Spazio: ultima frontiera – L’editoriale di Ivan Zorico

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Spazio: ultima frontiera – L’editoriale di Ivan Zorico, turismo spaziale
ivan-zorico-01-min“Spazio, ultima frontiera. Eccovi i viaggi dell’astronave Enterprise durante la sua missione quinquennale, diretta all’esplorazione di nuovi mondi, alla ricerca di altre forme di vita e di civiltà, fino ad arrivare laddove nessun uomo è mai giunto prima”.

Sicuramente avrete riconosciuto (e magari letto con la medesima intonazione) l’incipit della serie televisiva Star Trek, mandata in onda proprio pochi anni prima dello sbarco sulla luna avvenuto il 20 luglio 1969 ad opera di Neil Armstrong e Buzz Aldrin.

Pur se frutto di una invenzione cinematografica, credo che queste poche righe contengano una grande verità.

L’uomo è sempre stato spinto da una irrefrenabile voglia di conoscenza, di portare se stesso in luoghi inesplorati e di fare nuove scoperte. Per farlo ha sperimentato – immaginiamo ai tentativi per poter accendere e maneggiare il fuoco -, ha attraversato mari e monti, costruito macchine in grado di amplificarne le capacità e, dopo aver messo piede su ogni angolo del mondo compresi quelli più angusti ed invivibili, ha alzato gli occhi al cielo e si è posto, di nuovo, una ulteriore sfida.

A 50 anni dal primo allunaggio la corsa allo spazio non si è di certo fermata, anzi ormai si inizia a parlare di turismo spaziale. I capofila di questa nuova forma di viaggio interstellare sono, neanche a dirlo, tre persone che hanno fatto dell’innovazione, e dello sviluppo tecnologico, il loro mantra: Jeff Bezos con Blue Origin, Elon Musk con Space Exploration Technologies (Space X) e Richard Branson con Virgin Galactic (Space Ship Two).

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I tre imprenditori, a suon di investimenti miliardari, si stanno contendendo questo nuovo business. L’avvio dei primi viaggi nello spazio sono previsti entro i prossimi cinque anni (Richard Branson dovrebbe inaugurare il primo volo agli inizi del nuovo anno) e già c’è la fila per le prenotazioni. Tra i nomi che si sono assicurati il viaggio interstellare ad una cifra stimata intorno ai 250.000 dollari troviamo, ad esempio, personaggi del calibro di Leonardo DiCaprio, Lady Gaga e Brad Pritt, oltre ovviamente ad altre persone facoltose dal nome meno noto ai più.

Ecco cosa propongono e come si differenzia l’offerta turistica:

  • Elon Musk, il più visionario dei tre, propone il turismo lunare ed ha in mente di portare poi (ma qui si parla come minimo di 30-40 anni) le persone su Marte;
  • Jeff Bezos propone un viaggio a 100 km di altezza dalla Terra, distanza che garantisce l’assenza di gravità e la possibilità di avere una panoramica unica;
  • Richard Branson, come Bezos, metterà a disposizione un volo, dalla traiettoria parabolica, che arriverà a 100 km di altezza e che partirà/atterrerà, per evidenti motivi climatici, d’inverno sulla pista dello Spazioporto degli Emirati e d’estate, in Italia, da quello di Grottaglie (TA).

L’Italia gioca un ruolo molto importante nella corso allo spazio e nella relativa industria. Come ha dichiarato Giorgio Saccoccia, Presidente dell’ASI (Agenzia Spaziale Italiana), questo settore conta su circa 250 aziende, quasi 7.000 addetti (+15% negli ultimi 5 anni) e circa 2 miliardi di fatturato nel 2017. Per ogni euro investito è previsto un ritorno di 4 euro e, anche in vista di questi nuovi fenomeni e business di cui abbiamo parlato qui, il ritorno previsto potrebbe arrivare sino a 7 euro.

Ancora una volta settori di cui si sente parlare poco, fanno la differenza. Credo si debba fare tutti uno sforzo maggiore per comunicare di più e meglio quanto di buono riusciamo a fare come sistema paese e concentrarci su investimenti capaci di continuare a fare la differenza nel prossimo futuro. Neanche a dirlo, ad esempio, Francia e Germania investono tre volte di più sull’aerospaziale rispetto a noi italiani.

Magari parlare di questi settori non sarà conveniente in termini di click, popolarità o consenso elettorale ma, di certo, ne gioveremmo tutti.

Buona lettura.

Ivan Zorico

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