E all’improvviso ci siamo trovati chiusi in casa con le quattro mura a farci compagnia camminando tra una stanza e l’altra e sentendoci privati dello spazio vitale.
Niente più palestra, piscina, parchi e corse, questo fu l’inizio del lockdown quando ancora tante cose non si conoscevano davvero, quando ancora il virus spaventava anche solo immaginarselo. Era il periodo dei canti sul balcone, degli arcobaleni disegnati e degli aperitivi digitali.
E’ stato in quel momento, in quella pagina di storia, che si è creato uno dei tanti paradossi di questa strana, assurda pandemia: desiderare di muoversi, di allenarsi, di tenersi in forma, di fare movimento lì dove la staticità delle quattro mura domestiche stava diventando inaccettabile mentre il movimento digitale si apprestava a diventare un vero sport.
Sembrano trascorsi anni da allora, non vi sembra?
Il ritmo rallentato, quella staticità costretta, quella sensazione di tempo fermo ha fatto sì che ogni attimo fosse infinito e a distanza di tempo, ciascuno di noi ha imparato qualcosa da quel periodo.
C’è chi ha scoperto un nuovo hobby, chi si è avvicinato di più ad un amico o parente chi si è “improvvisato” sportivo vedendo nel movimento una tale importanza da non poterne più fare a meno perché, potersi muovere liberamente rappresenta la gioia della libertà quella che ci permette di chiudere la porta dietro di noi per esplorare nuove avventure e vivere nuovi attimi di ordinaria follia o di piacevole stravaganza… E quando quella libertà non vi era più, l’unico movimento possibile si limitava ad uno schermo e un tappettino, che per tanti è risultato essere uno sfogo.
Mai come in questo periodo si è assistito all’evoluzione del “digital fitness”: dal cross fit al ballo, dal pilates allo yoga, dalle arti marziali all’aerobica. Qualsiasi disciplina purché digitale.
Scopri il nuovo numero: “Wellness economy”
Il settore legato al benessere della persona è esploso negli ultimi anni abbracciando ben più di un mercato: alimentazione, dispositivi tecnologici, editoria, medicina, stili di vita, abbigliamento e molti altri. Il wellness, insomma, è un settore da tenere in estrema considerazione.
Ai tempi del Postalmarket e delle televendite l’acquisto degli strumenti per la salute e benessere per tenersi in forma venivano pubblicizzati, spesso, come una soluzione per le casalinghe: cyclette, tapis roulant, pesistica, e negli anni ’80 erano milioni le donne che si dimenavano davanti alle registrazioni su cassetta, un po’ come Physical, storia di una casalinga disperata degli anni ’80 che diventa guru del fitness, serie in onda su Apple tv +.
Corsi e ricorsi storici e mode che ritornano, nulla di nuovo se non la consapevolezza che questa volta le infinite piattaforme streaming e app del digital fitness sono state una vera e propria necessità, per tutta l famiglia nessuno escluso, una opportunità per potersi “regalare del movimento” una sorta di convergenza tra sport e salotto, soprattutto in appartamenti metropolitani dallo spazio ridotto.
Ed ecco che la rete impazza sul nuovo come fare… “come trasformare la tua casa in una palestra”, “quali attrezzi per una palestra casalinga”, “palestra in casa fai da te, ecco come crearla”, “digital fit quali attrezzi acquistare” etc…
Questa volta invece delle cassette c’è youtube, e invece della TV c’è il PC, le televendite rimpiazzate da Amazon e Postalmarket nella sua versione 2.0 ti risponde immediatamente con una chatbot.
Mentre l’evoluzione continua senza sosta, forse non ci siamo realmente accorti che stiamo assistendo alla rivincita degli sportivi nel cuore “i digital sports lovers”, quelli che sportivi realmente non lo sono ma lo vorrebbero essere, che amano gli sport e ne seguono di tutti i tipi guardandoli in tv, quelli che amano il movimento ma che al solo pensiero di attraversare la città per raggiungere le palestre sognano il divano, quelli che la pigrizia alla fine li trattiene e che oggi in verità non hanno più scuse perché è proprio il salotto la nuova palestra.
Si forse non sarà sociale, ma sicuramente è una scelta salutare.
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