece, più diretto.
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Tanti sono i significati che una parola come “lavoro” porta con sé. E tante sono le dinamiche e le aspettative che possiamo trovare dietro al lavoro. E oggi, forse come mai prima di adesso, ognuno dà al lavoro un’accezione diversa ed unica.
Per mantenere delle informazioni private, non va dimenticato di trattare le impostazioni della privacy, in modo da rendere privati i contenuti ritenuti “compromettenti” all’immagine professionale che si cerca di dare.
Una leva strategica è quella di creare un buon network di contatti: raccogliere informazioni sulle aziende da contattare (mission, vision, target…) prima di inviare il link personale.
I vantaggi del social recruiting per le aziende
Una ricerca condotta dall’agenzia interinale Adecco, ha mostrato che, se inizialmente le aziende tendevano ad utilizzare il social recruiting solo nella fase di selezione e controllo di dipendenti già assunti, ora è considerato uno strumento per raggiungere profili interessanti da contattare in direct.
Da un sondaggio condotto da Hootsuite, emerge che il 99% delle aziende italiane è presente su Facebook, il 77% su Instagram e il 63% su Twitter e LinkedIn.
Il social recruiting si mostra come uno ottimo strumento non solo per i candidati ma anche per le aziende stesse, che possono vantare diversi aspetti positivi:
- Permette di raggiungere velocemente molti candidati
- Migliora la visibilità degli annunci, attirando anche i candidati passivi, cioè coloro che, pur non essendo interessati ad un nuovo lavoro, potrebbero esserne incuriositi
- Migliora la percezione dell’offerta, secondo l’idea che, se è pubblicata dall’azienda sui propri canali di comunicazione, allora è affidabile
- Migliora la reputazione aziendale
- Consente di selezionare i candidati già prima del colloquio, effettuando così una primaria scrematura, velocizzando il processo di assunzione
Perché monitorare i social media
Una campagna di reclutamento delle risorse umane online ha inoltre il vantaggio di essere costantemente monitorata. Permette, infatti, di analizzare i canali utilizzati dagli utenti per le nuove candidature, ad esempio, valutare il numero di persone che visita la pagina “lavora con noi”.
Fornisce la possibilità di capire quanti interagiscono con i contenuti online dell’azienda, per poi misurare quanti di questi contatti si trasformano effettivamente in candidature.
LinkedIn risulta essere il social più adatto per annunci business. A sorpresa, anche Facebook, che permette l’inserzione di annunci, ma registra un bacino di utenti di età più avanzata, rispetto alla media di chi cerca un posto di lavoro. Instagram, il social fondato sulla centralità dell’immagine, può fare la sua parte: una foto, se ben scelta, può funzionare meglio di un post accurato. Telegram e Whatsapp Business, grazie all’utilizzo di bot che consentono una gestione centralizzata del social, permettono di contattare in modo diretto i candidati e di dialogare con essi.
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