Lo Specchietto Retrovisore – 03/01/2016

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Christian Zorico (162)

 

 

 

 

Immagine3La fine di anno finanziario coincide sempre con il bombardamento da parte degli investitori per mezzo di biglietti di auguri e l’invio di outlook per il nuovo anno. Istituzioni finanziarie votate alla clientela, così come case di ricerca indipendenti esprimono il loro migliore contributo per rivisitare quanto accaduto nei 12 mesi precedenti e porre l’accento sulle tematiche che probabilmente caratterizzeranno il futuro.

Lo trovo ogni anno un bell’esercizio, molto simile alle previsioni astrologiche, quanto meno con lo stesso potere pre-visivo. Tradizionalmente, lo scopo dei nostri “Specchietti retrovisori” settimanali è stato quello di descrivere la situazione corrente. Fornire un’immagine chiara che riassume il contesto economico finanziario in cui ci muoviamo. Così facendo il lettore può disporre di una selezione accurata di informazioni per poter formulare una propria idea e, al limite, tentare di anticipare il corso di alcune variabili finanziarie. Convinti che questa sia la strada da seguire, e sposando la linea editoriale del giornale “Smart Marketing”, anche in questa edizione speciale racconteremo i fatti che hanno catalizzato la nostra attenzione, tentando di offrire un personale punto di vista.Petrolio

In particolare, nel mondo azionario abbiamo riscontrato per la prima volta dopo diversi anni un andamento divergente tra una gestione che premia il value rispetto alle storie growth. Nello specifico i settori legati al consumo e quelli che utilizzano le materie prime hanno beneficiato di un contesto economico ancora in grado di supportarne le dinamiche di domanda e offerta. Per contro gli industriali e le società produttrici di commodities, hanno subito un netto calo dei profitti motivato da eccessi di offerta (petrolio) o da cali della domanda (acciaio). In questo probabilmente ci sentiamo più confidenti nel poter immaginare un comportamento analogo nei prossimi mesi perché riteniamo si tratti di movimenti strutturali: è il caso della Cina sempre più orientata ai servizi che alla produzione industriale. Occorrerà prestare un’attenzione particolare alla selezione dei settori e all’interno degli stessi premiare le società con migliori fondamentali e un’esposizione debitoria non compromessa.

Euro Tower, home of European Central Bank, and Euro Symbol, Willy Brandt Platz, Frankfurt-am-Main, Hesse, Germany, EuropePer quanto riguarda il comparto obbligazionario, molto battuta è stata la divergenza tra le politiche monetarie tra Europa e Stati Uniti. Eppure osservando il cambio Euro Dollaro, ancora lontano da quella parità tanto urlata da molti esperti del settore, si evince che probabilmente qualcosa è andato diversamente da quanto previsto. Da un lato, una FED meno aggressiva e, dall’altro lato dell’oceano, la BCE non in grado di soddisfare le crescenti aspettative del mercato, hanno contribuito, tra gli altri fattori, a generare un incremento di volatilità. L’andamento delle materie prime, deboli durante il corso dell’anno, ha inciso sulle aspettative di inflazione. Infine l’allargamento degli spread sul credito ha generato ulteriori perdite per gli amanti dell’asset class. Da notare come negli ultimi venti anni sia capitato solo due volte, nel 2001 e nel 2015, che nessun comparto di investimento, sia esso azionario, obbligazionario, monetario o delle materie prime, abbia regalato ad un investitore americano un ritorno superiore al 10%.

Mi rendo conto che ricercare delle opportunità di investimento in questo contesto non sia semplice. Provando a tradurre quanto esposto in una idea di investimento, soprattuttoBorsa Italiana contestualizzata nell’attuale scenario, credo la volatilità resti una scommessa ragionevole perché è tornata ad essere scambiata sui minimi periodali non scontando minimamente nessuno dei rischi alle porte. Inoltre, credo sia fondamentale ribadire che i risultati di medio e lungo termine sono raggiungibili attraverso una serie di scommesse di breve termine. A maggior ragione per un investitore europeo che al momento si vede offrire rendimenti negativi sulla curva governativa tedesca. Come a dire che il futuro sia più certo del presente, se occorre pagare per investire. Illogico sia dal punto di vista finanziario che nel più semplice senso comune. Infine, mi sento di enfatizzare l’importanza dei flussi. Le stesse fuoriuscite che hanno contribuito a minare la performance dell’high yield, potrebbero generare un effetto a catena.

Nell’augurare a tutti il meglio per il nuovo anno, continueremo a monitorare la situazione nei prossimi numeri dello “Specchietto retrovisore”. Nella speranza di continuare ad offrire un’analisi rigorosa, cercheremo assieme di navigare queste acque torbide.

Hai letto fino qui? Allora questi contenuti devono essere davvero interessanti!

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